Sono cinquemila secondo gli organizzatori, tremila per la Questura, le persone che hanno aderito al corteo di protesta promosso in mattinata a Potenza per contestare il decreto “Sblocca Italia” ed in particolare l’articolo 38 che riguarda le estrazioni petrolifere. Associazioni, movimenti e studenti si sono ritrovati in piazza Don Bosco e si sono avviati in direzione della sede della Regione Basilicata, dove sono attese altre centinaia di persone e dove nel pomeriggio l’argomento sarà trattato in una riunione del Consiglio regionale.
Protesta a Potenza contro Decreto Sblocca Italia, nota Latronico (Forza Italia)
“Oggi in migliaia stanno scendendo in piazza a Potenza, tanti giovani, decine di amministrazioni comunali, per rivendicare la centralità degli interessi della nostra terra ed il diritto alla tutela ambientale ed allo sviluppo. Chi volesse ignorare questo sentimento sociale o provasse a minimizzarlo a questioni di disinformazione farebbe un tragico errore. Invece questa forza sociale va messa al centro di un dialogo costruttivo perché non ci può essere uno sviluppo senza il sentimento del popolo e senza la sua attiva partecipazione. Questa e’ la grande questione che deve interessare i decisori pubblici ad ogni livello, perché possano coesistere progetti industriali e sviluppo del territorio”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico, coordinatore regionale di Forza Italia. “Occorre avere una consapevolezza di fondo: che il disagio sociale, peraltro motivato, bisogna rispettarlo per farlo diventare forza di cambiamento partecipato e responsabile. Per questo mi permetto di consigliare all’assemblea regionale di Basilicata, che oggi si riunisce, di onorare questo sentimento votando la delibera di costituzione in giudizio presso la corte costituzionale per contestare il conflitto di attribuzione contenuto nell’articolo 38 del decreto ‘sbocca Italia’, e riprendere un dialogo alla pari con il governo nazionale e le compagnie petrolifere per ottenere garanzie vere sul fronte dello sviluppo della regione e della tutela ambientale, fissando strumenti e mezzi non aleatori”.
Protesta a Potenza contro Decreto Sblocca Italia, nota Benedetto (CD): “Sulla partita petrolio ci giochiamo non solo la credibilità della massima istituzione regionale ma soprattutto il rapporto di fiducia con i cittadini”.
“E’ nostro dovere principale mettere in campo tutte le azioni possibili, in primis l’impugnativa dell’art.38.”: lo ha detto il capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto aggiungendo che “tuttavia se il tentativo del Governatore Pittella è quello di ripristinare un “corridoio diplomatico” con il Governo per tentare di modificare l’art. 38 secondo le sollecitazioni e richieste venute da sindaci, Consigli Comunali, organizzazioni di categoria, della società civile, del volontariato, dagli studenti, siamo disponibili a sostenere questa iniziativa con l’unica pregiudiziale che riguarda i tempi di questo tentativo. Essi – ha precisato – non possono andare oltre l’approvazione della Legge di Stabilità e quindi nel caso non ci fossero i risultati che il comune sentire popolare si aspetta la nostra sarebbe una strada obbligata, quella del ricorso alla Corte Costituzionale e, eventualmente, non fermandoci a questo ma mettendo l’istituzione regionale alla testa del movimento popolare contro trivelle selvagge. Non si sottovaluti che su questa partita ci giochiamo non solo la credibilità della massima istituzione regionale ma soprattutto il rapporto di fiducia con i cittadini”.
Per Benedetto “non basta più l’ascolto. Ci vuole un segnale forte e chiaro poiché noi interpretiamo i sentimenti popolari che rappresentiamo per il mandato elettorale che abbiamo ricevuto e che dobbiamo onorare. Ed è anche questo il motivo che mi ha spinto a non accettare la Presidenza della Commissione di studio sul petrolio . Non ho alcuna intenzione di prestarmi ad un’operazione che di fatto prende in giro i cittadini lucani. Non ha senso studiare e quindi perdere tempo su aspetti che riguardano lo stato di attuazione degli accordi sottoscritti ed utilizzazione delle royalties petrolifere.
I lucani vanno rispettati”.
