Giorgio Napolitano si è dimesso. “Il Presidente della Repubblica ha firmato questa mattina, alle ore 10.35 – si legge in una nota del Quirinale – l’atto di dimissioni dalla carica”. Le sue ultime ore da Capo dello Stato le ha spese per salutare Corazzieri e dipendenti dopo nove anni trascorsi insieme.
Mimmo Centonze ha incontrato Giorgio Napolitano l’11 maggio del 2010 in occasione della visita ufficiale del Presidente della Repubblica a Salemi, la città siciliana amministrata dall’allora Sindaco Vittorio Sgarbi, quando il Capo dello Stato ha inaugurato con la propria presenza il Museo della Mafia, un progetto realizzato dalla Fondazione Sgarbi. Napolitano ha definito “notevole” lo sconvolgente e toccante ritratto del boss della mafia Totò Riina realizzato dall’artista.
L’artista ricorda così l’incontro: “Appena prima che Napolitano entrasse nella sala del Museo della Mafia, dov’ero ad aspettarlo a fianco del ritratto di Totò Riina, c’era un’atmosfera abbastanza tesa perché molti si chiedevano come avrebbe potuto reagire davanti al ritratto di un boss come Riina..Arriva il momento nel quale Vittorio Sgarbi presenta me e il ritratto di Riina davanti al Presidente della Repubblica che molto interessato subito mi chiede: “Fai l’istituto d’arte?”. Ed io che scanzonato gli rispondo con una battuta che fa ridere tutti, pure Sgarbi, tutti tranne lui: “No..li ho sempre evitati accuratamente!”. E il Presidente che, senza scomporsi nemmeno per un attimo, ha continuato: “Ah! Però hai imparato lo stesso a dipingere..Notevole! (riferendosi al ritratto ndr)”.
Alla domanda “Perché ritrarre un boss della mafia?”, l’artista ha risposto: “Non puoi rappresentare soltanto cose positive. Perché vai a visitare il Museo della Shoah? Perché ti devi ricordare che l’abisso umano può raggiungere delle malvagità incredibili. Ho dipinto il ritratto di Riina non su una tela normale o preparata ma su una tela grezza, senza alcuna preparazione pittorica. Il suo volto è come se fosse spiaccicato lì sulla tela, duro e implacabile”. Il ritratto del boss quindi non esalta, non celebra e in fondo neppure giudica la sua figura. Racconta, documentandolo, il Male. “Per questo – continua – è più utile di un ennesimo ritratto di Marilyn Monroe”.
Il ritratto di Totò Riina di Mimmo Centonze è stato inoltre esposto a Venezia, ad un anno dal ‘battesimo’ di Napolitano, nel Padiglione Italia alla LIV Edizione della Biennale di Venezia definita dai media “la Biennale dei record” con i suoi oltre 440mila visitatori e al Palazzo delle Esposizioni di Roma che nel 2012 ha dedicato una rigorosa esposizione monografica all’artista. Il ritratto del boss mafioso dell’artista ha avuto inoltre un forte impatto mediatico sulla stampa nazionale ed internazionale ed è stata pubblicata su numerosi quotidiani, tra i quali il Corriere della Sera, e su riviste e mensili internazionali come Max (vedi file in allegato).