Se per l’e-commerce è stato un Natale da record, con un incremento che sfiora il 30% rispetto al Natale 2013, con viaggi e trasporti, ma anche abbigliamento, informatica e tlc che l’hanno fatta da padrone durante un periodo di vendita che tradizionalmente comprende i mesi di novembre e dicembre, in Basilicata è ancora lento il processo di imprenditoria attraverso il web. Lo rileva la Confesercenti provinciale di Potenza riferendo che l’apertura di imprese del commercio elettronico da noi è di poche decine l’anno.
Secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, nei primi dieci mesi dell’anno che si è chiuso, il settore delle imprese che vendono esclusivamente attraverso internet ha registrato 1905 aperture, per un saldo positivo di 472 nuove attività. La crescita non è stata uniforme su tutto il territorio: al centro-nord l’aumento è del 14,3%, quello del sud – che parte da livelli inferiori – del 21,3%.Tuttavia il nostro Paese è indietro rispetto agli altri Paesi europei sia per volumi di vendita che per numero di imprese presenti e operanti sul web. Questo divario culturale deve essere abbattuto per contribuire al rinnovamento del nostro sistema economico e produttivo. Su questa tematica la Confesercenti – sottolinea il presidente provinciale di Potenza Prospero Cassino – si sta adoperando molto per dare nuova spinta alle imprese locali. La potenzialità dell’e-commerce è quella di abbattere le barriere territoriali: basti pensare che tramite questo strumento qualsiasi impresa potrebbe trovare un bacino di utenza potenzialmente distribuito in ambiti territoriali che vanno di gran lunga oltre i tradizionali bacini di utenza. Potenzialmente si potrebbe arrivare a fare vero e proprio commercio internazionale. Nel marketing vince ciò che attrae. Mostrarsi nella rete, quindi, con un sito web che riesca a suscitare attenzione nel visitatore è una scelta obbligata per ogni impresa in fase di espansione e sviluppo del proprio business. Nel sottolineare che “questo è stato ancora un anno nero per commercio e turismo” Cassino aggiunge che “l’inversione di tendenza è attesa per il biennio 2015-2017 ma sarà soprattutto il turismo a trainare la ripresa. E il futuro, afferma, sarà di chi innova. La crisi dei negozi tradizionali investe più o meno tutti i comparti con saldi negativi sia per gli esercizi specializzati in prodotti alimentari che in No Food mentre continuano le difficoltà del reparto moda: oltre 1 chiusura su 4 è di un negozio di abbigliamento, tessili o accessori. Nel futuro Confesercenti “vede” la rinascita del servizio di vicinato alimentare e il boom dell’e-commerce. La crisi del mercato interno è in fase di esaurimento, ma sarà difficile tornare rapidamente ai livelli di consumi delle famiglie precedenti alla crisi: tra il 2015 e il 2017 i consumi finali nazionali saliranno dell’1,8%, contro un calo registrato, tra il 2012 e il 2014, del 5,8% – dice Cassino – Alcuni dei mutamenti intervenuti durante la fase peggiore della recessione sembrano essere ormai strutturali: è il caso della spesa degli italiani, che si indirizzerà sempre di più ai servizi e agli acquisti via web. Soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce: nell’ipotesi di mantenimento dei trend recenti, si stima che nel 2017 la maggioranza dei navigatori acquisterà prodotti e/o servizi online. Ma il boom del web non spazzerà via il commercio tradizionale: se gli esercizi non specializzati crolleranno, i negozi alimentari vivranno una vera e propria rinascita”. Da qui al 2017 aumenteranno soprattutto le forme di commercio alternative al negozio tradizionale, con un boom stimato del commercio ambulante, mentre una crescita minore sarà quella del commercio alimentare e continuerà la crisi degli esercizi non specializzati e di quelli specializzati in abbigliamento e calzature.