Un libro scritto con i ragazzi e per i ragazzi. Per parlare di Europa, della storia, del presente ma soprattutto del futuro. In un momento in cui l’impalcatura stessa dell’Unione subisce ogni giorno critiche implacabili. Così Mario Campli, 68 anni, consigliere del Cese (il Comitato economico e sociale europeo) guarda al futuro con “Europa, ragazzi e ragazze riscriviamo il sogno europeo”, il libro edito da Marotta&Cafiero presentato presso il circolo culturale La SCALETTA a Matera per iniziativa dell’Associazione dei Giovani Imprenditori Agricoli della CIA di Basilicata.
Dopo i saluti di Salvatore ADDUCE – Sindaco di MATERA e Ivan FOCACCIA – Presidente del Circolo La Scaletta, un confronto con l’autore, Rudy MARRANCHELLI – Presidente AGIA Basilicata, Antonio NISI – Presidente CIA Basilicata e Alfonso PASCALE – Studioso dell’agricoltura.
La presentazione e l’idea di dialogo – ha spiegato Marranchelli – nascono cogliendo la sfida culturale che vedrà Matera Capitale della Cultura nel 2019 e per evidenziare l’attenzione dei giovani agricoltori verso una delle istituzioni che più influisce sulle politiche di sviluppo rurale e della formazione. Tuttavia Europa non è solo economia e formazione; con l’autore abbiamo voluto approfondire il percorso indicato dai “padri fondatori” perché sia più virtuoso e vada ben oltre i regolamenti e i trattati. Il libro nasce infatti per restituire parte di ciò che la generazione, nata o diventata adulta dopo la liberazione dell’Italia e dell’Europa dal nazifascismo, ha avuto dal sogno dell’Europa unita. Abbiamo dunque favorito un dialogo tra due generazioni, insieme e diversamente protagoniste, affinché il sogno non precipiti nel sonno.
Credo che la più immediata percezione dell’Europa – ha detto Campli – sia quella della “lontananza” dai bisogni, ma ancora più in profondità – seppure in maniera non del tutto consapevole – dallo spaesamento prodotto dal mondo che ci è entrato in casa a cui lo “stato nazionale” non ha più tutte le carte per organizzare una risposta, mentre Europa è ancora incompiuta. La somma delle due tendenze è una micidiale impotenza. Il “tiro incrociato è solo una manifestazione, peraltro, inefficace. Le classi dirigenti dei Pesi membri della Unione ancora oggi, ancora dopo i risultati delle elezioni europee, sottovalutano questa pericolosa miccia. Ho l’impressione che guardano il tutto con una sorta (sbagliata e grave) supponenza.
L’autore ha aggiunto: La costruzione europea è, con tutta evidenza, un cantiere aperto. La mia convinzione profonda è che – allo stato attuale del processo – i destini dei Pesi membri (in primis, dei fondatori) sono totalmente intrecciati con quelli della Unità: simul stabunt simul cadent. Che fare? Ognuno ha il dovere di fare la sua parte. Non posso credere che il mio paese non sappia progettare con rigore e serietà, quando molti italiani, proprio ora stanno progettando e realizzando opere di grande strategicità nel mondo; dobbiamo smetterla di scaricare su altri le responsabilità delle nostre deficienze.