Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata daFelice Di Leo, Francesco Maresca e Giovanni Rivecca in rappresentanza della sigla “Il Sindacato è un’altra cosa-opposizione Cgil sulla vertenza Natuzzi.
Sembrava quasi che nulla più potesse scandalizzare, in materia di relazioni industriali, tra Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil e la Natuzzi. Infatti, in questi ultimi anni le tre sigle sindacali hanno firmando intese che recepiscono ogni pretesa e diktat dell’azienda, tanto da far pensare che non fosse possibile sottoscrivere accordi peggiori di quelli già firmati. Eppure le stesse federazioni sono riuscite a superarsi e a siglare un verbale ancora più penalizzante per i lavoratori, rispetto ai precedenti: con l’accordo sottoscritto a Roma lo scorso 13 gennaio si arriva a stabilire la decurtazione dei salari, per mezzo del congelamento del 60 % della retribuzione legata agli scatti d’anzianità. Come se non bastasse, poi, si mettono le mani nelle tasche dei lavoratori attraverso la riduzione del monte ore dei permessi retribuiti.
Per quanto riguarda la Natuzzi, viceversa, si può dire che la befana quest’anno le è giunta con qualche giorno di ritardo, ma, in compenso, ha portato una calza ben esosa. Facendo ricorso ai contratti di solidarietà, di fatto, l’industria santermana potrà beneficiare della decontribuzione prevista dalle vigenti disposizioni di legge, mentre per i dipendenti si tratterà di aumentare i carichi di lavoro, in quanto, la produzione non sarà più organizzata su otto ore di lavoro, per la quale spettava mezz’ora di pausa retribuita, ma su sei ore piene, senza alcuna pausa. Inoltre, la formula di ammortizzatori sociali che adotterà la Natuzzi sarebbe da definire Contratti di solidarietà asolidali, infatti, lungi da Fillea, Filca e Feneal di togliere a Natuzzi la prerogativa di espellere dal ciclo produttivo gli indesiderati, un numero cospicuo di lavoratori resterà a casa in Cigs a zero ore. Ma il piatto prelibato per la Natuzzi è di là da venire, quando si costituirà la New Co. e accederà ai 101 milioni di euro previsti dall’Accordo di programma, a fronte delle maestranze interessate, che saranno riassunte secondo le norme iperprecarizzanti contenute nel Jobs Act.
Che questo ennesimo accordo capestro potesse essere sottoscritto dalle federazioni di categoria di Cisl e Uil è comprensibile, considerata la posizione remissiva verso le controparti adottata da molto tempo. Ma dalla Cgil proprio no! Non era infatti quest’ultima a tuonare che non rientra nella legittimità del sindacato barattare i diritti indisponibili dei lavoratori?
A quanto già scritto va aggiunto che con questo ulteriore atto di obbedienza passiva le organizzazioni sindacali non salveranno neanche un posto di lavoro, per il semplice motivo che non è tagliando i diritti e le retribuzioni dei lavoratori che si rendono competitive le aziende italiane, bensì, al contrario, investendo e valorizzando la professionalità e artigianalità degli operai locali.
L’area programmatica “Il sindacato è un’altra cosa-opposizione Cgil”, invita tutti i dipendenti della Natuzzi a rigettare la sciagurata intesa sottoscritta il 13 gennaio a Roma e a cercare di riprendere lo spirito autorganizzativo dimostrato lo scorso 22 luglio, quando i lavoratori sono scesi a manifestare per le strade di Santeramo, dimostrando di avere molta più dignità e saggezza di coloro che indebitamente li rappresentano.
Felice Di Leo, Francesco Maresca e Giovanni Rivecca (Il Sindacato è un’altra cosa-opposizione Cgil)