Il capogruppo Cd ha inoltre affermato che “è innegabile che l’attività di estrazione, produzione e lavorazione presso il Centro Oli Eni di Viggiano, non ha prodotto nessuno degli obiettivi che la Regione, nel 1998, con il primo Protocollo di intesa con l’Eni, aveva immaginato. Non ha creato ricchezza per il territorio e tanto meno posti di lavoro – se non in numero limitato e a tempo determinato – ed invece ha avuto e continua ad avere effetti fortemente negativi sulle attività agricole e produttive dei comprensori petroliferi, sull’immagine turistica dell’intera Basilicata, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Pertanto non può non allarmarci la situazione facilmente prevedibile che si scatenerebbe con l’attuazione dell’art.38 dello Sblocca Italia così come è stato approvato da Governo e Parlamento. Come non possiamo sottovalutare che l’art. 38 è palesemente anticostituzionale. Di fatto anticipa la riforma del titolo V della Costituzione e non ci vuole un costituzionalista per ricordare a Governo e a Parlamento che cambiare la Costituzione richiede ben altri passaggi politici ed istituzionali di un articolo di legge. Nello specifico con l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi – ha detto ancora Benedetto -, il Governo ha avocato a sé ogni competenza e potere, anticipando l’attuazione della riforma del Titolo V in materia energetica e di fatto espropriandoci di ogni funzione persino di tutela ambientale.
E’ questa una convinzione che ha già determinato la scelta di alcune Regioni e l’orientamento dell’Assemblea dei Presidenti dei Consigli Regionali ad impugnare l’art.38 ed altri davanti la Corte Costituzionale. Io l’ho sostenuto “a caldo” e non posso che ribadire il mio giudizio anche oggi: l’art. 38 umilia le popolazioni lucane pendendole in giro, contrabbandando per atto di generosità l’elemosina della deroga per i prossimi tre anni ed esclusivamente per le risorse derivanti dalla parte di incremento dell’estrazione al Patto di Stabilità per le royalties. Da lucano è un provvedimento che non può in alcun modo soddisfarmi. L’art. 38 non espropria solo le Regioni ma anche i Comuni e con essi i cittadini dalla titolarità di scegliere il modello di sviluppo del proprio territorio. Non è infatti possibile conciliare la perforazione di pozzi con il modello di sviluppo eco-sostenibile che vogliamo realizzare. Un modello che punta in particolare sul turismo culturale. Subito dopo il prestigioso riconoscimento per la Città di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in tanti – ha concluso Benedetto – abbiamo sostenuto che la cultura vale più delle nuove migliaia di barili di petrolio che si vorrebbe estrarre bypassando Regione e Comuni e non tenendo conto della diffusa contrarietà che si è manifestata con numerosi ordini del giorno approvati da Consigli Comunali del Materano e del Potentino, oltre che con iniziative di protesta”.
Protesta a Potenza contro Decreto Sblocca Italia, nota OLA
10.000 tra cittadini, lavoratori e studenti sono partiti stamattina con un lungo corteo da piazza Don Bosco a Potenza verso il palazzo della Regione Basilicata, dove è in svolgimento un presidio mentre è in svolgimento la seduta del consiglio regionale che sarà chiamato a decidere se impugnare o meno la legge “sblocca Italia” . Una colorata e lunga onda umana, con striscioni, bandiere e trattori è giunta a Potenza da numerose località e comuni della Basilicata, ma anche da altre regioni limitrofe, come da Taranto dove ci si oppone al Progetto Tempa Rossa. Tra loro anche i sindaci lucani con la fascia tricolore, a ribadire un no, deciso e chiaro, senza se e senza ma, ai consiglieri regionali. A coloro cioè che all’interno del palazzo della Regione dovranno assumersi oggi la gravosa decisione nel dichiarare il loro voto. In primis il presidente della Regione Basilicata che ha tentato in extremis di tenere unito il gruppo politico che lo sostiene in consiglio comunale, dopo aver perso il consenso di parte del partito di maggioranza che ha deciso di schierarsi con quella metà dei sindaci del territorio che hanno già gli hanno chiesto di impugnare presso la Corte Costituzionale il decreto “sblocca Italia”.
Ma gran parte del politica lucana e del partito di maggioranza che guida la Regione ancora “tentenna” e conduce giochi di potere sulla pelle dei lucani decisi a non mollare la lotta, che continuerà ad oltranza, fin quando non si cambierà verso in materia di scelte regionali e nazionali e sul petrolio e di scelte energetiche che stanno procuranno danni sociali, economici, ambientali e mettono a rischio la salute dei cittadini
In queste ore sapremo cosa avrà deciso la massima assise regionale, mentre continuano a succedersi sul palco all’ingresso della sede del consiglio regionale gli interventi di cittadini, esponenti dei lavoratori, dei movimenti che continueranno ad esercitare anche durerante il periodo natalizio un pressing costante perchè chi non vuol sentire prenda atto che la Basilicata non vuole le trivelle ed i rifiuti che questo governo vuol imporre.
