L’artista materano Franco Di Pede, direttore del Centro Studi Arti Visive di Matera, ha inviato alla nostra redazione il suo contributo a margine del convegno “Mater Matera”, convegno promosso nella scorsa settimana dalla Diocesi di Matera per delineare l’entità e lo spessore della devozione verso la Madonna alimentata dal popolo materano, desidero esprime alcune personali considerazioni sollecitate dalle conoscenze di carattere storico.
Il Convegno è stato organizzato per ricordare il 60° anniversario della consacrazione di Matera alla Madonna, iniziativa che fu inserita nella celebrazione dell’anno mariano indetto nel 1954.
La consacrazione fu approvata dall’intero Consiglio Comunale con a capo il sindaco dott. Giuseppe Lamacchia con un’articolata e dettagliata delibera, ricordata con un targa sistemata sulla porta del balcone del vecchio Municipio, allora ubicato in via Luigi Lavista.
Fu una testimonianza popolare verso la Madonna fra le tante che ancora si possono cogliere nelle chiese della città dedicate alla Madonna. Tuttavia un particolare è sfuggito durante i lavori del convegno, quello relativo ad una scultura della Madonna sistemata, nel passato, in una nicchia sovrastante la porta principale delle mura cittadine, che si innalzarono nei pressi della prefettura. Dopo la loro demolizione avvenuta nel 1820, la suddetta scultura fu collocata non lontana da quel luogo ed addossata alla parete del palazzo dell’Annunziata insieme ad altre due pitture, quelle dei Santi Eustachio e San Vito, realizzate, agli inizi del novecento, dal pittore materano D’Antona su una superficie di rame.
Il trittico conferì alla zona la denominazione Tre Santi, ma fu rimosso in seguito alla realizzazione di via Roma attuata nel 1915 per congiungere piazza Vittorio Veneto alla stazione ferroviaria. Fu trasferito nella cappella dell’Annunziatella dove fu conservato per circa ottanta anni, fin quando si attuarono nel 1990 i lavori di restauro della suddetta cappella. Allora alcuni privati ebbero cura di consegnare la statua della Madonna alla Soprintendenza ai Beni Storici ed Ambientali in quanto necessitava di un inderogabile restauro che fu attuato. La scultura fu restituita all’autorità religiosa e collocata nell’ingresso dell’Archivio diocesano; dove è difficilmente visibile e, per questo motivo, giace nel più completo stato di abbandono. Anche gli altri elementi del trittico furono recuperati e sistemati in un ambiente vicino. Comunque, nel 1960 la memoria collettiva sollecitò la realizzazione di un altro trittico, anche se di dimensioni più modeste, per ricordare il precedente che risultò inserito nello stesso punto di via Roma. L’opera in ceramica fu attuata dall’artista torinese Miradercole.
Ritornando alla secolare devozione della Madonna che connota il popolo di Matera, si potrebbe nuovamente esporre all’esterno la suddetta scultura, come accadde nel lontano passato, sviluppando attraverso un riferimento sensibile il sentimento religioso. Tanti sono gli spazi pubblici che consentirebbero la realizzazione di questa proposta. Si potrebbe scegliere la piazza del rione Piccianello che è stata recentemente sistemata e messa a nuovo, utilizzando un cubo di pietra già presente per sovrapporvi la suddetta scultura.