“La denuncia degli allevatori di Genzano, Banzi, e dell’Alto Bradano sull’incremento vertiginoso del costo dell’acqua che rischia di superare persino il costo del latte pagato agli stessi allevatori (appena 40 centesimi al litro, cioè metà di un caffè al bar) è sicuramente l’esempio più clamoroso che il mondo agricolo lucano non ce la fa più a reggere costi di servizi (oltre all’acqua, l’energia), del fisco (Imu), le cartelle Equitalia con relativi atti di pignoramento di attrezzi-mezzi aziendali e gli effetti delle crisi di mercato e dell’export. Il Governatore Pittella, dopo aver completato il lavoro che lo ha tenuto impegnato per giorni sulla manovra finanziaria, trovi adesso il tempo per convocarci ad un tavolo che non può essere solo al Dipartimento Agricoltura ma per le troppe questioni interdipartimentali necessita della massima interlocuzione istituzionale”. E’ quanto dichiara Antonio Nisi, presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata che non manca di fare un rilievo: “per restare in tema di costi idrico ed irriguo, francamente, la posta in bilancio di 20 mila euro al Consorzio di Bonifica Bradano e Metaponto riapre la ferita che riguarda la situazione finanziaria dei tre Consorzi sia pure sotto gestione commissariale unica. Per il Bradano-Metaponto non saranno certo 20 mila euro – è il caso dire una goccia nel deserto – a risolvere problemi incancreniti, gli stessi del Vulture-Alto Bradano e dell’Alta Val d’Agri. Tutto ciò mentre si sono perse le tracce di un’intesa sottoscritta dal precedente assessore all’Agricoltura con l’Enel per ripianare la debitoria dei CdB e per la riduzione dei costi energetici altissimi a causa degli impianti di sollevamento e che si scaricano sulle bollette spedite in aziende specie zootecniche e con serre e laboratori”.
Nisi evidenzia che “le nostre aspettative non erano certo riposte su questa manovra finanziaria. E’ la prossima programmazione del PSR 2014-2020 lo strumento di intervento, a partire dallo snellimento delle procedure burocratiche che insieme alla ferroginosità ed inadeguatezza di alcuni bandi per alcune misure ci hanno fatto perdere alcuni milioni di euro del PSR 2007-2013. La Cia – continua – attraverso lo strumento della concertazione sta costruendo con il Ministro alle Politiche Agricole Martina e il Premier Renzi un percorso virtuoso che sta già dando i primi effetti positivi sull’agroalimentare e in altri comparti. Ci attendiamo che lo stesso accada con la Giunta Pittella perchè il Tavolo Verde e gli altri strumenti concertativi nell’anno che è iniziato segnino un salto di qualità e il disimpegno, purtroppo ufficializzato, serva da lezione, sopratutto per non ripetere gli errori nel nuovo Psr. In attesa che parta la nuova programmazione ci vogliono misure straordinarie, a partire dal credito e dal sostegno alle crisi d mercato ed export, altrimenti – aggiunge – dobbiamo pensare alla ripresa della mobilitazione e quindi sotto il Palazzo della Giunta a manifestare non ci saranno più solo operai che hanno perso il lavoro, disoccupati, giovani ma anche agricoltori, allevatori. Non sottovalutiamo chel’agricoltura e l’agroalimentare producono ogni anno un fatturato vicino ai 300 miliardi di euro. E’ ragionevole stimare che nei prossimi 10/15 anni le attività connesse all’agricoltura sposteranno più di 40 miliardi di euro l’anno con la prospettiva di garantire circa 200 mila nuovi posti di lavoro. Anche se il Paese continua a respirare una crisi persistente – dice il presidente della Cia- nell’agricoltura e nel territorio rurale ci sono sempre nuove idee ed energie per superare l’impasse e creare ulteriori occasioni di reddito e sviluppo. E infatti nelle aziende diversificate il contributo della multifunzionalità sulle entrate complessive arriva al 25%, superando il 30% nel caso delle imprese agricole “under 40”, grazie anche a una maggiore attitudine al rischio e propensione a fare innovazioni di processo e di prodotto. Ma anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali. Chiediamo dunque – conclude – solo di poter svolgere il nostro lavoro per favorire la ripresa dell’economia locale che nell’agricoltura ha il primo ed insostituibile elemento”.