Momenti di tensione davanti la Regione. Manifestanti tentano di irrompere nel consiglio regionale.Ripresi i lavori del Consiglio
Sospeso il Consiglio Regionale dopo l’intervento del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella che ha annunciato l’intenzione di voler chiedere la modifica al governo dell’art.38 della legge “sblocca Italia” e non l’impugnativa della stessa legge. E’ stato in questo preciso momento che i manifestanti, assiepati all’ingresso del Consiglio regionale, hanno tentato di irrompere nella sala consiliare, mentre i trattori hanno raggiunto i cancelli di ingresso. La polizia è in assetto antisommossa ed al momento non si segnalano incidenti, anche se la tensione è alta. Alcuni consiglieri regionali hanno abbandonato l’aula, mentre ancora una volta all’interno del palazzo – dicono i manifestanti – non si tiene conto della volontà popolare che chiede a gran voce di impugnare lo “sblocca Italia”.
Si sta tentando di prendere tempo e di far sbollire gli animi con un incontro con una rappresenza dei manifestanti . Ma al momento non sono chiare le decisioni che verranno assunte e se il consiglio deciderà di procedere con la votazione. La Ola aggiornerà sugli sviluppi della manifestazione che auspichiamo si svolga nel rispetto dell’incolumità fisica di tutti così come in mattinata.
“Sblocca Italia”. Ecco perchè non convincono le tesi della Regione. E’ giusto manifestare oggi a Potenza
Il senso della trattativa, indirizzata alla modifica della Legge “Sblocca Italia”, sembra delinearsi. Tuttavia, oltre al non percorrere la strada della immediata impugnazione della Legge n. 164/2014 per i dubbi di legittimità costituzionali degli artt. 35, 36, 37, 38, non si ritengono sostanziali le richieste di modifica che la Regione Basilicata vorrebbe venissero apportate al solo art. 38, tramite il recepimento di 3 emendamenti, probabilmente da inserire nella Legge di Stabilità che, dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati, è attesa in Senato. Il contenuto degli emendamenti è illustrato a pag. 4 sul Quotidiano (3.12.2014).
Si apprezza il tentativo di voler modificare, tramite il primo emendamento, il comma 1 bis del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, tramite la seguente aggiunta “Il piano, per le attività sulla terra ferma, è adottato previa intesa con la Regione o le Regioni territorialmente interessate agli stralci di cui al primo periodo”.
Tuttavia, il terzo emendamento chiede che il comma 6 lettera a) del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, venga così sostituito:”a seguito di un procedimento svolto nel termine di 180 giorni tramite apposita Conferenza di servizi. Qualora la Regione territorialmente competente non abbia provveduto ad esprimere entro 60 giorni dall’avvio della procedura il proprio parere in ordine alla Valutazione ambientale preliminare del programma dei lavori, la Conferenza di servizi di cui al primo periodo svolge nei successivi 30 giorni anche la predetta valutazione acquisendo il parere della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via -Vas del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”.
Scompare, affianco alla parola procedimento, il termine “unico”, ma nulla viene richiesto in merito alla questione del titolo concessorio unico. Così come nulla viene richiesto in merito alla questione del non condivisibile accorpamento, in un unico procedimento, sia della fase di ricerca sia della fase di estrazione di idrocarburi che solleva dubbi di legittimità costituzionale sulla previsione di una pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza sin nella fase di ricerca continuando a disattendere, pertanto, quanto sancito dal’art. 42 della nostra Costituzione.
Infatti, solo nel caso in cui il giacimento minerario venisse scoperto, dichiarandone la coltivabilità,si potrebbe parlare di acquisizione del medesimo al patrimonio indisponibile dello Stato. Solamente in questo preciso momento lo Stato potrebbe dare il giacimento in concessione. In questa prospettiva, il permesso di ricerca, nella prima fase del titolo concessorio unico, si configura come un limite al godimento della proprietà. L’art. 42 della Cost. ammette che la proprietà privata possa essere espropriata, ma solo per motivi di interesse generale. Nel caso del rilascio del titolo unico mancherebbe la dimostrazione dell’utilità generale, non essendo ancora stato scoperto il giacimento.
