Nella “mappa” delle Opere Incompiute trasmessa dal Ministero alle Infrastrutture figura il progetto di recupero dell’edificio della scuola elementare materna di Spinoso con adeguamento sismico e realizzazione del Centro diurno intergenerazionale che al 30 giugno scorso è classificato allo zero per cento dei lavori eseguiti. E’ uno dei casi più clamorosi di lavori pubblici fermi da troppo tempo per colpa della malaburocrazia. E’ quanto sostiene Pietro Sanchirico componente della segreteria regionale di Centro Democratico per il quale anche nel comprensorio della Val d’Agri si registra la paralisi del comparto delle costruzioni con ripercussioni negative su occupazione, piccole imprese e servizi alle nostre comunità locali. Nel monitorare lo stato dei lavori di tanti cantieri edili, attraverso una mappa aggiornata per iniziativa degli uffici del Dipartimento Infrastrutture, è opportuno – afferma il dirigente di CD – fare il punto dei progetti del PO Val d’Agri per individuare ostacoli tecnici, amministrativi e burocratici che ne impediscono l’ultimazione e chiudere, il più rapidamente possibile, la “coda” del Programma non solo per i lavori pubblici in corso. Non vorremmo che l’accelerazione annunciata dalla Giunta Regionale si limitasse al recente trasferimento della Struttura di Progetto Val d’Agri e dei suoi uffici presso la sede dell’Area Programma Val d’Agri a Villa d’Agri, una buona cosa che però richiede altrettante buone cose di efficienza ed efficacia.
Vittorio Prinzi, già consigliere provinciale e sindaco di Viggiano su Val d’Agri e trasmissione Rai “Alle falde del Kilimangiaro”: “Qual’è la vera Val d’Agri?”.
Qual è la “vera” Val d’Agri: quella raccontata da Linea Verde Orizzonti che nel suo viaggio dal Pollino al Lagonegrese è passata per la Val d’Agri (Raiuno) o quella del programma “Alle falde del Kilimangiaro” (Raitre)? Credo che per i telespettatori di tutt’Italia che hanno assistito ad entrambe le trasmissioni della Rai questa sia una gran bella domanda. Per sintetizzare a favore di quanti invece non hanno seguito i programmi tv: in Linea Verde sono prevalse immagini suggestive di paesaggi, beni ambientali e culturali e di prodotti tipici e di qualità con interviste-racconti della gente della valle; in “Alle falde del Kilimangiaro” si è parlato solo ed esclusivamente di petrolio che in un programma che ha come finalità la promozione del turismo significa allontanare la gente dalla Val d’Agri.
Condivido e sostengo l’iniziativa promossa dal Presidente Pittella nei confronti del direttore di Raitre per l’assenza di contradditorio nel programma interamente dedicata alla Basilicata “petrolizzata” con tante e pesanti inesattezze, mettendo in guardia sul danno di immagine per la nostra terra a causa di quello che è stato efficacemente battezzato dal sociologo prof. Alliegro “Il totem nero”. In ogni occasione, sollevando questioni e problematiche dell’impatto delle attività petrolifere sulla Val d’Agri, mi sono guardato bene dal generalizzare e da cavalcare tesi demagogiche sul petrolio causa di ogni male e pertanto motivo per tenere lontani i turisti dal Parco della Val d’Agri e dalle grandi attrazioni culturali, artistiche, archeologiche.
Anche questa volta ritengo che dalle due “immagini” diametralmente opposte e destinate a “sbandare” l’opinione pubblica emerge con tutta la sua problematicità la questione irrisolta della convivenza petrolio-turismo e che deve tutti, ad ogni livello – politico, istituzionale, professionale, e soprattutto gli operatori dell’informazione – richiamare a fare di più e meglio intanto per spiegare, oggettivamente, come stanno realmente le cose.
Il Parco Appennino Lucano soffre certamente di scarsa notorietà. Non vorrei che adesso dovesse soffrire anche di una cattiva notorietà, frutto di un’immagine negativa per chi ha voglia di scoprire la Basilicata e non solo Matera Capitale della