Sono 2.675 le donne lucane con cariche nelle imprese artigiane con un’incidenza sul totale del 19% che è molto vicina alla media nazionale (20,1%). A riferirlo è l’Ufficio Studi di Confartigianato sottolineando che le imprenditrici hanno resistito meglio dei colleghi maschi ai colpi della congiuntura negativa. Le ‘capitane coraggiose’ dell’economia lucana – 16.524 tra imprenditrici, lavoratrici autonome, libere professioniste – ‘fotografate’ dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato evidenziano che bisogna superare le disparità di trattamento tra imprenditrici e lavoratrici dipendenti sul fronte del welfare con interventi per la conciliazione lavoro-famiglia che, a partire dalla delega prevista nel Jobs Act, facciano leva su un mix di sostegno pubblico e interventi privati per integrare, in una logica di sussidiarietà, l’attuale, insufficiente offerta di servizi. Donne Impresa Confartigianato, in rappresentanza di 361.000 aziende artigiane e Pmi guidate da donne, lo ha ribadito alla Sottosegretaria al Ministero del Lavoro Teresa Bellanova nel corso di un confronto organizzato a Giunta Esecutiva dell’Associazione e l’esponente del Governo.
“Chiediamo all’Esecutivo – ha sottolineato la Presidente Edgarda Fiorini – di colmare le disuguaglianze rispetto alle dipendenti, ben sapendo che sono realtà differenti, riconoscendoci il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari”.
In particolare, Donne Impresa Confartigianato sollecita l’estensione alle imprenditrici dell’utilizzo dei voucher baby sitting integrati da voucher per l’assistenza ai familiari anziani e ai disabili. Tra le altre richieste, l’istituzione di un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa, un credito d’imposta per investimenti in progetti di conciliazione lavoro-famiglia e in attività d’impresa nei settori legati al welfare familiare, sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani, maggiore flessibilità degli orari degli uffici pubblici.
Due i problemi storici che sfiancano le donne che fanno impresa e che oggi, con l’aggravarsi della crisi economica, pesano ancora di più sulle spalle delle imprenditrici: welfare familiare e incertezze nell’accesso al credito. Specie l’accesso al credito alle imprendici lucane richiede una “maggiore dose di coraggio”.
“I dati del nostro Osservatorio – sottolinea Donne Impresa Confartigianato – dimostrano che fare impresa è sempre più un mestiere da donne. Siamo in presenza di una imprenditoria femminile che va incoraggiata. Al pari dei nostri colleghi abbiamo bisogno di interventi che ci liberino dai troppi vincoli e costi che soffocano le iniziative imprenditoriali. E vogliamo contare su un welfare che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia e di esprimere nell’impresa le nostre potenzialità. Il traguardo da raggiungere è scrollarsi di dosso uno dei tassi di inattività femminile tra i più bassi delle province italiane detenuto dalla provincia di Potenza (poco meno del 60%)”.