Per questo, nonostante si cerchi di mantenere distinta la fase della ricerca da quella della coltivazione, la previsione di un titolo concessorio unico continua a sollevare forti dubbi sulla legittimità di sottoporre a vincolo preordinato all’esproprio indifferibile ed urgente anche la fase della ricerca.
Nel terzo emendamento, che si vorrebbe presentare, si precisa la tempistica (60 giorni) per presentare un “parere in ordine alla Valutazione ambientale preliminare del programma dei lavori” da parte della Regione territorialmente competente. È noto che il titolo concessorio unico (e si rimarca la parola Unico) è conferito in seguito ad un procedimento svolto nel termine di 180 giorni. Nel procedimento è prevista, ovviamente, una Conferenza di Servizi nel cui ambito è svolta anche la Valutazione ambientale preliminare del programma complessivo dei lavori che si traduce nell’esprimere, entro 60 giorni, una parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto ambientale VIA/VAS del Ministero competente. Commissione, prevista in precedenza per la sola attività in mare oggi anche per la terraferma, integrata da un componente designato dalla Regione che potrà far sentire la sua voce (consultiva/collaborativa e non vincolante) nell’ambito della presentazione del parere in merito alla VIA.
Inoltre, il secondo emendamento prevedendo che “la competenza è trasferita in sede statale”, sia pur fissando il termine di 150 giorni per l’emissione del provvedimento di Via, porta ad affermare che gli emendamenti presentati, pur con un loro eventuale recepimento, continuerebbero a lasciare dubbi di legittimità sull’art. 38 dello “Sblocca-Italia” in relazione al continuare a disattendere le garanzie sancite dalla Costituzione, in favore delle Regione, poiché continuerebbe ad attrarre allo Stato la competenza legislativa ed amministrativa degli Enti territoriali riducendoli, nel caso della Valutazione d’Impatto Ambientale, a semplici pareri consultivi/collaborativi.
È evidente il persistere del tentativo di anticipare la modifica dell’art. 117 della Costituzione per non attendere i tempi necessari della riforma costituzionale che già avviata e ben lontana dal potersi ritenere conclusa.
Per quanto illustrato, si conferma la presenza dell’Istituzione comunale di Palazzo San Gervasio, in primis del Sindaco, nella giornata di domani 4 Dicembre in difesa del nostro territorio nel mirino di una deregolamentazione che non fa bene alla Basilicata.
Proprio quella Basilicata, genuina e naturale, che 60 Comuni (fonte sito della OLA – 4.12.2014) vogliono difendere insieme a buona parte del Popolo lucano.
Michele Mastro
Sindaco di Palazzo San Gervasio
Quota 61 Comuni contro lo “Sblocca Italia”: ha deliberato il Comune di Gorgoglione. L’elenco dei Comuni in progress al 4/12/2014
Dopo aver lanciato a Villa d’Agri il 19 Settembre scorso, nel corso della Tavola Rotonda “cosa bolle in pentola”(organizzato da OLA, WWF, Laboratorio per Viggiano, Libera Basilicata e l’Onda Rosa), l’iniziativa di impugnativa dello “sblocca Italia”, continuano a pervenire alla Ola le comunicazioni relative alle deliberazioni assunte dai sindaci e dagli enti locali che stanno chiedendo al presidente della Regione, Marcello Pittella, di impugnare presso la Corte Costituzionale lo “sblocca Italia”.
E’ il Comune di Sasso di Castalda che, con deliberazione n.56 del 28 Ottobre 2014, ha deciso in tal senso. Lo fa sapere alla stampa il sindaco di Sasso di Castalda, Rocco Perrone. L’amministrazione di Sasso di Castalda si unisce al comune di Craco (primo comune lucano ad aver assunto tale decisione).
Anche il Comune di Albano di Lucania ha deliberato. Lo ha comunica il sindaco, Rocco Guarino.
Angelo Troiano, consigliere di opposizione nel comune di Bernalda, ci comunica in data 8/11/2014 i gruppi di opposizione hanno procollato la richiesta di convocazione di consiglio comunale per impegnare il Presidente Pittella a promuovere questione di legittimità davanti la corte costituzionale del D.L. 133/2014.
