“Il XVI congresso nazionale della Uil, che si è aperto oggi a Roma, cade in un momento politico e sociale in ebollizione, tra la riforma del mercato del lavoro, l’articolo 18 riformato dal governo Renzi, e il ‘nodo’ pubblico impiego, gelato dall’esecutivo nelle sue aspettative di rinnovo del contratto nel 2015. A conferma della nuova fase di impegno sindacale c’è lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il 12 dicembre prossimo”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro che partecipa ai lavori del congresso guidando una delegazione di una ventina di delegati lucani su oltre 1500 delegati, circa 620 invitati e 48 rappresentanti di organizzazioni sindacali di 30 diversi Paesi. Particolarmente significativo del momento lo slogan scelto per la tre giorni di dibattito da cui far emergere la Uil che verrà,: “Lavoro voglia di riscatto”. Due i punti della scommessa che il sindacato è pronto a intraprendere: una rilettura della riforma contrattuale che spinga molto sulla contrattazione aziendale (in alternativa su quella territoriale) e il completamento della riforma organizzativa del sindacato. Il governo – come ha sottolineato Carmelo Barbagallo candidato alla successione di Luigi Angeletti – non ha intenzione di discutere con le forze sindacali, noi abbiamo esperito tutta la nostra possibilita’ di trovare soluzioni: a questo punto non abbiamo altro da fare che ridare la parola alla lotta dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati. Quando cambia – dice Vaccaro – il sindacato lo fa veramente. Noi, nel nostro piccolo dell’ esperienza lucana, lo stiamo facendo, con in testa la predisposizione di una organizzazione a rete che fa respirare diverse tante funzioni e servizi. Ora guardiamo avanti e ci prefiggiamo ulteriori cambiamenti, per introdurre innovazione ed intelligenza anche nell’organizzazione del nostro lavoro. Possiamo immaginare, anche per sorreggere il nuovo progetto che stiamo alimentando, una struttura per dipartimenti trasversali alle categorie, con compiti interdisciplinari. Dobbiamo favorire un meccanismo di crescita, contributo ed arricchimento delle politiche regionali, una sorta di interfaccia nel sindacato dei dipartimenti regionali. Faccio un appello a chi parteggia per aprire una nuova fase in questa regione e a fortificare e diffondere la cultura del cambiamento perché sia possibile fondare un nuovo soggetto, libero, per il sociale, per la ricerca e la cultura riformista. Il cambiamento, per favore ricordiamocelo, c’è se è alimentato da una forte ed inequivocabile tensione morale. Senza, non è cambiamento”.