Sesto giorno di sciopero della fame a Marina di Ginosa ed a Serramarina di Metaponto
Nella serata di mercoledì 27 luglio i sindaci si trovano a Serramarina di Metaponto con i consigli comunali aperti.
Patrizia Bitetti, Ernesto Carrera, Adele Costella a Marina di Ginosa nei locali parrocchiali di Piazza San Pio, Domenico Prencipe, Maria Urla e Agostino Dichio a Serramarina di Metaponto sono al VI giorno di sciopero della fame, continuano ad assumere liquidi e a non cibarsi. Da ieri vengono costantemente monitorati per valutare gli effetti sulla salute. Cali di pressione e stanchezza si sono manifestati già dalla giornata di ieri. Ieri sono arrivati molti messaggi con appelli ad interrompere la protesta per non mettere a rischio la salute ed il corpo delle persone ma nella serata nei due incontri tenuti a Serramarina ed a Marina di Ginosa la volontà di andare avanti è stata chiara: servono le risposte e serve che ci siano certezze sull’emissione dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. La scelta su interrompere l’azione non dipende semplicemente da chi sta facendo lo sciopero della fame ma, prima di tutto, da chi deve dare le risposte: l’ordinanza conseguente alla dichiarazione di stato d’emergenza è un atto dovuto e se non verrà emessa la responsabilità per gli effetti che potrebbero accadere ricadrà su chi non la ha adottata. Il Comitato ha dato mandato ad un legale di redigere una diffida ad agire e ad inviarla via Ufficiale Giudiziario al Presidente Berlusconi, invitandolo a compiere quanto è in suo dovere e comunicandogli di ritenerlo responsabile per quanto sta accadendo e quanto potrebbe accadere alla salute dei cittadini in sciopero della fame.
Oggi è una giornata importante per l’azione in corso: al via la petizione internazionale e nazionale sul web al Presidente Napoletano con una lettera che può essere direttamente inviata dal sito www.terrejoniche.net (vedi l’allegato) mentre sono in corso i preparativi per la riunione dei sindaci e dei consigli comunali aperti del Metapontino e del Tarantino Jonico con l’invito ai consiglieri provinciali di Taranto e Matera che si terrà a Serramarina di Metaponto alle 19. All’incontro sono stati invitate le organizzazioni sindacali tutte e saranno presenti sia i tre lucani che i tre pugliesi in sciopero della fame. All’ordine del giorno il sostegno all’iniziativa in corso e la proposta di adozione di un documento che chiede con forza di sbloccare la situazione. Anche dopo la discussione di ieri tenuta a Potenza in occasione dell’incontro della Cabina di Regia sull’emergenza del dopo alluvione, il Comitato arriverà con la proposta di indire una manifestazione unitaria di tutti i lucani e pugliesi se nelle prossime ore non arriveranno le risposte attese.
Riunione della “cabina di regia”. A quasi 5 mesi non è arrivato un euro e manca ancora l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri per sbloccare accertamenti e aiuti regionali. “Qui non è possibile fare di più, manifestiamo a Roma”.
A quasi 5 mesi dall’alluvione dello scorso 1 marzo la mancanza dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che indica le modalità di attuazione del dichiarato stato di calamità blocca ogni possibilità di intervento in favore delle aziende danneggiate e i rappresentanti di mondo agricolo e industrie chiedono alla Regione Basilicata di mettersi a capo della protesta partecipando ad una grande manifestazione che veda a Roma sfilare congiuntamente tutte le sigle.
La richiesta è stata avanzata questa mattina nel corso della riunione della “cabina di regia” convocata dall’assessore alla Protezione Civile, Rosa Gentile, e a cui ha preso parte anche l’assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco.
I due esponenti di giunta, ciascuno per propria parte, hanno fatto il punto sulle iniziative messe in campo dalla Regione fino a questo momento (con già delibere di aiuto alle imprese danneggiate per oltre 2 milioni) e sulle interlocuzioni avute col Governo per sbloccare la situazione di impasse sottolineando l’unitarietà dell’azione regionale che si è verificata dal primo momento, con la decisione di affidare la presenza sui luoghi dell’emergenza al solo assessore alla protezione civile e fino ai tempi più recenti, con i diversi esponenti di giunta pronti a rivendicare ad ogni tavolo nazionale, gli aiuti spettanti alla Basilicata. “Ad oggi – hanno spiegato Gentile e Mazzocco – la Regione ha fatto tutto quanto possibile, bloccata anche dall’applicazione del patto di stabilità. Restano emergenze irrisolte che riguardano le imprese ma anche il ripristino degli argini e l’eliminazione del rischio residuo, interventi senza i quali in autunno il problema potrebbe riproporsi. Ma il Governo non solo non dà risorse, ma in assenza dell’Ordinanza impedisce anche di porre in atto azioni proprie”.
