“Pasolini a Matera 50 anni dopo il Vangelo secondo Matteo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia”, mostra nel Museo nazionale d’arte medievale e moderna di Palazzo Lanfranchi prorogata fino al 12 aprile 2015.
“Un viaggio indietro nel tempo, per me solo l’inizio della riscoperta di un’Italia a me sconosciuta”. (dal registro dei visitatori).
La mostra Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia – curata da Marta Ragozzino e Giuseppe Appella con Ermanno Taviani ed allestita all’interno di Palazzo Lanfranchi – continua a riscuotere uno straordinario successo di pubblico e critica. I visitatori sono stati moltissimi anche nel mese di gennaio e, alla data di oggi, la mostra, interamente ideata e prodotta nel nostro territorio, ha superato le 27.000 presenze: un risultato mai raggiunto prima d’ora. Un dato eccezionale per Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019 che dimostra che a sud, a partire dalla nostra città accogliente, si può costruire insieme nuova cultura.
Come hanno detto alcuni tra gli ospiti più importanti che hanno visitato la mostra, tra i quali i ministri della cultura Dario Franceschini e dell’istruzione Stefania Giannini, che hanno apprezzato la ricchezza dei materiali esposti, l’articolazione del racconto critico e la novità dell’allestimento. Ma come ha detto anche la cugina di Pier Paolo Pasolini, Graziella Chiarcossi, che ha sostenuto il progetto, contribuendo anche con materiali inediti che ha potuto rivedere con piacere nelle sale. Apprezzamento alla mostra è stato espresso da tutte le autorità locali, civili, militari e religiose, tra le quali sua Eccellenza mons. Ligorio, arcivescovo di Matera-Irsina, che l’ha visitata insieme a molti sacerdoti non solo di questa Diocesi. A loro si aggiungono anche numerosi ospiti stranieri di rilievo, tra cui Robert Palmer, importante esperto di reti culturali internazionali.
Importante l’attenzione dei media, sia locali che nazionali e europei: la mostra sul Vangelo di Pasolini, il più bel film della vita di Gesù, come ha scritto nei mesi scorsi L’Osservatore Romano, l’organo ufficiale della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, è stata infatti visitata da moltissimi giornalisti, tra i quali Marino Sinibaldi e Gian Antonio Stella, e recensita dai principali quotidiani e settimanali (si segnalano tra gli altri i corposi articoli de La Stampa, L’Avvenire, Il Manifesto, l’Osservatore Romano, il Corriere della Sera, la Repubblica oltre a Venerdì, Sette, l’Espresso e Famiglia Cristiana e ai giornali locali) e dai principali canali radiofonici e televisivi oltre che sul web (vanno ricordate le trasmissioni di Radio Vaticana, Radiotre Suite, Hollywood Party, Farehneit e gli speciali di SKY, Rai Storia, appena andato in onda, e Rai World oltre ai servizi e approfondimenti di Rai Tre regionale, TRM e di altre emittenti locali). Prezioso anche il contributo della stampa estera (Le Monde e Liberation).
Tali attenzioni e la forte partecipazione del pubblico, specialmente del mondo della scuola, particolarmente coinvolto, come dimostrano le numerosissime presenze (dall’intero territorio e non solo) ma anche le note che molti ragazzi hanno voluto scrivere sul Libro dei pensieri, dimostrano quanto sia ancora attuale e illuminante l’opera di Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori registi ed intellettuali italiani del Novecento, della cui tragica morte ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario.
Per coordinare e promuovere le iniziative culturali per le celebrazioni del quarantennale della scomparsa il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo ha costituito una Commissione tecnico scientifica presieduta da Dacia Maraini e composta da Carla Benedetti, Antonio Calbi, Graziella Chiarcossi, Roberto Chiesi, Ninetto Davoli, Mario De Simoni, Gianluca Farinelli, Angela Felice, Fabrizio Gifuni, Gloria Manghetti, Lidia Ravera, Emanuele Trevi, Gianni Torrenti e Walter Veltroni, insieme ai quali il ministro Franceschini ha voluto anche Marta Ragozzino proprio per il progetto su Pasolini a Matera che ha anticipato di fatto l’inizio delle celebrazioni
Per questa ragione la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata ha deciso, insieme al Comune di Matera, al Comitato Matera 2019 e alla Regione Basilicata con la Lucana Film Commission, di prorogare ulteriormente l’apertura della mostra fino al 12 Aprile 2015.
Nell’arco dei prossimi due mesi, mentre si sta completando la realizzazione del Catalogo, curato da Marta Ragozzino con Giuseppe Appella, sempre a Palazzo Lanfranchi, è prevista una rassegna di film del grande regista, anche in considerazione del successo che sta riscuotendo l’omaggio a a Francesco Rosi ”Il Cinema della verità”, che si conclude venerdì 30 gennaio.
Con questa mostra, divisa in sette sezioni (è disponibile una mini-guida per agevolare il percorso di visita e in ogni sala ci sono materiali informativi che permettono l’approfondimento) si è voluto mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di Matera.
La mostra è stata l’occasione per rileggere – attraverso la scelta di Pasolini e la vicenda del set principale nella città dei Sassi – un momento importante nella storia di Matera, negli anni della “vergogna nazionale”, dello svuotamento e abbandono degli antichi rioni, la cui popolazione venne trasferita nei nuovi quartieri della città ‘laboratorio’. Sono gli anni in cui Matera, teatro di profonde contraddizioni, divenne meta privilegiata di artisti, fotografi, registi, documentaristi, antropologi, intellettuali, sociologi, architetti ed urbanisti, che con le loro testimonianze, spesso straordinarie, hanno contribuito a dar forma ad un’immagine della città e dell’intero Mezzogiorno.
L’allestimento si distingue per una forte connotazione multimediale e interattiva basata sul modello delle stazioni creative e una narrazione estremamente visiva, resa possibile grazie al montaggio creativo di documenti originali, dipinti, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti tridimensionali (tra i quali la macchina da presa del regista e i costumi originali del film), per favorire una lettura a più livelli di approfondimento, comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi, in un’ottica fortemente inclusiva.
Aprono la mostra, nella Chiesa del Carmine all’interno di Palazzo Lanfranchi, nel cui spazio si può accedere liberamente, le immagini di Intellettuale di Fabio Mauri, maestro dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra e amico di Pasolini fin dai tempi bolognesi. La performance, presentata nel 1975 in occasione dell’inaugurazione della Nuova Galleria d’Arte Moderna di Bologna, vede lo stesso Pasolini trasformato dall’artista in uno “schermo umano” su cui è proiettato Il Vangelo secondo Matteo.
Ricordiamo, inoltre, che in occasione della “Giornata della Memoria”, Martedì 27 gennaio nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, per l’intera giornata, sarà esposto il grande dipinto di Leli “Booz”. Il nostro Museo è uno dei venticinque musei italiani che hanno aderito alla Shoah dell’Arte: le opere sopravvissute raccontano la storia.
Per non dimenticare.