Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale su Piano Regionale di utilizzo delle aree demaniali marittime (“Piano Lidi”): Una lunga storia che va avanti da oltre dieci anni”.
Risale a prima del 2005 l’iter attraverso cui la Regione avrebbe dovuto approvare e rendere esecutivo il piano di utilizzo delle aeree demaniali marittime che contempla al suo interno il Piano lidi, strumento indispensabile di programmazione funzionale alla pianificazione di investimenti da parte dei tanti operatori turistici delle coste della Basilicata.
Sono trascorsi oltre dieci anni e ancora la Regione è inadempiente. Per sollecitare una risoluzione del problema e comprendere i motivi del ritardo abbiamo richiamato l’attenzione la Giunta con una specifica interrogazione.
In realtà, con la Delibera del Consiglio regionale. n. 940 del 16/02/2005 il Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime e, quindi, il Piano lidi, era stato approvato.
Già in sede di approvazione, tuttavia, erano stare riscontrate delle criticità, pertanto con D.G.R. n. 1012 del 22/04/2005 l’Ufficio Demanio Marittimo veniva incaricato di predisporre la variante al piano lidi affinché fossero riconsiderate e riviste le capacità del territorio a recepire gli interventi programmati.
L’8 Ottobre 2010, a cinque anni dal conferimento dell’incarico all’Ufficio Demanio, con deliberazione n. 1667, la Giunta adottava la variante al Piano Regionale di Utilizzo delle arre demaniali marittime e del relativo rapporto ambientale.
Siamo alla fine del 2014 e ancora, la Delibera di approvazione della variante non è stata portata all’approvazione del Consiglio affinché diventi esecutiva.
Il ritardo è incomprensibile. Nella scorsa seduta del Consiglio regionale avevamo proposto una mozione per sollecitare la Giunta ad occuparsi del settore degli operatori balneari, già messo in ginocchio dalla crisi economica e pregiudicato, da un lato, dall’applicazione della Direttiva Bolkestein e, dall’altro, dal disegno di legge nazionale sulle aste per le concessioni demaniali e sull’aumento dei canoni demaniali.
Riteniamo, qualunque siano i motivi, che non è accettabile né comprensibile un tempo così lungo per approvare un piano regionale, che siamo certi, potrebbe determinare reale sviluppo e quindi anche un certo numero di posti di lavoro.
È ovvio che una regolamentazione certa della materia spingerebbe anche ad innalzare il livello qualitativo dell’offerta turistica attraverso investimenti strutturali da parte degli operatori turistici, i quali in molti casi non investono nella propria attività per il sol fatto di non avere sicurezze relative alle concessioni delle aree demaniali marittime, che il piano deve stabilire.
Ma siamo in Lucania e qui lo sviluppo passa prima dall’assistenzialismo e poi dalla tutela del lavoro. Noi continueremo a mantenere alta l’attenzione per una categoria che è stata per troppo tempo ignorata dalle istituzioni regionali.