Ieri, 10/11/2014, il Consiglio comunale di San Mauro Forte, su proposta di Sinistra Ecologia e Libertà, ha approvato all’ unanimità una delibera in cui si invita il presidente della Regione Pittella ad impugnare l’art.38 del D.L. 133/2014 presso la Corte Costituzionale. Lo rende noto l’assessore comunale Salvatore Savino.
I sindaci dei Comuni dell’Area programma Marmo-Platano -Melandro in un documento congiunto hanno chiesto oggi con deliberazione del 11/11/2014 alla Regione Basilicata “di impugnare davanti alla Corte costituzionale il decreto “Sblocca Italia” o la eventuale legge di conversione”, ma anche di intraprendere iniziative nella propria area “volte ad impedire attività di ricerca o estrazione di idrocarburi”. La richiesta è stata condivisa dai sindaci diBaragiano, Bella, Ruoti, Muro Lucano, Castelgrande, Balvano, Picerno, Sasso di Castalda e Vietri di Potenza, intervenuti questa mattina a contrada Perolla in una riunione indetta dal presidente dell’Area Programma, Costantino Di Carlo.
Con Delibera N°25 del 6 novenbre 2014 il Consiglio Comunale di Grassano ha deliberato la richiesta che impegna il presidente della Regione ad impugnare lo “sblocca Italia. Lo comunica il sindaco, Dott. Francesco Sanseverino in data 11/11/2014.
Il Comune di Brienza ha deliberato, già giovedì scorso, al fine di intraprendere iniziative volte ad impedire attività di ricerca o estrazione di idrocarburi” nell’area. Lo rende noto l’ufficio stampa comunale. L’assessore comunale, Antonio Sabbatella, su delega del sindaco Donato Distefano – conclude la nota – ha partecipato ieri alla riunione indetta presso l’Area Programma condividendo, peraltro, la richiesta avanzata anche dagli altri sindaci dell’Area.
Il Consiglio comunale di Policoro nella seduta di ieri 13 ha adotatto la delibera che impegna il presidente della giunta regionale ad impugnare l’articolo 38 della legge “sblocca Italia”
Pasquale Stasi, sindaco di Pietrapertosa ci ha comunicato l’impugnativa del suo Comune dell’art 38 dello “Sboccaitalia”.
Il comune di Oppido Lucano (PZ) con DGC n.131 del 14/10/2014 ha deliberato contro lo Sblocca Italia.
il Comune di Castelsaraceno ha deliberato in Consiglio Comunale la propria volontà di impugnare l’art. 38 dello Sblocca italia. Ci si riserva di trasmettere copia della Deliberazione di Consiglio con l’approvazione dell’ordine del giorno. Cordiali saluti. Ing.Rocco Rosano, Sindaco di Castelsaraceno
Ieri sera (14/11/2014) nel consiglio comunale di Bernalda all’unanimità è stato deliberato contro lo Sblocca Italia. Anche il mio comune finalmente si è espresso. Un abbraccio. Katya Madio
I Gruppi PRC, SEL eProgetto Comune comunicano alla OLA che “l’Amministrazione Comunale di Miglionico ha deliberato con delibera n° 121 del 17 Novembre 2014 contro il D.L. 133 del 12 Settembre 2014 e che si chieda l’impegno da parte del Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, di impugnare il decreto Sblocca Italia dinanzi alla Corte Costituzionale, ed in particolare gli art. 36, 37 e 38, ringraziano il primo cittadino Sindaco di Miglionico, Angelo Buono e la sua Giunta Comunale. Con questo atto politico il sindaco e l’amministrazione comunale di Miglionico dimostrano di dare seguito alle richieste avanzate dai vari partiti tra cui Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà e Progetto Comune e dai cittadini miglionichesi. L’opposizione al Decreto Legge n.133/2014 “Sblocca Italia” è, per i partiti e movimenti sopra citati, la conferma dell’attenzione verso il territorio da parte dell’Amministrazione Comunale, dopo la delibera di Giunta n° 7 del 2012 dove il Comune di Miglionico esprimeva il proprio dissenso alla operazioni di ricerca di idrocarburi sul territorio di Miglionico. Riteniamo si debba uscire dalla logica che il petrolio sia l’unica risorsa possibile di sviluppo. La nostra Regione non può permettersi il lusso di sottostare alla volontà accentratrice del Governo Renzi. Dopo la lotta contro le scorie a Scanzano Jonico, la Sinistra sarà a lottare sempre li dove il territorio sarà calpestato”.
