I sindacati di categoria Filctem Femca e Uiltec, rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil esprimono una forte preoccupazione in ordine agli esiti della conferenza di servizi tenutasi mercoledì 19 novembre 2014 a Roma su convocazione del Ministero dell’Ambiente e seguita in Basilicata con collegamento in video conferenza -, relativamente allo stato di attuazione degli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica della acque di falda e dei suoli nei siti di interesse nazionale “Tito” e “Valbasento”.
Il quadro delle problematiche e criticità emerso con più nitidezza ieri, fatta eccezione per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito ex “Materit” in Ferrandina – per i quali sono in fase di espletamento le relative gare di appalto-, fa intravedere un rischio incombente di inattuabilità di tutti gli altri interventi (9 su 10 complessivi) in ragione della più totale incertezza che ormai grava sulla effettiva utilizzabilità e, fors’anche, sulla effettiva sussistenza attuale della dotazione finanziaria dei circa 43 Milioni di euro dell’ Accordo di Programma Quadro stipulato tra Regione Basilicata e Ministero dell’Ambiente nel mese di Giugno 2013.
Non è nostra intenzione sollevare inconcludenti “polveroni” polemici e/o generare sterili allarmismi. Le ragioni a fondamento delle nostre preoccupazioni sono molteplici e di diversa natura e fra queste ne enucleiamo due fra le più rilevanti:
– la prima è che necessita procedere alla definizione di un nuovo cronoprogramma (sarebbe il terzo aggiornamento) circa le diverse scadenze per l’espletamento delle singole fasi attuative degli interventi da realizzare, che vanno dalla presentazione da parte della Regione al Ministero dell’Ambiente dei relativi progetti, fino all’effettivo impegno delle risorse assegnate che si realizza solo con gli atti di aggiudicazione degli appalti.
La criticità insiste nel fatto – come emerso nel corso della conferenza- che le scadenze dei termini per la presentazione dei progetti preliminari, diversamente da quelle delineate nella Conferenza di agosto per fine settembre e fine novembre, sono state tutte posticipate al 31 marzo 2015, con ciò mettendo seriamente a repentaglio il rispetto del termine ultimo del 31 dicembre 2015 per l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti.
– la seconda ragione, che sta ancora più a monte, attiene all’interrogativo da porsi sull’effettiva disponibilità attuale della dotazione dei circa 43 milioni di euro assegnati dal CIPE nell’estate 2012.
La forte incertezza – ad avviso di FILCTEM FEMCA UILTEC – deriva dal fatto che alla prima scadenza fissata al 31 dicembre 2013 per l’assunzione delle obbligazione giuridicamente rilevanti, pena il definanziamento, stabilita dalla stessa delibera CIPE di assegnazione, è seguita una proroga al 30 giugno 2014, disposta da una successiva delibera CIPE di dicembre dello scorso anno, che prevede anche la possibilità, per le Regioni, relativamente agli interventi ritenuti strategicamente rilevanti per i quali si prevede di non poter rispettare la scadenza del 30 giugno 2015 per l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, di poter chiedere un’ulteriore proroga entro 90 giorni dall’adozione della stessa delibera CIPE ( datata 17 dicembre 2013).
Ora, il punto più critico rileva dal fatto che, come abbiamo appreso solo l’altro ieri, la richiesta di proroga ulteriore, rispetto al 30 giugno 2014, non è stata ancora inoltrata dalla Regione Basilicata al Ministero dello Sviluppo Economico e che la stessa richiesta sarà formalizzata solo contestualmente con la definizione del nuovo crono programma.
Non è affatto superfluo sottolineare la drammaticità di uno scenario che contempli la mancata attuazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree industriali di Tito e Valbasento: mancati investimenti e mancate nuove occasioni di lavoro qualificate e quantitativamente significative, mancato ripristino ambientale, mancato ripristino delle condizioni per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori e delle comunità circostanti i siti industriali, mancata ripresa di un processo di sviluppo industriale sostenibile.
Filctem Femca Ultec ritengono che occorra scongiurare in ogni modo questa drammatica eventualità ed a tal fine ritengono che si attivi con estrema sollecitudine, al massimo livello di responsabilità del Governo Regionale, una verifica ed un confronto approfonditi con tutte le forze sociali, per fugare ogni dubbio sull’effettiva sussistenza delle risorse già stanziate e/o ripristinarne la effettiva disponibilità, nonché sulla definizione di un nuovo cronoprogramma che contingenti con grande rigore i tempi di svolgimento di ciascuna fase attuativa degli interventi da realizzare.