Il documento rispecchia in massima parte le soluzioni proposte dalle Province di Potenza e Matera. Due istituti parteciperanno alla sperimentazione per il riconoscimento di licei internazionali. Si anche a una mozione sui precari della giustizia.
Il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Potenza e il Liceo Classico “E. R. Duni” di Matera sono gli istituti scolastici dove si svolgerà la sperimentazione di progetti nell’ambito del sistema Cambridge Igcse (International general certificate of education) al fine del loro riconoscimento ministeriale come licei scientifici internazionali. E’ questa una delle principali novità del Piano triennale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della Regione Basilicata 2015/2018 approvato, oggi, a maggioranza (con 10 voti favorevoli di Pd, Pp, Cd, Ri, 2 voti contrari di Udc e Pace del Gm e 1 astensione di Romaniello del Gm) dal Consiglio regionale. La scelta di questa sperimentazione è in linea con la designazione di Matera come Capitale europea della cultura 2019 “che costituisce per tutto il territorio della Basilicata – si legge nel documento – un’importante occasione di crescita attraverso il rafforzamento di una cittadinanza culturale ampia, aperta e diversificata con l’obiettivo di favorire una formazione proiettata in dimensione europea e facilitare l’accesso alle istituzioni comunitarie”.
Il Piano triennale 2015/2018 rispecchia in massima parte le soluzioni proposte dalle Province di Potenza e di Matera e porta ad una contrazione delle istituzioni scolastiche della Basilicata che da 141 (Dimensionamento 2012/2015) passano a 122 (proposta dimensionamento 2015/2018) istituti scolastici. Per il primo ciclo si è passati da 86 a 73 e per il secondo ciclo da 51 a 45 mentre il numero degli istituti omnicomprensivi è rimasto invariato (4). Secondo quanto stabilito dalle linee guida le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado devono avere tra 600 e 900 alunni; il numero minimo scende a 400 per i comuni montani mentre l’indice massimo è di 1.200 alunni. E’ consentita, inoltre, una riduzione fino ad un massimo del 10 per cento degli indici minimi in caso di scarsa densità demografica del bacino territoriale di riferimento oppure in presenza di condizioni particolari di isolamento. Ove non si raggiunga il numero minimo di alunni, si procederà alla unificazione (aggregazioni/fusioni/incorporazioni) delle scuole. Nel caso di unificazione di due o più istituzioni scolastiche, la nuova sede amministrativa è allocata presso l’istituzione scolastica ove sussiste la maggiore popolazione scolastica.
L’attuazione del Piano per il riordino della filiera di istruzione, formazione e lavoro, che il Consiglio regionale ha approvato nel 2013, “dovrà essere finalizzata, anche attraverso la ricomposizione di indirizzi, articolazioni e opzioni – si legge nel documento -, al rafforzamento e consolidamento delle istituzioni scolastiche che, in virtù della particolare esperienza maturata, assicurino un’offerta formativa tesa alla valorizzazione delle peculiarità delle diverse aree territoriali della Basilicata, interpretando in modo particolare le rispettive vocazioni di crescita economica e sociale e le dinamiche di sviluppo e innovazione delle imprese e degli apparati produttivi”.
Sono intervenuti nel dibattito l’assessore alle Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca,Liberali, il Presidente Pittella, i consiglieri Mollica (Udc), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello e Pace (Gm), Leggieri (M5s), Cifarelli e Santarsiero (Pd), Galante (Ri), Rosa (Lb-Fdi) e Napoli (Pdl-Fi).
L’Aula ha approvato a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Pp, Ri, Cd e Romaniello del Gm, 1 voto contrario dell’Udc e 1 astensione di Pace del Gm) anche un ordine del giorno collegato al Piano di dimensionamento scolastico, proposto da Cifarelli (Pd), Galante (Ri), Bradascio (Pp), Romaniello e Pace (Gruppo misto) che impegna la Giunta regionale “a procedere, entro giugno prossimo, all’attuazione del Piano territoriale per la riforma della filiera istruzione, formazione e lavoro, approvato dal Consiglio regionale, che include, tra l’altro, la formazione dei poli formativi e degli istituti tecnico – scientifici; su questa base, procedere entro luglio, in consultazione con il tavolo tecnico interistituzionale permanente, alla definizione delle linee guida per la definizione del Piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2016/2017 al fine di pervenire all’approvazione di tale piano entro il 15 dicembre 2015; a prevedere che le prossime linee guida debbano imperativamente prevedere il definitivo superamento degli istituti omnicomprensivi e del sottodimensionamento delle autonomie scolastiche; effettuare una ricognizione del funzionamento dei nuovi CPIA al fine di assicurare l’erogazione del servizio su base della domanda territoriale e del dimensionamento delle istituzioni scolastiche così come da Piano approvato”.
Il futuro dei lavoratori in mobilità impiegati da alcuni anni nei tirocini formativi presso gli uffici giudiziari di tutta Italia è infine al centro di una mozione presentata di consiglieri Romaniello (Gruppo misto, primo firmatario), Pace (Gruppo misto), Mollica (Udc), Cifarelli (Pd), Napoli (Pdl-Fi), Rosa (Lb-Fdi), Benedetto (Cd) e Galante (Ri) ed approvata dall’Aula a all’unanimità. Una norma contenuta nella legge di stabilità 2012 “ha determinato – si legge nel documento – una nuova assegnazione agli uffici giudiziari, in base al cosiddetto ‘tirocinio di completamento’, in virtù del quale attualmente 2.924 unità professionali, di cui 44 in Basilicata, sono attualmente impegnate nelle attività lavorative e formative”. Con successivi provvedimenti di legge è stata programmata la prosecuzione di questa esperienza, che dovrebbe concludersi il 28 febbraio 2015. In questo senso, la mozione approvata impegna il presidente e la Giunta regionale “a porre la questione in sede di Conferenza delle Regioni al fine di assumere un orientamento condiviso finalizzato ad impegnare il Governo: a dare risposte esaustive in merito alla condizione dei tirocinanti; che tali risposte siano declinate, in particolare, attraverso la previsione di una formula contrattuale a tempo determinato, per le 2.924 unità lavorative che hanno portato a termine il tirocinio formativo, nella fase in cui la titolarità del progetto ha fatto capo al Ministero della Giustizia, ai sensi delle leggi 228/2012 e 147/2013, e che consentano il futuro accesso a procedure concorsuali, per le quali sia loro riconosciuta l’esperienza così maturata”.