Da ottobre a novembre 2014 in Basilicata le ore di cassa integrazione guadagni registrano un incremento del 181% con un ammontare complessivo di 476.534 ore; sempre nel raffronto mensile l’aumento di lavoratori interessati è pari a 1.772 unità (per un totale di 2.750 unità). Le province di Potenza con 187.317 ore e di Matera con 280.217 ore sono tra le prime dieci province con gli aumenti più alti (con incrementi rispettivamente del 221,3% per Potenza e del 159,6% per Matera). Sono i dati dell’undicesimo rapporto della UIL sulla cig che riferisce che con il mese di novembre, il numero complessivo delle ore richieste di cassa integrazione dalle aziende in Italia ha superato 1 miliardo di ore.
Tra gli altri dati più significativi del Rapporto: 1 persona su 3 in età lavorativa ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Nell’insieme di questi 6 anni di crisi, è sparito 1 milione di posti di lavoro, di cui più della metà riguarda l’occupazione dipendente; il tasso di disoccupazione passa dal 6,7% del 2008 al 12,2% nel 2013, quello giovanile dal 21,3% del 2008 al 40% nel 2013 (quasi raddoppiato).
La sofferenza, tuttavia, non si misura soltanto con la quantità ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo in questo periodo, ed è un ulteriore parametro indicativo dello stato di salute del nostro sistema produttivo.
Occorre dare merito al principale ammortizzatore sociale – evidenzia Carmine Vaccaro segretario regionale della Uil – di essere riuscito a mantenere in vita molte imprese che sarebbero state altrimenti destinate alla chiusura, soprattutto quelle oggetto di cassa integrazione straordinaria; così come di aver arginato un forte calo del tessuto occupazionale evitando l’apertura di procedure di licenziamento e l’ulteriore innalzamento del tasso di disoccupazione. Sarebbe saggio da parte del Governo, nel momento in cui si accinge a scrivere il decreto legislativo sugli Ammortizzatori sociali, evitare di depotenziare uno strumento, quello della cassa Integrazione, che ha garantito non solo reddito a centinaia di migliaia di persone ma anche aiutato a risolvere importanti vertenze aziendali. Mantenere siti produttivi con i lavoratori in attività è interesse di tutti e pensare di risolvere il tutto con un presunto allungamento della indennità di disoccupazione (Nuova Aspi) non è utile ne risolutivo sia per lavoratori che per il nostro sistema produttivo.
Questi dati confermano la necessità vitale del saper costruire sistemi di promozione al lavoro aderente a ciò che esprime il mercato del lavoro locale. La UIL crede fortemente che un “buon cambiamento” non possa prescindere da due fattori fondamentali: il lavoro e l’inclusione sociale. Lavoro per il maggior numero di persone, lavoro di qualità e che garantisca certezza di reddito e inclusione sociale, come condizione per evitare che il cambiamento “lasci per strada” i più deboli. Per questo insistiamo: è necessario rileggere e riscrivere la Basilicata, aiutarla a ritrovare una sua fisionomia consapevole, a ritrovarsi in una narrazione condivisa, a proiettare in una nuova prospettiva la sua identità orgogliosa. E’ assai arduo ma possibile. E lo sarà tanto più se le componenti fondamentali della società regionale, le forze produttive e i ceti professionali, insomma le classi dirigenti, decideranno di dare di più. La Basilicata, si sa, è una scommessa della geografia e della storia: piccoli numeri in uno spazio non piccolo, una collocazione problematica in un Paese a struttura longitudinale, una sfida permanente alle leggi della statistica economica. Ricordate la metafora del calabrone che, a dispetto delle ali troppo piccole rispetto al corpo troppo grande, riesce miracolosamente a volare? Come il calabrone questa piccola regione – conclude Vaccaro – è chiamata quotidianamente a compiere un miracolo di vitalità e di efficienza.