Gianni Perrino e GianniLeggieri, consiglieri regionali Movimento 5 Stelle, su Registro Tumori Basilicata: “Scetticismo nella modalità di aggiornamento dei dati”.
Ancora una volta si assiste con sconcerto alla diffusione di informazioni, parziali e tendeziose, che alimentano l’immagine di una sanità di eccellenza in Basilicata, una vera e propria “certezza” per i lucani, di qualità superiore a quella di molte regioni anche non meridionali. I soliti pifferai magici continuano a svolgere egregiamente il proprio lavoro: giovedì in commissione consiliare sanità, il neo direttore generale dell’ospedale rionerese e il responsabile dalla sua costituzione del Registro Tumori della Basilicata (RTB), Rocco Galasso, hanno illustrato le modalità attraverso le quali stanno aggiornando lo stesso registro. Si vorrebbe far passare il messaggio che l’attività del registro tumori lucano, oggi, possa rappresentare una delle migliori d’Italia.
Peccato che quel reparto del Crob-Irccs di Rionero non sia ancora stato accreditato dalla associazione italiana che si occupa di registri tumori, la AIRTUM, associazione che garantisce la scientificità e attendibilità delle procedure seguite per la raccolta dei dati: è da molti anni che Galasso riferisce, sempre in commissione sanità, che ”a breve” l’accreditamento ci sarà. Peccato che per poter confrontare i dati lucani con quelli europei, il RTB utilizzi dati standardizzati che abbassano artificialmente il numero di casi ogni 100.000 abitanti. Peccato che, inoltre, manchino i dati relativi ai tumori alla tiroide in quanto le strutture fuori regione si rifiuterebbero di inviare i dati al CROB per ragioni di privacy dei pazienti. Non sfugge il dato vero che emerge: e cioè che l’incidenza delle patologie tumorali in Basilicata è in aumento.
Appare, allora, comprensibile lo scetticismo nei confronti del registro tumori della Basilicata. Uno scetticismo che viene dal passato: quando i numeri che venivano forniti erano assai diversi da quelli reali. La stampa ne ha dato ampio conto. E da Rionero giungevano in continuazione promesse che le lacune e le deficienze strutturali sarebbero state colmate al piu’ presto. Intanto, sono trascorsi oltre 5 anni da allora, l’accreditamento non è ancora arrivato e i dati sono ancora incompleti. Abbiamo putroppo solo una certezza: la Basilicata non è più quell’isola “felice” in materia di neoplasie. Anzi, sta rapidamente raggiungendo i livelli di tutte le altre regioni piu’ industrializzate italiane (dove oggi il trend dell’incidenza delle patologie tumorali è in calo) con punte preoccupanti nel Vulture Melfese, insieme a Potenza e Matera.
SANCHIRICO (CD): ACCRESCERE INFORMAZIONE E STUDI SU TUMORTI IN VAL D’AGRI
Pietro Sanchirico, dirigente nazionale e componente segreteria regionale Centro Democratico
“L’impegno della Regione per superare il tempo perduto per l’aggiornamento del Registro tumori è positivo e va incoraggiato. Siamo dunque entrati in una nuova fase di intervento. Diventa comunque sempre più necessaria una completa e corretta (scientificamente) informazione specie in Val d’Agri, anche a seguito di servizi giornalistici e radiotelevisivi che hanno creato non poco smarrimento tra le comunità locali. L’indice per gli uomini tra il più alto della media regionale in Val d’Agri (477,6) va spiegato ulteriormente oltre che indagato accelerando gli studi epidemiologici e seguendo l’esempio dei Comuni di Viggiano e Grumento che sulla base dei dati del Registro hanno commissionato uno studio epidemiologico al Cnr di Pisa. Le aspettative inoltre sono riposte nel Centro di medicina ambientale per la Val d’Agri e nella Fondazione istituite dalla Legge di Stabilità 2015. Specie il Centro previsto nel presidio ospedaliero di Villa d’Agri, oltre a garantire il futuro dell’ospedale comprensoriale, deve diventare lo strumento essenziale, in sinergia con l’Ircccs-Crob di Rionero, per la prevenzione delle neoplasie che colpiscono tante famiglie in Val d’Agri”.
DC: registro tumori non è sufficiente
“Apprendere che il “Registro tumori” della Regione Basilicata è uno dei sette più aggiornati in Italia, con dati al 2010, non può essere motivo di soddisfazione per nessuno. Sulla diffusione delle malattie tumorali che, purtroppo, coinvolge sempre più numerose famiglie lucane che vivono autentici drammi umani e sociali, non dobbiamo accontentarci di una statistica peraltro poco comprensibile, piuttosto dobbiamo accrescere ogni attività di ricerca per capire le cause principali del fenomeno”. A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza aggiungendo che “comprendiamo bene che non è facile, come ha affermato il dott. Rocco Galasso, responsabile del registro Tumori del Crob di Rionero, legare i casi di tumore registrati in Basilicata a specifiche cause, ma la maggiore incidenza delle neoplasie sulle popolazioni della Val d’Agri, del Vulture-Melfese, del Marmo-Platano, rispetto ad altre aree della regione, hanno pure qualche motivazione da individuare. Per questo riteniamo che l’attività del “Registro” deve essere affiancata dalla ricerca. Con le indagini epidemiologiche, oltre allo studio dei vari ambienti, alla fine si ricava un risultato statistico che non da certezza della causa, e allora, mi chiedo e chiedo alle autorità sanitarie, a che serve spendere risorse senza avere certezza della causa, limitandoci solo a supposizioni?. Come accade per il terremoto, l’evento si basa sulla statistica senza avere certezza del momento preciso dell’evento sismico. La mia domanda è: non sarebbe più utile usare le risorse per dare una accelerazione alla ricerca sulle cause dei tumori affidata ai grandi centri-istituti di ricerca da affiancare all’Irccs-Crob di Rionero?”.
Per il segretario Dc, inoltre, “le famiglie con congiunti affetti da neoplasie non vanno lasciate sole ad affrontare problematiche complesse di cura e di assistenza e aiutate con sostegni economici perché i costi sono insopportabili e perché è giusto che la Regione se ne faccia carico. Dunque – continua Potenza – se per tacita ammissione il registro tumori non dà risposte sulle cause dell’insorgenza tumorale e si sostiene che i numeri possono solo aiutare a formulare delle ipotesi ma non indicano quali sono le correlazioni tra la malattia e l’ambiente circostante, si acceleri l’attività prevista dalla Legge di Stabilità Regionale 2015 con l’istituzione di un Centro Ambiente-Salute e l’indagine epidemiologica che, stando agli stanziamenti dell’ultima finanziaria regionale (1 milione e 500 mila euro), dovrebbe partire quest’anno”.