Il direttivo di Forza Italia di Pisticci e Marconia commenta la decisione del consiglio comunale di astenersi sull’articolo 38 del decreto Sblocca Italia. Di seguito la nota integrale.
E la filiera PD decide di non decidere in attesa degli ordini dall’alto.
Come era prevedibile, il Pd pisticcese nel Consiglio Comunale del 29 novembre scorso decide di astenersi sull’art.38 dello “sbocca trivelle” mentre l’Assise pisticcese vota a maggioranza contro, dopo che l’avevano fatto già altri 50 comuni lucani.
Segni evidenti erano emersi fin dal giorno 24.11. quando l’Assemblea Regionale del PD riunita proprio per discutere dello “sblocca trivelle” presenta la linea del partito: non ci sarà alcuna impugnativa perché c’è ancora tempo per trattare e per ottenere dal governo centrale condizioni favorevoli e soltanto se quanto richiesto non sarà accordato si provvederà ad impugnare l’art.38 dinanzi alla Corte Costituzionale. Ossia, resa incondizionata alle politiche speculative e di sfruttamento indiscriminato del Governo Renzi, che considera la Basilicata terra di quattro comitatini.
Precedentemente c’era stata tutta una serie di dichiarazioni di soddisfazione per i miseri risultati ottenuti a riguardo dai parlamentari lucani del PD che si erano spesi per la causa lucana.
Così, mentre a Potenza e a Matera i cittadini manifestavano con le mani ricoperte di guanti neri a significare che non se ne poteva più di estrazioni e di inquinamento ambientale e a rimarcare il nero destino della Basilicata che l’art.38 avrebbe ancor più aggravato, il PD regionale decideva tranquillamente di ignorare le proteste e di affidarsi a quanto sarebbe stato deciso dal Governo centrale.
Lo stesso risultato e le stesse motivazioni per il PD nel Consiglio Comunale materano: infatti, con 15 voti contro 15, tra cui quello del Sindaco e quello del presidente PD del C.C., decide di non decidere.
E Il PD pisticcese, ubbidiente e disciplinato, ha continuato la stessa linea della filiera. Anche qui, incurante di quanto accadeva nelle piazze e nelle vie del paese reale dove gruppi di cittadini e Associazioni manifestavano e raccoglievano firme contro la legge “sblocca trivelle”, decideva in C.C. di astenersi. E con quale motivazione? La stessa: il PD regionale, è in attesa di trattare con Renzi e con il Governo centrale. Dobbiamo aver fiducia. Rimaniamo in attesa che si colga il risultato che noi speriamo. Soltanto dopo si potrà decidere.
E’ certamente contraddittorio per il PD locale astenersi sull’art.38 e votare favorevolmente la delibera contro lo smaltimento dei reflui petroliferi in Val Basento in quanto le competenze autorizzative sarebbero comunque in capo al Governo Centrale.
E intanto, il tempo per aggredire l’incostituzionale art.38 che sottrae ai cittadini e ai territori il diritto di decidere su una questione vitale quale il destino e la difesa del proprio ambiente di vita e per la tutela del bene prezioso della salute scorre inesorabile e il 10 gennaio è ormai prossimo. Non è soltanto un esproprio delle competenze regionali a riguardo del territorio ma un vero esproprio delle coscienze dei lucani.
Altre Regioni ugualmente aggredite e minacciate – Calabria, Puglia, Campania, Abruzzo, Marche, Lombardia-hanno già votato o stanno per votare per un ricorso alla Corte Costituzionale per palese illegittimità.
La Basilicata che già paga un alto tributo in termini di inquinamento e di devastazione ambientale e per gravi problemi sanitari rimane in attesa di quanto riuscirà ad ottenere il PD lucano che pure aveva dichiarato:”niente più estrazioni né in terra né in mare”.
La filiera PD- Regione, Provincia, Comune- ha deciso supinamente in obbedienza di decidere di non decidere.