Come è lontano ed isolato quel dirigente scolastico della provincia di Bergamo che ha vietato il presepe a scuola dai nostri paesi che stanno preparando il tradizionale presepe vivente e dalle famiglie lucane che il presepe lo hanno già fatto in casa. Non si sottovaluti la sentita partecipazione di centinaia e centinaia di persone di piccoli centri, dalle Dolomiti Lucane al Melandro, da contrade rurali sino a Matera per il Presepe vivente nei Sassi. E come è incomprensibile quel comportamento di divieto dal Presepe nei Sassi del maestro Francesco Artese, che è stato realizzato a Piazza San Pietro “culla della cristianità” e poi è stato allestito in giro per il Mondo sino a Betlemme, simbolo di una cristianità che si mescola con le bellezze lucane. Dunque la vicenda dell’ Istituto “De Amicis” di Celadina (Bergamo) in questo Natale 2014 fortemente segnato dalla crisi, non solo economica ma di valori civili ed etici, è diventato l’esempio più vistoso della necessità di affermare i valori cristiani che fanno parte della nostra cultura e della nostra identità. Se soltanto ci fosse in questo sempre più abbruttito paese, la consapevolezza di cosa realmente è celato, in modo magistralmente sapienziale, nel Presepe – l’”invenzione” di Francesco d’Assisi – forse se ne avrebbe maggior cura e rispetto. Rispetto non soltanto dal punto di vista religioso, ma rispetto anche dal punto di vista storico e artistico. Non ho capito cosa siano i “cosiddetti ” elementi valoriali che lo straordinario preside ha portato come spiegazione per il suo rifiuto del Presepe, so che un altro ha addotto come spiegazione del suo rifiuto il fatto che il Presepe discriminerebbe i fedeli di religioni diverse dal Cattolicesimo. L’ignoranza si commenta da sé. Mi sarei comunque aspettato una reazione decisamente più forte dal mondo cattolico della nostra regione e tra i cattolici impegnati in politica . Non mi pare che neanche la vaticanista e parlamentare del Pd Fattorini, eletta in Basilicata, abbia preso posizione. Ricordo invece ben altra reazione in riferimento al gesto, anch’esso incomprensibile ed ingiustificabile, dell’assessore alla Salute Flavia Franconi che appena insediata decise di togliere il crocefisso dall’ufficio assessorile e fu “costretta”, per effetto della mobilitazione dell’opinione pubblica a rimetterlo al suo posto. Ecco la forte attualità del nostro impegno di rinnovato protagonismo dei cattolici a partire dai cosiddetti «valori non negoziabili». Del resto questo sta avvenendo da anni. E i cattolici si sentono pure giustificati dalla linea del Concilio Vaticano II che ammette che dal Vangelo non derivano opzioni immediatamente fruibili sul piano pratico della politica. Insomma il giudizio sulle scelte spetta alla coscienza dei singoli. I cattolici, come tutti i cittadini, guardano con stupore indignato ai capricci e agli sprechi dei partiti con i soldi dei contribuenti. Chiedono concretezza nelle proposte. Purtroppo sono anche abituati a promesse che non vengono mantenute a livello fiscale, economico, sociale, ma su un punto non possono arretrare: il Presepe non si tocca.