Venerdì 12 dicembre al Dipartimento Salute, alla presenza del direttore generale Donato Pafundi (assente ancora una volta l’assessore Franconi), si è consumata un’altra puntata che riguarda la situazione di emergenza che vive la specialistica ambulatoriale. Una puntata che purtroppo non offre attenzione nè soluzione alla situazione di collasso delle decine di piccole strutture che dovrebbero chiudere o morire. Al tavolo il direttore Pafundi – che ci ha comunicato la delega “politica” ricevuta – ha annunciato la predisposizione di una deliberazione di giunta che dovrebbe contenere alcune risposte alle nostre rivendicazioni ma limitatamente alla “partita” dei risparmi di settore. Abbiamo dunque assistito ad un ulteriore rinvio ad una settimana per avere chiara la portata della parziale e presunta soluzione e soprattutto – è il giudizio dei dirigenti di Sanità Futura – all’ennesima prova dell’assoluta sottovalutazione delle gravissime problematiche del settore. In definitiva, le strutture della specialistica ambulatoriale che erogano prestazioni di diagnostica per immagini, analisi, visite specialistiche, cure riabilitative, ecc., indispensabili all’utenza, e nello specifico al Servizio Sanitario Regionale per “alleviare” i disagi derivanti dalle liste di attesa, e che hanno superato da mesi il budget 2014 assegnato, dovrebbero continuare a svolgere l’attività a proprie spese. La situazione – si legge nella nota dell’associazione delle strutture sanitarie accreditate – continua ad essere “nera” come si preannuncia l’intero mese di dicembre. La responsabilità ricade sulle spalle, a questo punto, del direttore generale, sembrando quasi una forma di commissariamento, mentre siamo sempre in attesa di segnali dalla governo istituzionale e politico. Le idee progettuali da parte nostra non mancano e non faremo mancare in tema di appropriatezza di sistema, di flessibilità rispetto al mutare dei bisogni epidemiologici, di economicità delle prestazioni ambulatoriali complesse rispetto alle degenze, e di connessione con il sistema ospedaliero. Per noi la priorità individuata resta quella di un riposizionamento delle politiche sanitarie e del welfare rapido, incisivo, serio, fortemente orientato alla risoluzione veloce dei punti di maggiore criticità. La nostra ricetta – “4 Torri” per azzerare la mobilità passiva ed attrarre utenza extraregionale – si fonda sulla presa in carico di un problema più grande che chiede un approccio interdisciplinare, fatto di reale semplificazione amministrativa, di formazione professionale, di di nuove tecnologie, di innovazione dei processi aziendali, di integrazione con altri mondi produttivi. La condizione pregiudiziale – conclude la nota di Sanità Futura – è la reale volontà di concertazione per affrontare a 360 gradi l’intera problematica che continuiamo a sostenere nelle interesse di imprese, collaboratori, dipendenti, pazienti e a questo punto nell’interesse dello stesso governo regionale.