I cosiddetti “forti ribassi” sui prezzi dei carburanti, sulla scia della discesa del prezzo del greggio, che si traducono al massimo, e dunque in maniera differenziata secondo le compagnie, a 2 centesimi al litro, non ci fanno fare salti di gioia, sia perché nella terra produttrice di idrocarburi come è arcinoto gli automobilisti lucani continuano a pagare il carburante di più di altre regioni, sia perché non sono i 2 centesimi a rappresentare un beneficio per le nostre comunità alle prese con l’impatto petrolifero.
Lo sostiene la segretaria regionale di Italia dei Valori Maria Luisa Cantisani che aggiunge: in Basilicata scontiamo due volte il primato del prezzo della benzina che in Italia rimane comunque il più alto d’Europa. La media Ue per un litro di verde – come ci ricordano le associazioni dei consumatori che si occupano del monitoraggio costante di quella che è diventata una tra le spese che pesa di più sui bilanci della famiglie – è oggi di 1,333 euro/litro, contro 1,596 euro del nostro paese. Ciò significa che un automobilista italiano paga oggi per un pieno di benzina circa 13,15 euro in più rispetto la media Europea e che da noi il gap europeo sale ancora di più.
Nel ricordare la proposta, di qualche tempo fa, presentata dalla Confesercenti di Potenza di prevedere in linea con quanto accade per i titolari di stazioni di carburanti del Varesotto la stessa tariffa agevolata di vendita di carburanti alla pompa, ovviamente che si riversa positivamente sugli automobilisti, anche ai titolari di impianti della Basilicata, la segretaria di Idv sostiene che essa è sicuramente da approfondire in tutti gli aspetti amministrativi e tecnici e che è di gran lunga più efficace della card carburante che abbiamo da sempre contestato. Il cittadino lucano– continua – è vittima di una beffa di fondo: Il riconoscimento di una percentuale da elemosina di ristoro economico a fronte delle estrazioni petrolifere. In proposito, il superamento della card carburante e la trasformazione in card sociale, che – evidenzia Cantisani – è una rivendicazione da sempre sostenuta da Italia dei Valori, presentata ufficialmente ai giornalisti dal segretario nazionale del partito Ignazio Messina, nel novembre 2013, è un primo passo per affermare nei fatti una svolta nella gestione delle royalties derivanti dalle estrazioni petrolifere.