“I dati di Unioncamere sul tasso di femminilizzazione delle microimprese che vede la Basilicata, al 30 settembre scorso, con il 26,5%, occupare il secondo posto della graduatoria per regioni, subito dopo il Molise, devono servire al Governo Regionale a rafforzare interventi e servizi per l’imprenditoria femminile”. A sostenerlo è Rossana Florio, vice segretaria regionale del Centro Democratico, riferendo che al 30 settembre scorso le imprese femminili registrate agli Albi delle Cciaa di Matera e Potenza sono 15.839 su poco meno di 60mila in totale e nei primi nove mesi dell’anno circa 2mila donne lucane hanno avviato una propria attività.
“Se dunque come sottolinea il rapporto dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere le donne mostrano di avere coraggio, determinazione e competenze professionali per farsi strada nel sistema produttivo, da noi il coraggio è maggiore per la mancanza di alternativa di occupazione. La situazione della precarietà nella scuola, di cui si parla in questi giorni, con la grande maggioranza di donne insegnanti, è sicuramente l’esempio diretto delle difficoltà di lavoro stabile nella Pubblica Amministrazione. Ma il coraggio non basta e per questo è necessario mettere in campo al più presto politiche mirate che ne accelerino il percorso. Gli strumenti ravvicinati – aggiunge Florio – vanno ricercati nella nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 per sostenere le imprese femminili e in azioni per favorire il credito che continua a rappresentare la più pesante palla al piede per qualsiasi donna che voglia avviare un’impresa”.
Quanto ai settori di attività, le differenze di genere – ci segnala Unioncamere – contano ancor meno nelle imprese sociali dove per oltre il 68% delle 24.800 assunzioni non stagionali programmate per il 2014 le aziende non segnalano preferenze. E’ il Nord ovest la “Patria” delle pari opportunità che sfiorano il 75% delle posizioni da ricoprire e sono in netta crescita visto che dal 2011 hanno guadagnato ben 11 punti percentuali contro un incremento medio nazionale di 7 punti. Tuttavia è proprio questo comparto produttivo a mostrarsi nel contempo più sensibile alla professionalità del genere femminile. Più del 26% dei nuovi posti di lavoro pianificati per quest’anno sono infatti dedicati proprio alle donne, con un picco di quasi il 29% di preferenza femminile nell’assistenza sociale.