“Il ragionamento ampio ed articolato dell‘on. Vincenzo Folino tocca le nostre corde più sensibili non solo perché, dopo decenni di “terrorismo ideologico” contro la Dc, additata all’opinione pubblica come la “madre di ogni male”, il deputato Pd “dal brutto carattere”, forse anticipando il clima natalizio del buonismo, riconosce “quanto di buono prodotto dalla Dc di Boccia” soprattutto in tema di sviluppo autopropulsivo, ma soprattutto sposa la nostra tesi che nelle settimane scorse avevamo condensato nello slogan “A Mo Basta!” preferiamo “ripartiamo dai cittadini”. E’ quanto afferma Giuseppe Potenza, Presidente del Comitato nazionale iscritti alla DC 1992-93 e segretario regionale della DC Libertas Basilicata.
“Alla vigilia di quello che si preannuncia come uno “storico” Consiglio Regionale che deve pronunciarsi sull’art.38, ci auguriamo senza “schiacciare” il confronto su impugnativa sì o no alla Corte Costituzionale o, come sembra prevalere, “nì” – aggiunge – è da sgombrare il campo da polemiche pretestuose tanto di parte politica che in generale. Trincerarsi dietro le proteste di studenti e comitati per posizionamenti personali o peggio ancora per portare acqua al proprio mulino deve essere smascherato senza alcuna ambiguità e senza esitazione per far prevalere il bene comune. Noi, dal nostro piccolo contenitore dei democratico-cristiani che non si sono arresi rifiutando l’operazione di liquidazione della Dc, nel 1992-93, sino al “coraggio” di metterci la faccia per contrastarla in un’aula di Tribunale – dice ancora Potenza – una proposta l’abbiamo presentata e riteniamo sia ancora più valida alla vigilia della seduta consiliare sullo Sblocca Italia. Serve un nuovo patto civile perché, tutto il rispetto per il prof. Enzo Allegro, non ci vogliono antropologi e sociologi per interpretare il clima che si respira in Basilicata nel quale il “totem nero” sta esercitando un ruolo fondamentale anche e soprattutto per il deficit di informazione adeguata e di confronto altrettanto insoddisfacente rispetto alla situazione straordinaria determinata. Ed in questo quadro generale, i cattolici, spronati dai Vescovi Lucani come dai messaggi continui di Papa Francesco – dice il dirigente della Dc – hanno il diritto e il dovere di recuperare il ruolo politico che spetta loro per formulare un nuovo progetto sociale, che tenuto conto delle difficoltà del momento e dei cambiamenti in atto nello scenario nazionale e regionale sappia rispondere alle esigenze di libertà, di giustizia e di verità che il nostro popolo avverte sempre con maggior forza. E’ questo il modo migliore per rinnovare l’impegno della classe politica e dirigente della Dc nazionale e lucana che ha segnato la fase storica della contaminazione tra cattolici e sinistra sino a determinare con il presidente Boccia quell’idea di Basilicata verde che è fortemente attuale per contrastare la “petrolizzazione” del nostro territorio.
L’impresa che ci attende – noi, in proposito, continuiamo a confidare nell’impegno del Presidente Pittella al dialogo cattolici-moderati e sinistra-riformista – riguarda soprattutto il superamento del diffuso senso di smarrimento. La sfiducia è anche il prezzo amaro pagato da chi ha creduto nelle promesse dell’economia virtuale della finanza, fatta passare per economia reale. La sfiducia è quella che si esprime nella disaffezione dall’impegno politico di base, come dalla militanza vissuta con passione per cause di giustizia, di pace e di promozione umana. Senza fiducia non si va da nessuna parte: il grande rischio è il prevalere di una tristezza individualista che scaturisce dalla coscienza isolata. Per non lasciarsi rubare la speranza, come per non restare assediati nel Palazzo dalle manifestazioni di protesta, è necessario riscoprire le ragioni del bene comune e della solidarietà”.