La mancanza dell’ordinanza, ad esempio, rende impossibile la rilevazione dei danni, non essendo indicati i criteri con cui vanno quantificati. Conseguentemente tutti gli aiuti legati al riconoscimento di una percentuale del danno, anche quelli già finanziati dalla Regione, restano bloccati. E, in prospettiva, c’è il problema del mancato trasferimento di fondi. “Per le calamità dello scorso 2 novembre – hanno spiegato Gentile e Mazzocco – a fronte di un danno che lo stesso Governo ha riconosciuto in 3 milioni di euro, ha impegnato solo 148mila euro”. Insomma, il momento è difficile, le prospettive non lasciano ben sperare.
Da parte delle rappresentanze delle imprese c’è stato il riconoscimento dell’impegno avuto dalla Regione per far fronte alle situazioni di difficoltà, anche se sono stati auspicati “sforzi creativi” che consentano di velocizzare l’erogazione della spesa aggirando i vincoli posti da norme nazionali e comunitarie. Ma in maniera ancor più forte è stata presentata la volontà di organizzare una grande manifestazione unitaria a Roma per sollecitare l’adozione dei provvedimenti in favore degli alluvionati chiedendo alla Regione di elevare i toni del confronto istituzionale col Governo nazionale e di mettersi a capo delle iniziative di protesta.
“Il governatore De Filippo – ha detto Nicola Serio presidente della Cia del Materano – si metta alla nostra testa per ottenere quell’ordinanza senza la quale ogni sforzo è impossibile”. “Proprio per l’ordinanza – ha aggiunto Fabris del Comitato Terre Joniche – da 5 giorni 6 persone stanno facendo uno sciopero della Fame e abbiamo chiesto anche alla Regione Puglia di seguire la strada della Regione Basilicata”. “La sola azione istituzionale non è bastata – ha detto Giuseppe Brillante direttore della Coldiretti – la Regione alzi i toni col Governo e noi saremo pronti ad accompagnarla. Se il problema è la mancanza Opcm su quello bisogna far convergere gli sforzi”. “La Regione ha già chiarito col Governo le esigenze – ha aggiunto Nicola Minichino di Coopagri – lo ha fatto anche l’assessore Mazzocco col Ministro Romano alla nostra manifestazione nazionale, ma non ci sono state risposte. Dalla Regione non possiamo pretendere di più, ora serve unirci per ottenere da Roma ciò di cui abbiamo bisogno”.
E sulla stessa linea si è schierato anche Giovanni Matarazzo, Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Basilicata: “il problema non è dell’agricoltura ma del territorio e delle sue imprese, e dobbiamo muoverci all’unisono”.
Mentre la Regione Basilicata ha convocato in mattinata la cabina di regia per fare il punto sui danni provocati dall’alluvione del 1° marzo scorso è arrivato al quinto giorno lo sciopero della fame che hanno deciso di avviare due componenti del comitato TerreJoniche: Patrizia a Marina di Ginosa e Maria a Serramarina, cominciano ad accusare problemi fisici e malori e hanno chiesto ai Prefetti interventi medici .
Una delegazione del Comitato TerreJoniche ha partecipato all’audizione prevista a Potenza per discutere dell’assestamento di bilancio in Regione. E’ evidente che ci aspettiamo che, dopo tutta la disponibilità manifestata in queste settimane, ci siano atti concreti e, dunque, che nella manovra di assestamento di bilancio regionale vi siano le poste e le risorse necessarie ad affrontare l’emergenza alluvione nel metapontino. Non perdiamo di vista l’obiettivo centrale della nostra iniziativa: le risposte che devono arrivare dal Governo Nazionale con l’ordinanza del Presidente del Consiglio e la garanzia che da lì vengano strumenti e risorse ma ci aspettiamo che la Regione Basilicata e la Regione Puglia affrontino le questioni dotandosi, per quanto le compete, di ogni sforzo anche finanziario per intervenire nelle aree alluvionate. L’Assessore Fabiano Amati ha dato prime indicazioni di un lavoro che in Puglia si apre alle istanze del Comitato e dei cittadini con la disponibilità ad individuare risorse che potrebbero andare a sostenere le famiglie ancora ospitate in albergo. In Basilicata si tratta di consolidare il lavoro già fatto e di trasformare in misure e strumenti le indicazioni che sono già venute avanti nelle scorse settimane.
Il comitato ha partecipato con una delegazione di donne agricoltrici oltre che con il suo portavoce Gianni Fabbris e con Michele Ferrante, una delle aziende più colpite nel territorio.