L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura cambia volto. L’Organismo pagatore per eccellenza, con provvedimenti già esecutivi pubblicati sul proprio sito web ufficiale ed altri in corso di adozione, ha avviato il cambiamento che da più parti e a più riprese, da diverso tempo, è stato sollecitato ad attuare al fine di adeguarsi alle regole comunitarie e nazionali in materia di rotazione e trasparenza. La rotazione del personale dirigenziale ha riguardato ambiti che sembravano esenti da possibili revisioni, caratterizzati da situazioni consolidate da un decennio.
Un’operazione apprezzabile, dunque, sotto il profilo comunitario e perfettamente allineato anche con le disposizioni nazionali sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione alle quali nessuna area dirigenziale di Agea può sottrarsi. Un’operazione lodevole anche da parte della politica agricola che crede nel coraggio delle iniziative che rispettano la legalità anche nei momenti che molti considerano delicati. Ma vi sono, nella politica agricola, momenti da non considerare delicati? L’agricoltura può considerarsi statica? Esistono davvero nel mondo agricolo dei momenti considerabili a riposo nei quali gli operatori agricoli possono dedicarsi soltanto alle scelte sulla rotazione e sulla trasparenza? Possiamo davvero credere che chi governa le scelte sul management pubblico possa rinviare tranquillamente a momenti improbabili le decisioni che si impongono in materia di rotazione e trasparenza?
Negli ultimi anni, la politica agricola comune è cambiata diverse volte ed anche velocemente. I cambiamenti avvenuti non sono mai stati netti e distinti, liberando dal presente ciò che era stato deciso in precedenza, poiché nel settore agricolo, come in altri, non è possibile separare nettamente le scelte e l’operatività di un periodo dalle scelte e dalle operatività di un periodo successivo, nel quale il trascinamento delle attività in corso diventa opportuno ed inevitabile, richiedendo al riguardo, com’è intuibile, scelte di adeguamento pertinenti ed appropriate sia a livello politico che amministrativo.
Facendo riferimento all’ultimo decennio in cui si è passati dalla programmazione 2003-2005 alla programmazione 2006-2013 e, ora, alla programmazione 2014-2020, possiamo noi individuare tranquillamente’ il momento giusto e solo quello’ in cui le scelte programmatiche, le attività dispositive e le operazioni applicative a livello amministrativo e di controllo potevano considerarsi compiutamente definite ed eseguite in modo da permetterci di considerarlo come il momento giusto in cui potevano essere fatti i cambiamenti di management necessari, peraltro obbligatori ed opportuni che oggi Agea ha eseguito? Possono essere ragionevolmente invocate le preoccupazioni legate al cambiamento per sostenere l’inopportunità di cambiare finalmente ciò che le regole impongono di cambiare e che da un decennio non è stato cambiato?
La verità è che nel mondo agricolo la staticità non esiste, le scelte sono continue e costituiscono un’esigenza costante, le attività pertinenti che i diversi operatori pubblici e privati devono svolgere sono continuative e si intrecciano, di regola, tra loro in un susseguirsi operativo costante ed ineludibile dove niente dell’attuale può essere svincolato dal recente passato né dal futuro incombente.
Dobbiamo convincerci che il momento in cui occorre fare i cambiamenti è sempre quello previsto dalle regole sulla legalità, a prescindere dal programma in corso, dalle difficoltà amministrative e dalle operazioni applicative. Dobbiamo accettare il principio che continuare a rinviare al cosiddetto ‘momento più opportuno’ ciò che comunque occorreva fare da tempo non ci pone al riparo dall’inosservanza del principio di legalità per il rispetto del quale è sempre il momento giusto oltre che opportuno.
Un plauso dunque al coraggio di Agea che cambia volto anche nel momento in cui parte la nuova programmazione agricola 2014-2020. Cambiare per rispettare la legalità non significa mettere in discussione le attività svolte e le persone che ne hanno assicurato lo svolgimento. Per queste ultime resta invariato l’apprezzamento del lavoro svolto e il riconoscimento delle professionalità utilissime in altre aree operative.
Non dobbiamo, dunque, temere il cambiamento ma assicurare al nuovo management di Agea il nostro sostegno, stimolando gli uomini che lo rappresentano a mettersi a disposizione del mondo agricolo per affrontare le sfide che ci attendono, per condividere l’azione propulsiva che ci attendiamo, per assicurare la regolarità e l’efficacia operativa, per favorire la crescita, il lavoro e il benessere del mondo agricolo”.