Riportiamo di seguito il testo dell’interrogazione a risposta in commissione presentata dal parlamentare del PD Vincenzo Folino al Ministero dello sviluppo economico sulla bonifica dei Siti inquinati di interesse nazionale di Tito e della Val Basento.
— Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
con delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana in data 2 novembre 2012 sono stati assegnati al territorio della regione Basilicata 41,72 milioni di euro per interventi nel settore ambientale ed in particolare per 10 interventi di bonifica delle acque di falda e dei suoli nei Siti inquinati di interesse nazionale di Tito e della Val Basento;
in data 19 giugno 2013 veniva sottoscritto dalla regione Basilicata ed il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare l’Accordo quadro rafforzato per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica delle acque di falde e dei suoli nei siti inquinati di Tito e della Val Basento;
detto Accordo prevedeva che le obbligazioni giuridicamente vincolanti relative agli interventi di bonifica da realizzare venissero sottoscritte entro il termine, oramai decorso, del 30 giugno 2014, salvo la revoca dei finanziamenti assegnati con delibera CIPE n. 87/2012;
secondo quanto riferito in una nota inviata ai media locali dai sindacati lucani, ad oggi la regione Basilicata, impegnata nella redazione e definizione dei progetti di bonifica così come richiesto dall’Accordo quadro rafforzato, non avrebbe ancora formalizzato alcuna richiesta di proroga dei suddetti termini al Ministero dello sviluppo economico e quindi non sarebbe certa la disponibilità che le risorse finanziarie stanziate con delibera CIPE siano ancora disponibili –:
se le risorse assegnate con delibera CIPE n. 87/2012 per un importo di 41,72 milioni di euro alla regione Basilicata per gli interventi di bonifica dei siti inquinati d’interesse nazionale di Tito e della Val Basento siano ancora disponibili e se risulti che gli atti finora compiuti siano conformi nella tempistica al citato accordo di programma. (5-04234)
La querelle di questi giorni sulla Val Basento ha determinato una preoccupante quanto inquietante guerra tra poveri: cioè tra coloro che si ergono a difensori dell’ambiente e tra i lavoratori che si preoccupano di veder smantellare l’intera area industriale con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. E’quanto sostiene, in una nota, Luigi D’Amico Segretario Generale della Ugl di Matera, il quale afferma che è stata gestita malissimo la vicenda dei miasmi in Val Basento con alcune posizioni oltranziste da “pasdaran” (venute fuori anche in alcuni ambiti politici e sociali o da personaggi locali in cerca di autore), poco inclini al dialogo ed al rispetto delle altrui posizioni. La veemente e legittima reazione dei lavoratori della Val Basento che hanno coinvolto tutte le istituzioni locali, la Prefettura di Matera, la Regione Basilicata, nonché il Vescovo di Matera ha voluto solamente essere un deterrente alla deriva intellettuale di coloro che, magari strumentalmente e qualcuno neanche in buona fede, spara nel mucchio unicamente per raggiungere obiettivi estranei alla soluzione delle problematiche di carattere ambientale esistenti in Val Basento. La Regione Basilicata, che ha messo in piedi un tavolo permanente per affrontare la vicenda con la presenza di tutti gli attori in campo, è l’unico soggetto in grado di poter assumere precisi impegni sulla vicenda, innanzitutto pubblicando ufficialmente la documentazione delle analisi fatte e/o da effettuare a cura degli organismi preposti (ARPAB in prima linea), contribuendo altresì a fare definitivamente chiarezza e togliere ogni ombra di dubbio sulla serietà e veridicità delle analisi effettuate in Val Basento.
Le analisi ufficiali e gli screening radiometrici effettuate a tutt’oggi dall’Arpab sulle concentrazioni dei principali radionuclidi, tra cui il Cs-137, sono risultate inferiori alle minime attività rilevabili (M.A.R.), occorre continuare in un’analisi di laboratorio continuata, periodica, trasparente e rassicurante per le popolazioni ricadenti sul territorio attraverso una informazione dei dati che probabilmente è mancato fino ad oggi. Vi sono stati in questa vicenda, continua Luigi D’Amico, attori poco protagonisti, come il Consorzio Industriale di Matera, attori (qualche partito locale) poco attenti alle dinamiche sociali dirompenti che questa vicenda avrebbe prodotto tra i cittadini, alcuni (per fortuna pochissimi) pasdaran che facevano solo spot pubblicitari, molti altri alla ricerca di autocelebrazioni, ma nessuno che abbia avuto l’idea di tentare di far conciliare l’ambiente con il lavoro, anche attraverso una opportuna ed indifferibile Conferenza Regionale di Servizi. Il dialogo ed il confronto sono la strada maestra per poter affrontare la vicenda con la giusta ragionevolezza ed il buon senso che non devono mai prescindere in tutte le occasioni, a partire dall’ incontro del 16 dicembre p.v. che si terrà alla Regione Basilicata. Il leader sindacale dichiara di avere molta fiducia circa l’esito dell’incontro regionale del 16 dicembre ed si augura che non si perda l’occasione del prossimo tavolo regionale, ma di utilizzarlo per trovare le giuste ed opportune soluzioni, affinché si risolvano i problemi ambientali e si dia finalmente corso al rafforzamento produttivo ed occupazionale ed al rilancio dell’area industriale della Val Basento, dando un ruolo ancora più centrale alla Società Tecnoparco VB. Esistono rimedi ai miasmi e qualcosa è stato fatto dalla Tecnoparco attraverso la copertura di alcune vasche, ma occorre che in tal senso si continui ad operare sulle rimanenti vasche con il contributo economico e professionale della Regione Basilicata, del Consorzio Industriale unitamente a quello che dovrà continuare a fare la stessa Società Tecnoparco VB. La Ugl di Matera, afferma Luigi D’Amico, sosterrà tutti coloro che hanno a cuore e si battono per la difesa del territorio sotto ogni punto di vista (ambientale, economico, produttivo e sociale) ed avverserà tutti coloro che invece si battono per difendere una sola parte di esso, magari per obiettivi personali e non di carattere collettivo. Abbiamo già troppi problemi da dover affrontare nel nostro territorio, abbiamo una disoccupazione ancora molto alta e non possiamo permetterci il lusso di perdere altre migliaia di posti di lavoro. Cerchiamo di non far del male, conclude D’Amico, a noi stessi e alle nostre popolazioni, afflitte da mille problemi di carattere sociale ed economico, ma tutti insieme (forze sociali, politiche, istituzioni, popolazioni, aziende del territorio) sinergicamente utilizzare le nostre molteplici energie e competenze per affrontare e risolvere gli annosi problemi del lavoro e dello sviluppo, facendo contestualmente attenzione anche alla sostenibilità ambientale.