Fa discutere la proposta di due parlamentari del PD, Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, che intende ridurre le Regioni da 20 a 12. La Basilicata sarebbe in questo caso tagliata in due: il Matera sarebbe accorpato alla nuova Regione del Levante, il potentino alla Regione del Ponente. Di seguito la nota inviata da Confcommercio Basilicata.
Macroregioni, Confcommercio: “Un maggiore protagonismo dei ceti produttivi a cominciare dalle confederazioni, associazioni, organizzazioni delle piccole e medie imprese”.
“L’antidoto sicuramente più efficace per spezzare quell’accerchiamento che perdura da giorni sull’ipotesi di cosiddette macroregioni che ci vedrebbe soccombere, con lo smembramento dei nostri territori provinciali, è quello indicato nella nostra recente assemblea provinciale e sinterizzabile in un maggiore protagonismo dei ceti produttivi a cominciare dalle confederazioni, associazioni, organizzazioni delle piccole e medie imprese. Anche per questo intendiamo perseguire nel nuovo anno la costituzione dell’Unione Regionale di Confcommercio Basilicata, così come indicato dalla Confederazione Nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, quale passaggio coerente per dare attuazione al progetto di unica Camera di Commercio della Basilicata secondo quanto prevede il processo di riforma degli Enti Camerali”. E’ quanto sostiene il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza Fausto De Mare evidenziando che le iniziative da mettere in campo sono finalizzate ad avviare un nuovo progetto di crescita associativa, sull’intero territorio regionale, per elaborare e promuovere un’offerta turistica condivisa dagli operatori, dalle istituzioni e dagli enti locali, per accompagnare e dare un contributo a favore di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e dell’intera Basilicata. Siamo convinti che senza il sostegno attivo del mondo associativo delle pmi – continua De Mare – la difesa dell’autonomia regionale e della nostra identità che è basata sulla specifica ed originale cultura di impresa se condotta solo a livello istituzionale e politico avrà meno possibilità di riuscita. E’ sicuramente questa la priorità per l’agenda 2015 tenuto conto che è stato il Presidente della Conferenza delle Regioni a chiedere al Premier Renzi un incontro urgente. Del resto anche la regionalizzazione delle Camere di Commercio risponde all’esigenza di rafforzare la rete delle imprese lucane per reggere al meglio le sfide della competizione dei mercati e per raccogliere al meglio le opportunità di EXPO 2015”.
De Mare inoltre sostiene che “anche sull’art.38 del decreto legge Sblocca Italia gli operatori economici vogliono dire la propria perché l’economia della regione non trarrà alcun beneficio da un’operazione ricondotta al centralismo statale che, secondo lo stesso disegno che anima la proposta delle cosiddette macroregioni, con l’alibi della riorganizzazione delle funzioni attribuite alle autonomie locali sul territorio, di fatto, esautora la Regione e non affronta il problema di un diverso utilizzo delle royalties per favorire la crescita delle pmi di ogni settore. Per Confcommercio infine è essenziale la tutela dell’ambiente, delle ricchezze naturali e dei prodotti enogastronomici d’eccellenza, come la valorizzazione del Parco Val d’Agri che ha ottenuto la certificazione ambientale europea per rafforzare il modello di turismo eco-sostenibile e culturale sul quale puntiamo”.
Macroregioni, da 20 a 12: la proposta dei parlamentari PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci.
Niente più Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria: al loro posto ci sarà la Regione Alpina. Via anche Marche, Abruzzo Molise e Basilicata: nella nuova mappa saranno sostituite dalla Regione Adriatica. Un maxi accorpamento che cambierebbe il volto del Belpaese senza tener conto delle tradizioni e della storia delle città che confluirebbero in un’altra Regione.
La proposta di legge, presentata a Montecitorio dai parlamentari PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, rientra in un dibattito aperto dal presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino che, come ha fatto notare il Messaggero nei giorni scorsi, avrebbe anzi chiesto al premier Matteo Renzi un incontro urgente per “discutere di prospettive e ruolo delle Regioni”. Anche in questo caso la “scusa” sarebbe laspending review. Ad oggi vengono spesi 1.160 milioni di euro per mantenere i consigli regionali, l’aggregazione potrebbe far risparmiare allo Stato almeno 400 milioni di euro. Senza, però, tener conto dei problemi logistici che ne deriverebbero. In primis, col personale. Il ministero della Pubblica amministrazione non ha ancora risolto il problema dei 20mila dipendenti pubblici che, dopo la chiusura delle Province, deve ricollocare, che si ritroverebbe con altro personale in esubero.
