“La Lucania Resine doveva rappresentare per il territorio lucano, l’azienda leader nella produzione di tubazioni in PVC oltre che di quelle in polietilene. Oggi si parla invece di collocare il personale in mobilità mentre l’azienda doveva garantire un numero elevato di occupati per soddisfare una produzione completa per le diverse tipologie di applicazione: condotte per fognature, acquedotti, irrigazione, gasdotti, cavidotti e drenaggi. Non vi sono segnali d’apertura e l’Ugl ha riferito a chiare lettere ai lavoratori che ‘dalla parte aziendale non esiste chiarezza sulle sorti della fabbrica poiché uno degli impianti più produttivi dello stabilimento sarà tentato di essere scippato della produzione affinché si vada ad incrementare sempre più una desertificazione scellerata del nostro territorio. L’Ugl non lo permetterà convinti che si è comunque vittime di una concorrenza spietata a livello commerciale incuranti del lavoro e occupazione’”. In Assemblea svolta nello stabilimento Lucano unitamente a tutte le oo.ss., i segretari regionali dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e Pino Giordano hanno ribadito che, “metteremo in campo qualsiasi azione sindacale affinché venga scongiurata l’applicazione alla mobilità e di trovare soluzioni che facciamo lavorare tutti i lavoratori applicando lì dove possibile dal contratto di solidarietà alla Cig, utilizzando il restante periodo ancora di circa 5 mesi. Sollecitiamo l’azienda inoltre, a mettere in sicurezza lo stabilimento, dal tetto del reparto ricoperto interamente da eternit, ai riscaldamenti assenti dove gli addetti lavorano a temperature fredde d’inverno ed altissime d’estate. Inoltre denunciamo ancora che chi presta attività su impianto PVC e’ costretto a lavorare con le polveri che produce il macchinario con l’odore nauseante che si propaga in tutto lo stabilimento. Se l’azienda investirà nella sicurezza capiremo la vera volontà di rimanere sul territorio altrimenti, – concludono Tancredi e Giordano – aprire oggi una mobilità sarà solo l’inizio per spostare la produzione altrove e morte di una ennesima fabbrica annunciata”.