Quattro imprese su cinque (l’82,4%) si ritengono danneggiate dall’azione dell’illegalità e dai meccanismi commerciali fuori dalle regole, fenomeni che sono più accentuati nel Centro e nel Sud Italia. Un consumatore su quattro (il 25,6%) ha acquistato almeno una volta nel 2013 un prodotto o un servizio illegale. Il fenomeno, in aumento negli ultimi anni, è più diffuso tra le donne e i giovani; il Mezzogiorno l’area più colpita.
Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’indagine realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia, in collaborazione con Format Ricerche, sul sentiment delle imprese del terziario e dei consumatori nei confronti dell’illegalità, della contraffazione e dell’abusivismo.
Alla vigilia della alla Giornata della Legalità, appuntamento annuale della Confederazione contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che si svolgerà il 26 novembre prossimo, caratterizzata dallo slogan “Legalità mi piace!”, i dati aiutano a comprendere meglio il “peso” delle attività criminali sulle imprese del terziario.
“In questo contesto, il 26 novembre, a partire dalle ore 9.30, anche la nostra Associazione – annuncia Fausto De Mare, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza – terrà un incontro presso la sede sociale a Potenza, a testimonianza del fatto che la recessione, che non ha risparmiato nessun settore e nessun territorio e i cui effetti continuano a colpire le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, ha acuito i fenomeni criminali, amplificando le azioni della criminalità organizzata e la percezione di insicurezza dei territori”.
Per tornare all’indagine, oltre un terzo delle imprese (il 34,9%) segnala l’acuirsi dei fenomeni illegali rispetto a tre anni fa nel territorio in cui opera; per il 75,3% degli imprenditori del terziario l’azione dell’illegalità, in tutte le sue forme, in primo luogo genera concorrenza sleale o riduce i ricavi e il fatturato per mancate vendite; il 66,4% delle imprese ritiene che la crisi economica stia favorendo l’acquisto di prodotti e servizi illegali; per oltre il 70% degli imprenditori il motivo principale dell’acquisto di prodotti o servizi illegali è di natura economica.
Tra i meccanismi commerciali fuori dalla regole ritenuti in qualche modo più gravi e pericolosi le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti indicano soprattutto la vendita di prodotti e servizi senza le necessarie autorizzazioni.
Il lancio di campagne di comunicazione e sensibilizzazione verso i consumatori (64,2%) e l’attivazione di iniziative che coinvolgano tutti i soggetti interessati (61,8%) sono le azioni ritenute più efficaci da parte delle imprese per combattere i fenomeni che alterano la concorrenza e inquinano il mercato; per l’83,2% delle imprese del terziario i controlli attualmente in atto per la repressione dei fenomeni illegali non sono efficaci; per quattro imprese su cinque le sanzioni previste sia contro coloro che producono/vendono prodotti o servizi illegali che contro coloro che acquistano prodotti o servizi illegali sono insufficienti.
Tra i consumatori, invece, In crescita rispetto al passato l’acquisto di prodotti e l’utilizzo di servizi illegali (soprattutto i prodotti di pelletteria, seguiti da quelli dell’abbigliamento, parafarmaceutici, alimentari, dell’elettronica ed elettrodomestici), nonché i fenomeni illegali nuovi, come l’acquisto, il più delle volte in rete, di biglietti per spettacoli di vario genere (cinema, concerti) o titoli di viaggio pirata; tra i prodotti illegali acquistati nel 2013 spiccano quelli dell’abbigliamento (41,2%), dell’alimentare (28,1%), della pelletteria (26,9%) e gli occhiali (27,6%).
Per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica. Acquistare prodotti o servizi illegali rischia di diventare la normalità: il 55,3% dei consumatori ritiene questi acquisti piuttosto normali e, inoltre, utili per chi ha difficoltà economiche. Solo il 36,2% dei consumatori è convinto che l’acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente.
Circa l’80% dei consumatori ritiene che l’acquisto di prodotti illegali/contraffatti o l’utilizzazione di servizi svolti da abusivi possa comportare rischi per la salute e la sicurezza, rivelandosi di scarsa qualità. Il 79% è consapevole del fatto che l’illegalità altera le regole del mercato e penalizza le imprese regolari.
Per Fausto De Mare “l’illegalità, la contraffazione e l’abusivismo incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale in quanto determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero Paese”.