Nella muova mappa d’Italia ridisegnata dai due deputati piddini, la sola amministrazione del Nord Italia a non essere toccata sarebbe la Lombardia. Oltre alla Regione Alpina, che unirebbe Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, nascerebbe infatti il Triveneto dall’unione di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Nel centro Italia, invece l’Emilia Romagna ingloberebbe dalle Marche la provincia di Pesaro mentre Toscana, Umbria e provincia di Viterbo si unirebbero per formare l’a Regione Appenninica. Come già detto, Marche, Abruzzo e Molise darebbero vita alla Regione Adriatica. Il Lazio poi scomparirebbe diventando un unico grande Distretto di Roma Capitale e lasciando le province meridionali alla Regione Tirrenica che includerebbe anche la Campania. Nel Sud Italia, poi, la Puglia guadagnerebbe dalla Basilicata trasformandosi così nella Regione Levante. Immutate, infine, Sicilia e Sardegna.
“Le circoscrizioni regionali furono definite in un’altra era, quando la società era ancora molto agricola e non esisteva il mercato unico europeo – commenta il governatore del Lazio Nicola Zingaretti – i confini regionali non corrispondono più ad ambiti ottimali per il buon governo: quasi 70 anni dopo che sono stati disegnati e dopo 40 anni di funzionamento, si può pensare a rivedere lo stato di cose”. In una intervista a Repubblica Zingaretti conferma che Chiamparino ne ha già parlato al governo.“L’accorpamento – fa notare Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera – potrebbe portare benefici importanti alla spesa pubblica e ai cittadini massacrati di tasse”. I risparmi stimati in circa 400 milioni di euro all’anno potrebbero essere ulteriormente migliorati con una serie di accorgimenti. La materia ha ricadute importanti sul piano costituzionale dal momento cheaccorpare significa cancellare le “specialità” regionali previste in Costituzione. “I risparmi dovrebbero andare solo parzialmente a beneficio delle casse dello Stato – conclude la Gelmini – mentre maggiore deve essere lo sgravio di tributi pagati dai cittadini”.
(fonte Il Giornale)
era ora!
era nei fatti. la Provincia di Potenza dovrà essere accorpata con la Campania anche se così non si raggiunge il numero dei 2 milioni di abitanti x la Calabria. In Calabria c’è un grosso problema oltre che di efficienza che è schifosissima c’è quello delle distanze.
Il consiglio regionale è a Reggio Calabria, chi non ricorda i moti di Reggio del ’70? La giunta regionale è a Catanzaro, tutti e due molto delocalizzati se si include anche la Prov. di Potenza.
Tutto dovrebbe essere spostato a Cosenza molto più baricentrica ma la cosa è praticamente impossibile dopo 45 anni di questa organizzazione territoriale . Nascerebbero altri casini. La Calabria è molto mal messa in termini di efficienza e di clientela. In Regione vi sono 3 dipendenti per ogni scrivania tutti gli uffici regionali o assimilati danno il segno del terzo mondo di quello più inefficiente. Anche le università presenti sono ben tre quella che sembra discreta è quella di Alcavacata- CS- che se la batte con la nostra Unibas ed è quanto dire. Sorical che è l’equivalente del nostro Acquedotto Lucano ha un rapporto di efficienza pari 1 a 10 ed è quanto dire. Invece di trasportare acqua e depurarla trasporta debiti ed i calabresi, brava gente- unici in materia di ospitalità e solidarietà-i ma succube, hanno l’acqua ad ore se va bene.
La Campania ha i suoi problemi ma non c’è paragone. La Calabria è un mondo a se ed è bene che se la vadano loro. Non parliamo di altro ne verrebbe fuori un trattato con tinte molto fosche
Certo che accorpare la prov di pz alla Calabria farete morire tutti i potentini.. matera-bari ci sta pure..
Ma poi i risparmi dove stanno?
Mi sembrano operazioni di facciata che non eliminano il problema.
Un maquillage che rinvia Sine die la riduzione dei costi della politica.
Vi ringrazio, ma preparate qualcosa di meglio.
Balle, balle e ancora balle!… Questa proposta è solo un modo di produrre nuove e inutili cartine geopolitiche… Bisogna solo snellire le lente “macchine amministrative” delle attuali regioni… Se queste funzionassero meglio, a certi PiDdini non salterebbe loro in mente di “ricolorare lo Stivale” e… sollevare stupidi campanilismi.