Qual è il legame tra sviluppo urbano e sviluppo sociale? In cosa consiste la sfida nel creare uno spazio comune all’interno del quale istituzioni, organizzazioni culturali e comunità auto-organizzate possano lavorare insieme?
In Italia, la candidatura a Capitale europea della Cultura per il 2019 ha permesso alle autorità locali e ai cittadini di capire ciò che è necessario per immaginare e gestire i processi che trasformano le loro città dall’interno. I responsabili di 4 delle 6 città finaliste hanno avuto modo di condividere in maniera informale le loro esperienze e punti di vista.
Su questi temi si sono confrontati, nei giorni scorsi, a Bruxelles, i direttori di quattro città italiane: Airan Berg (Lecce 2019), Nadia Carboni (project manager di Ravenna 2019) Pierluigi Sacco (direttore di Siena 2019), Paolo Verri, direttore direttore di Matera 2019.
Paolo Verri, per la prima volta a Bruxelles dopo la nomina di Matera a capitale europea della cultura, si è soffermato sulle 4 tappe psicologiche che hanno caratterizzano il cammino della città dei Sassi: scetticismo, passione, entusiasmo, orgoglio. I rappresentanti delle altre 3 città candidate hanno invece raccontato le specificità dei processi di partecipazione che hanno coinvolto i cittadini, e le prospettive future di continuazione – anche parziale – del programma. Il dibattito, moderato da Paolo Naldini (Direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto), ha permesso di approfondire le ragioni di questo viaggio e le strade possibili per gestire le aspettative, negoziare l’attuazione del programma, dialogare con i cittadini. Molte domande dal pubblico si sono concentrate invece sui rischi della vittoria: come mantenere l’autonomia artistica e culturale del programma dalla politica, come evitare l’aumento dei prezzi in città e garantire che il processo non diventi un’opportunità per cementificare il territorio circostante? A dare una risposta proprio Steve Green (Presidente della Giuria di Valutazione che ha selezionato Matera), che ha proposto un breve excursus delle Capitali passate, raccontando come in un primo periodo le candidature erano auto-celebrative, in un secondo periodo invece hanno puntato sulle infrastrutture, mentre in quest’ultimo periodo le proposte sono state “soft”, incentrate sulle competenze dei cittadini e degli operatori culturali. “Matera, con il suo programma basato sulla cittadinanza culturale che vede gli abitanti pienamente coinvolti nel processo creativo accanto agli artisti, ha colto in pieno questa sfida. In Europa, ci si aspetta molto da Matera 2019 e si guarda già al primo incontro di valutazione a Ottobre 2015”.
Erano presenti anche Rossella Tarantino (project manager di Matera 2019) e Ilaria d’Auria (supporto alla Direzione artistica e ai partenariati europei) per incontrare i responsabili degli enti e delle organizzazioni che avranno un ruolo strategico nel supporto all’attuazione del programma: Lucio Bernardini (Antenna Basilicata Bruxelles), Paolo Grossi (Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura), Luca Bergamo (segretario generale di Culture Action Europe), Paul Dujardin (direttore generale del BOZAR) oltre che funzionari della Commissione europea.
Sempre nei giorni scorsi, Rossella Tarantino ha partecipato, a Ferrara, alla manifestazione “Strati della cultura 2019 – Culture Jobs” dove è intervenuta nel corso della sessione “Meraviglioso urbano. Cultura e rigenerazione urbana”. “Le dinamiche sociali ed economiche di questi ultimi anni – ha detto Tarantino – hanno finalmente convinto molti enti locali a definire strategie e politiche per “rigenerare” il tessuto urbano. La progettazione partecipata, come ha dimostrato il programma regionale della Basilicata “Visioni urbane” e la stessa candidatura di Matera, con grande attenzione al ruolo e al coinvolgimento degli attori del sistema culturale e creativo, può essere un eccezionale strumento per contrastare degrado e esclusione sociale”. Nella stessa sessione è intervenuto il ministro, Dario Franceschini.
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