L’on. Severino Cannelonga ha incontrato nella mattinata di sabato 22 Novembre le classi V A e V B del Liceo Artistico “Carlo Levi” di Matera per raccontare la sua esperienza di confinato ad Irsina. Ex parlamentare del PCI durante la IX e X Legislatura, negli anni Ottanta, Cannelonga ha trasmesso con grande animo e ardore quanto vissuto dalla sua famiglia tra il 1937 e il 1942, quando da una vita tranquilla nella loro città, San Severo, provincia di Foggia, si sono ritrovati in un piccolissimo paesino della Lucania per scontare cinque anni di confino. Proprio durante questa esperienza sofferta e umiliante, nel 1939 è nato Severino.
La pena del confino fu istituita nel 1926 ed era intesa come una misura “molto intelligente” per «tenere pulita» la società evitando il contatto con gli «infetti» e spaventare la parte “sana” del paese. Mussolini si espresse alla Camera sul metodo del confino con tali parole: “Non è terrore, è appena rigore. E forse nemmeno: è igiene sociale, profilassi nazionale: si levano dalla circolazione questi individui come un medico toglie dalla circolazione un infetto”.
Si trattava in realtà di un provvedimento che negava ogni principio dello stato di diritto secondo cui non esistono reati – e conseguenti punizioni – senza una legge che li preveda. Senza processo, nè tutele legali ed onere della prova, senza – molto spesso – aver commesso alcun reato, bastava essere ritenuti pericolosi per lo Stato per essere confinati.
Il Liceo Artistico, rappresentato dal Dirigente Scolastico Patrizia Di Franco, ha mostrato nuovamente grande sensibilità e apertura nei confronti delle testimonianze storiche che sono necessarie per sviluppare nei ragazzi una coscienza civica e far nascere in loro un senso critico nei confronti degli eventi che hanno segnato negativamente la storia.
Il confino, l’esilio, le leggi razziali, le deportazioni hanno costituito la parentesi più drammatica e buia della nostra storia durante, appunto, il periodo fascista.
L’incontro di sabato, organizzato dall’associazione L’Atrio, nella persona di Rosamaria Strammiello, in collaborazione con le prof.sse Angela Calia e Maria Venezia, ha anticipato la mostra intitolata “ Confinate in Lucania”, nata dallo studio svolto dallo storico Cristoforo Magistro sul confino, inaugurata il giorno 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale dell’eliminazione della violenza contro le donne, e che rimarrà aperta fino al 6 dicembre. Gli studenti del Liceo, nella mattinata, hanno assunto le vesti di guide e hanno illustrato i diversi pannelli in modo magistrale e con grande trasporto alle altre scolaresche. Ostetriche, mammane, mogli, amiche: tutte facce della stessa complessa questione. Donne del Nord che venivano con prepotenza portate a “lavorare” nei piccoli paesi di un meridione arretrato come ostetriche, donne che subivano il confino al seguito o per “colpa” dei loro mariti, donne che unite si ribellavano al regime. Casi quasi ordinari all’epoca. 15000 confinati politici è il parziale bilancio di una stagione storica segnata da tante ingiustizie, ma molto più grande lo sconosciuto numero dei confinati comuni.