“Una legge di stabilità di oltre 700 commi con un profluvio di norme che certo non aiutano la semplificazione legislativa così attesa e contrastano con lo spirito di una legge di stabilità che sarebbe dovuta essere alcune tabelle con le risorse in entrata e le destinazioni per le diverse missioni di spesa. Invece, nel tentativo di fronteggiare una sarabanda di attese, come se fosse l’ultimo dei veicoli legislativi disponibili, determina il rischio di incrementare il livello della tassazione sulla tasi, sulla tari, sui fondi pensione, sull’anticipo del tfr, sulle casse previdenziali, sulle polizze vita, sui terreni agricoli nelle aree svantaggiate, con le clausole di salvaguardia che comporteranno l’incremento di iva, accise di benzina, alcol e tabacchi, e bollette elettriche, se non saranno realizzate le riduzioni, attese, di spesa pubblica. La stessa stabilizzazione della riduzione irap sui lavoratori dipendenti, cosiddetto decreto 80 euro, e’ finanziata in parte con l’aumento di alcune aliquote irap, dal 3,5 per cento al 3,9 per cento, dalla cancellazione di alcuni bonus oggi in vigore per i contratti di apprendistato e per i lavoratori in disoccupazione da 24 mesi. E da ultimo per 350 milioni con la cancellazione delle agevolazioni dell’imu sui terreni agricoli nelle aree svantaggiate”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente della Commissione Bilancio della Camera. “Come dire si tolgono agevolazioni per crearne di nuove con l’aggravante che se i risparmi di spesa pubblica non ci saranno, scatteranno nuove tasse nel prossimo triennio per un valore cumulato stimato in 50 miliardi. Una legge di stabilità che non stabilizza e non è in grado di affrontare in nodi storici della qualificazione della spesa pubblica e di un negoziato con l’Europa per un piano concreto di investimenti per il lavoro e le infrastrutture. Questa e’ la cifra che inchioda la manovra: né qualificazione della spesa pubblica, né misure capaci di accompagnare una crescita che non si vede”.