La Regione Basilicata esprime parere contrario VIA al permesso
idrocarburi Enel Longanesi nel mar Jonio.
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, rende noto che la giunta
regionale con DGR n. 1494 del 4/12/2014 ha espresso “parere contrario
al rilascio del giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale da
parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, ai del D. L.vo n. 152/2006 (e s.m.i.) – Parte Il, relativamente
all’Istanza di Permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi
in mare denominato “d 79 F.R -.EN“, proposto dalla Società Enel
Longanesi Developments S.r.l. . La Ola chiede alla Regione Basilicata
che al no per i permessi e le istanze idrocarburi in mare, seguano da
subito anche i pareri contrari VIA per le istanze “onshore“, alias in
terra ferma, le cui autorizzazioni verranno rilasciate dai ministeri
competenti e non più dalla Regione dopo il 31/3/2015, in base alla
legge “sblocca Italia” (L.n. 164/2014). Opporsi alle trivelle in terra
e in mare è dunque ancora possibile, e la Regione lo faccia subito,
prima che sia troppo tardi.
Per quanto riguarda l’istanza dell’Enel Longanesi – si legge nel
provvedimento regionale – lo studio S.I.A. e la documentazione
prodotta a corredo dell’istanza di V.I.A., ha analizzato con metodo
essenzialmente sintetico-descrittivo, su base esclusivamente
bibliografica, le principali componenti ambientali potenzialmente
interessate dalle azioni di progetto; nel quadro di riferimento
progettuale non viene indicato un dettagliato programma dei lavori, ma
soltanto dati indicativi in merito alla esatta ubicazione e lunghezza
complessiva delle linee sismiche, alle caratteristiche e numero degli
air-gun utilizzati, alla configurazione degli stendimenti; nel quadro
di riferimento ambientale: non si tiene in debito conto dell’area di
golfo interessata dai lavori, che potrebbe presentare caratteristiche
meteo-marine anche molto diverse rispetto al mare aperto; la
descrizione della componente fauna, con particolare riferimento ai
cetacei ed alle tartarughe marine, è supportata esclusivamente dalla
consultazione di bibliografia di settore senza il supporto di
specifiche campagne di monitoraggio per la definizione delle rotte di
più frequente percorrenza di tali specie; non vengono forniti dati in
merito allo stato ex ante della componente rumore nell’area in esame
con riferimento alle sorgenti acustiche di origine artificiale quali:
traffico navale, attività costiere; relativamente alla stima dei
presumibili impatti: non vengono fornite spiegazioni circa le modalità
di assegnazione dei valori di magnitudine per le azioni di progetto
nel sistema matriciale utilizzato.
L’Impatto acustico – si legge sempre della DGR – è stato valutato
esclusivamente per le operazioni previste in progetto (air-gun) senza
alcuna valutazione cumulativa rispetto ai valori sonori di fondo dello
stato ex ante causato soprattutto dai traffico navale; il metodo
matematico utilizzato per determinare la distanza entro la quale si
raggiunge il livello di esposizione massimo risulta generico senza
tener conto delle diverse variabili che incidono nella propagazione
delle onde in mare (temperatura, densità dell’acqua e pressione) oltre
che delle specifiche caratteristiche del fondale interessato; viene
indicato come periodo di esclusione delle attività solo quello
riferito al ciclo riproduttivo delle specie ittiche di interesse per
la pesca senza alcuna considerazione della frequenza di transito di
cetacei e mammiferi marini; non viene svolta alcuna considerazione
circa l’interesse turistico delle fasce costiere prospicienti e
l’eventuale interferenza con la nautica da diporto; ” la Regione
Basilicata ha assunto quale obiettivo prioritario la tutela ambientale
ed il rilancio turistico della fascia jonica costiera attraverso la