Una nostra lettrice ci segnala che hanno Deliberato anche Satriano e Sant’Angelo Le Fratte
Giuliano ci segnala che anche Montescaglioso ha deliberato
L’avv. Giovanna Bellizzi ci comunica che anche Scanzano Jonico ha deliberato e la delibera sarà adottata anche dal Consiglio Comunale
Ci segnalano che nell’elenco c’è anche il comune di Tramutola ha richiesto con delibera del consiglio comunale al presidente Pittella di impugnare la legge sblocca Italia
Stigliano ha deliberato il 28 mattina all’unanimità. Nunzio Pasciucco ( consigliere di minoranza). Auspichiamo che il comune di Aliano cambi verso sulle politiche energetiche non solo petrolifere che riguardano il comune, ad iniziare dalla mega centrale a biomassa che i cittadini non vogliono. Un segnale che possa far riflette amministratori che la Basilicata ha bisogno di rivedere non solo le politiche sull’energia ma anche quelle sull’ambiente.
Pietro Valicenti ci comunica che anche il comune di San Giorgio Lucano ha deliberato.
Ci comunicano che il comune di Paterno ha adottato un provvedimento che chiede al Presidente della giunta Regionale di impugnare presso la Corte Costituzionale lo sblocca Italia (n.969 del 20/11/2014)
Sulla bacheca Ola ci hanno comunicato di aver deliberato anche i comuni di Terranova di Pollino e Laurenzana (segnalazione alla Ola di Francesco Pavese).
Il sindaco di Campomaggiore, Candio Tiberi, ci ha comunicato l’avvenuta deliberazione del suo comune.
Anche il Comune di Cancellara ha deliberato per impegnare il presidente della Regione Basilicata ad impugnare lo”sblocca Italia”. Ce lo comunica il sindaco nochè vice presidente dell’Area Programma Alto Basento-Bradano, Ing Antonio Lo Re, che in un comunicato ne spiega le ragioni.
Si aggiunge a Cancellara anche il popoloso comune di Avigliano. Lo rende noto in uncomunicato l’espondente di Fratelli d’Italia, Vincenzo Claps.
Il sindaco del Comune di Montemurro, Senatro Di Leo, ci segnala la pubblicazione delladeliberazione del suo comune che impegna il presidente della Regione Basilicata ad impugnare la legge 164/2014 presso la Corte Costituzionale. Un impegno importante – ritiene la Ola – anche per le criticità ambientali presenti nel comune dovute al petrolio.
Anche il comune di Gorgoglione ricandente nella concessione omonima della Total hadeliberato di impegnare il presidente della Regione, Marcello Pittella, ad impugnare la legge sblocca Italia presso la Corte Costituzionale. La Ola chiede che per l’area interessata da intense attività petrolifere il comune si impegni da subito ponendo l’ambiente e la salvaguardia della salute al centro delle proprie politiche in un’area dove nei prossimi anni pesanti saranno le conseguenze di tali attività sull’ambiente e la salute dei residenti beni e bisogni prioritari e centrali.
- Craco
- Gorgoglione
- Montemurro
- Avigliano
- Cancellara
- Laurenzana
- Terranova di Pollino
- Paterno
- San Giorgio Lucano
- Stigliano
- Tricarico
- Irsina
- Cirigliano
- Rotondella
- Tito
- Montalbano Jonico
- Tramutola
- Scanzano Jonico
- Montescaglioso
- S.Angelo Le Fratte
- Satriano
- Miglionico
- Sarconi
- Bernalda
- Pietrapertosa
- Castelsaraceno
- Oppido Lucano
- Policoro
- Grassano
- Baragiano
- Brienza
- Bella
- Campomaggiore
- Ruoti
- Muro Lucano
- Castelgrande
- Balvano
- Picerno
- Sasso di Castalda
- Vietri di Potenza,
- Albano di Lucania
- Anzi
- Grumento Nova
- Spinoso
- Tursi
- Brindisi di Montagna
- San Mauro Forte
- Palazzo San Gervasio
- Barile
- Genzano di Lucania
- Lavello
- Maschito
- Melfi
- Montemilone
- Rapolla
- Rapone
- Rionero in Vulture
- San Fele
- Venosa
- Ginestra
- Forenza
La Ola invita i primi cittadini a deliberare e comunicarci la loro decisione di chiedere al Presidente della Regione Basilicata di impugnare “lo sblocca” Italia”, possibilmente inviandoci l’atto approvato per completezza informativa.