I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianni Leggieri e Gianni Perrino in una nota contestano l’emendamento “supercazzola” all’art. 38 dello Sblocca Italia che conferma lo Sblocca Trivelle togliendo alla Regione Basilicata ogni potere in merito.
Di seguito la nota integrale
Perrini e Leggieri: “L’asso pigliatutto di Renzi”
L’emendamento “supercazzola” all’art. 38 dello Sblocca Italia conferma lo Sblocca Trivelle togliendo alla Regione Basilicata ogni potere in merito.
Dodici giorni dopo l’ormai famoso 4 dicembre ci ritroviamo a parlare di Sblocca Trivelle e Sblocca Inceneritori. Dopo la mozione “farsa” approvata in Consiglio Regionale che “decideva di non decidere” e rimettersi al volere del sommo sovrano calato da Firenze, dopo la penosa pantomima dei presunti “assi” nella manica di Pittella jr, è giunto, come ampiamente previsto e prevedibile, l’asso “pigliatutto” del “piacione” Matteo Renzi. Datato 12 dicembre 2014, con l’emendamento numero 9 alla legge di Stabilità 2015, Renzi cerca di “aggirare” gli evidenti vizi di incostituzionalità che rendono l’art. 38 insanabilmente distonico con l’art. 117 della Costituzione, norma che, al comma 3 assegna alle Regioni (e non allo Stato!) la potestà legislativa nelle materie di “legislazione concorrente” come la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”.
Renzi riscrive il comma 1-bis del famigerato art. 38 introducendo una presunta “intesa” con le regioni. Ma basta leggere il periodo finale per capire che si tratta dell’ennesima “supercazzola” legislativa renziana: qualora dovesse mancare l’intesa è prevista la remissione degli atti alla Presidenza del Consiglio la quale, entro sessanta giorni dalla rimessione, provvede con o senza l’ok della regione interessata. Come a dire: Renzi “PRÈNDE’ PE’ I’ BA’ERO” (prende in giro) ancora la Basilicata e i lucani! Ma non è finita qui: la spoliazione di poteri e prerogative ai danni delle regioni continua con l’accentramento al Ministero per lo Sviluppo Economico delle autorizzazioni che riguardano il trasporto del petrolio fino alle raffinerie. E’ chiaro lo schiaffo di Renzi anche ai poteri dei comuni in materia ambientale: chiaro obiettivo è azzerare il piano regolatore portuale adottato dal Comune di Taranto che escludeva l’allungamento del pontile petroli dell’Eni, una delle due opere necessarie per completare il progetto Tempa Rossa (che prevede il trasporto fino a Taranto di crescenti quantità di idrocarburi estratti a Corleto Perticara e Gorgoglione).
Scommettiamo che adesso Marcello da Lauria parlerà di “fantastico successo”? Finora coerentemente supino al volere del ducetto di Firenze, Pittella jr continuerà a raccontare frottole ai lucani: ma la tristissima verità è che, senza impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale, l’art. 38 estromette completamente il popolo della Basilicata dal possesso, dal controllo, dalla difesa del proprio territorio. Pittella jr obbedisce a Renzi e trasforma i lucani, definitivamente, in sudditi proni al volere delle multinazionali petrolifere e dell’incenerimento dei rifiuti.
Altrettanto prevedibile appaiono le prossime mosse della maggioranza pittelliana alla luce dell’ennesimo inutile (e offensivo) contentino concesso da Roma. L’improvvisa timidezza e ritrosia mostrata sul tema da Piero Lacorazza (fino a ieri, uno dei più critici verso l’art. 38, sic!) è un chiaro segnale: il PD lucano accetterà ben volentieri lo zuccherino renziano. Chi l’avrebbe mai detto che una nazione, come l’Italia, ricchissima dal punto di vista paesaggistico e climatico (sole e vento) e che poteva (doveva, per il M5S) puntare sulle fonti di energia rinnovabile, si è ridotta a spremere fino all’ultima goccia di petrolio ogni centimetro quadrato dello stivale e, in particolare, della Basilicata?
Ma non è solo l’art. 38 a far rabbrividire! L’art 35 prevede l’introduzione tra “le infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” anche degli inceneritori, portando in dote la costruzione di nuovi impianti in aggiunta ai 55 già esistenti sul territorio nazionale, impianti che potranno bruciare rifiuti anche da fuori regione. Questa norma (Sblocca Inceneritori) è da tenere sotto stretta osservazione anche in vista delle decisioni in materia di rifiuti che il Consiglio Regionale di Basilicata dovrà, a breve, prendere. Nella relazione del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata si legge: “Allo stato attuale, quindi, il sistema integrato di gestione dei rifiuti in Basilicata risulta essere in affanno per l’inadeguatezza impiantistica e soprattutto per la scarsa implementazione di Raccolta Differenziata e il perdurare di tali circostanze non consente l’ottimizzazione delle azioni ed il conseguimento dei diversi obiettivi previsti dall’attuale programmazione di gestione dei rifiuti”. Come verrà affrontata questa inadeguatezza dalla maggioranza pittelliana? Ancora una volta seguendo i diktat di Matteo Renzi? Oltre alle trivelle selvagge, dobbiamo essere pronti a ricevere rifiuti per poi bruciarli in inceneritori costruti all’occorrenza?
Una Basilicata trasformata in un territorio semidesertico, brullo, reso sempre più inospitale dall’inquinamento provocato dai rifiuti della filiera petrolifera e dagli inceneritori: cittadini lucani, è davvero questo il futuro che volete?
I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianni Leggieri e Gianni Perrino