redazione di specifici strumenti di pianificazione territoriale quali:
il redigendo “Piano Regionale Coste” (attualmente in procedura di
VAS.) le cui azioni sono prioritariamente indirizzate alla
salvaguardia delle risorse naturali, degli insediamenti civili,
produttivi e delle infrastrutture, alla difesa del litorale
dall’erosione marina e al ripascimento degli arenili,
all’armonizzazione dell’utilizzazione pubblica del demanio marittimo
con lo sviluppo turistico e ricreativo della zona costiera, alla
riqualificazione ambientaledei tratti di costa emersa e sommersa; il
vigente “Piano Regionale di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime”
(approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n. 940 del
16/02/2005, la cui variante è attualmente sottoposta a procedura di
VAS.) che disciplina !’impiego delle aree del demanio marittimo al
fine di garantire un corretto equilibrio fra la salvaguardia degli
aspetti ambientali e paesaggistici del litorale e lo sviluppo delle
attività turistichee ricreativeche vi si svolgono; con D.G.R. n. 761
del 27/06/2013 con la quale sono stati approvati i formulari standard
aggiornati delle aree SIC/ZPS e si è provveduto ad ampliare le stesse
per una superficie complessiva pari a circa 5.000 ha, comprendendo i
tratti marini prospicienti con una visione applicativa di area vasta,
attesa l’enorme valenza naturalistica; attualmente sono in fase di
ultimazione gli studi condotti che, tra l’altro,hanno evidenziato la
presenza della Cymodocea Nodosa che costituisce fondamentali aree di
alimentazione della tartaruga marina;
Nell’ambito della “Strategia Marina” di cui al D. L.vo n. 190/2010
(recepimento della Direttiva 2008/56/CE), la Regione Basilicata ha
approvato, con D.G.R. n. 1769/2012, lo schema di protocollo d’intesa
tra il MAT.T.M. e le Regioni Siciliana, Calabria e Basilicata (già
sottoscritto tra le parti) che prevede, tra l’altro, lo studio sulla
distribuzione ed estensione degli habitat sia bentonici che pelagici;
“Sono condivisibili le osservazioni prodotte dalle Amministrazioni
Comunali costiere e della Provincia di Matera in merito al rischio di
impatti negativi a carico del delicato sistema ambientale coinvolto,
che possono provocare gravi ripercussioni sul sistema economico
locale; ” l’intervento in esame contrasta con gli obiettivi di tutela
ambientale e di rilancio eco-turistico della costa jonica lucana in
quanto, dall’analisi dello S.I.A. proposto, non è possibile escludere,
con ragionevole certezza, l’innesco di impatti negativi significativi
a carico dell’ambito marino interessato e delle fasce costiere
prospicienti,
L’Ufficio regionale Compatibilità Ambientale ha il compito di
notificare copia della presente Deliberazione al Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per gli
adempimenti di competenza; trasmettere copia della presente
Deliberazione alla Provincia di Matera ed ai Comuni di Bernalda,
Pisticci, ScanzanoJonico, Policoro, Rotondella, e Nova Siri, per
dovuta conoscenza.
RIFIUTI INDUSTRIALI PRESSO L’INCENERITORE FENICE: INTERVENGA IL MINISTERO DELL’AMBIENTE
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in merito al recente
provvedimento regionale di stop al forno rotante per i rifiuti
industriali bruciati presso l’inceneritore Fenice, emesso dalla
Regione con DGR 1499/2014, giudica anch’esso carente, così come i
rilievi Arpab, in merito alle emissioni di iodio e fumi di colore
rosso dall’inceneritore Fenice segnalati dai cittadini.
Ha pertanto interessato il Ministero dell’Ambiente affinchè effettui
una verifica tecnico-amministrativa circa i controlli ed i monitoraggi
presso l’inceneritore Fenice, anche attraverso un riscontro dei codici
CER in ingresso all’impianto. Al comune di Melfi la Ola chiede di
verificare che lo”stop” venga rispettato, effettuendo i controlli in
ingresso presso l’inceneritore.