Il Comitato L’altra Europa con Tsipras composto da Catia Caponero, Dino Cotrufo, Giuseppe Miolla, Luca Giordano, Giuseppe Paterino, Bartolo Tardi, Ugo Annona, Giovanni Santantonio, Angela Bellomo, Tonino Califano e Massimo Celiberti torna a sollecitare l’istituzione del reddito di cittadinanza, il modello sociale europeo che i politici italiani vogliono ignorare. Di seguito la nota integrale.
Ce lo chiede l’Europa.
Con questo ritornello, negli ultimi anni, in Italia è passato di tutto: allungamento dell’età pensionabile, riduzione delle retribuzioni, riduzione dei diritti, facilità nei licenziamenti, eliminazione dell’articolo 18.
Eppure c’è una misura che l’Europa da almeno 8 anni chiede all’Italia di attuare, il reddito di cittadinanza, su cui politici e grandi mezzi di informazione mantengono un colpevole silenzio. Perché ? Perché è così pericoloso?
Quello che non dobbiamo sapere è che oggi in tutti i Paesi d’Europa ( tranne l’Italia, la Grecia e l’ Ungheria ) ogni cittadino privo di reddito o con un reddito troppo basso riceve un aiuto di 5/600 euro al mese ed in cambio, in base alla sua formazione e capacità, fornisce un part time di attività utile per la Comunità . E su questo aiuto il cittadino può contare sempre finché non viene meno la sua difficoltà.
Oggi l’Italia già spende cifre elevate in progetti per arginare l’emergenza povertà, tipo il COPES in Basilicata, ma il limite di queste proposte è che sono strumenti temporanei, discrezionali ( le regole di inclusione nelle graduatorie sono sempre cambiate con il cambio di Governi e Giunte Regionali ) che favoriscono passività e dipendenza e sono indirizzati solo a famiglie e persone così fragili da non poter restituire nulla in cambio dell’aiuto economico.
Il Reddito di Cittadinanza è assolutamente un’altra cosa: è strumento di libertà e giustizia sociale garantendo a tutti i cittadini una base di reddito, minima ma certa, favorisce la costruzione libera e creativa del proprio futuro.”
E’ un diritto ( salta ogni mediazione politica, sindacale, di patronato ) ; è erogato finché persiste la difficoltà ed è quindi una base certa che accompagna la creazione di nuovo lavoro/attività; chiedendo impegno e non passività valorizza le persone ed arricchisce le Comunità.
La Francia lo ha istituito 20 anni fa definendolo una “ rivoluzione di giustizia sociale “.
E in Italia? Perché non si attua?
Non è un problema di soldi. Si calcola che per un vero reddito di cittadinanza in Basilicata avremmo bisogno di 100 milioni di euro all’anno ma già la regione spende tra Copes e cassa integrazione in deroga oltre 50 milioni di euro e tanto può essere recuperato dal costo della politica, dagli enti sub regionali, dagli incarichi e donazioni, dalla formazione professionale ecc…
Lo ripetiamo : non è un problema di soldi, è un problema di libertà.
Riuscite a pensare a qualcosa di meglio per intaccare lo sfruttamento del lavoro ed il ricatto clientelare?
Non si può più aspettare . Il reddito di Cittadinanza può fare uscire dalla disperazione individuale milioni di persone, attrarle in una battaglia comune, e soprattutto può permettere ai giovani di uscire dall’umiliazione di valere socialmente zero e rimettere in movimento la loro creatività che genera futuro.
In Basilicata abbiamo aderito alla proposta di legge di Iniziativa Popolare presentata in regione da SEL; è un buon testo base per una campagna di informazione su un diritto che da anni ci viene negato. Vogliamo costituire Comitati aperti alla partecipazione e al contributo di tutti.
Insieme, si può fare.