“Non sfugga la notizia che proviene dai mercati finanziari relativa al rialzo ad opera di Fitch del rating corporate sul lungo termine dell’Acquedotto Pugliese. E non sfugga la nota entusiastica di commento della Regione Puglia con la quale si afferma di aver contribuito “in maniera determinante all’importante riconoscimento” garantendo ad Aqp una anticipazione temporanea di liquidità per complessivi 200 milioni di euro. In occasione della Legge di Stabilità 2015 della Regione Basilicata è stato di fatti evidenziato, dall’opposizione, che la Regione Puglia deve tra i 60 e i 75 milioni di euro alla Regione Basilicata per l’acqua ceduta. E’ giunto il momento di rivendicare quei soldi dalla Giunta Vendola”.
A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Basilicata Giuseppe Potenza sottolineando che “l’impegno della Giunta Pittella e del Consiglio Regionale di mettere ordine nell’intricato settore idrico con l’istituzione dell’Egrib (Ente per il governo e la pianificazione dell’uso della risorsa idrica della Basilicata) non va disgiunto da quello per esigere quanto dovuto secondo accordi istituzionali che vanno rispettati. Le cosiddette royalties dell’acqua hanno lo stesso significato di quelle del petrolio e vanno gestite sempre più oculatamente. Nel caso dell’acqua ceduta alla Puglia – continua il segretario DC – c’è tanto da fare a tutela delle nostre sorgenti e dei nostri invasi, attraverso programmi di difesa idraulico-forestale specie per scongiurare frane ed alluvioni, oltre che per assolvere all’impegno nei confronti delle comunità di Senise e del Senisese di promuovere lo sviluppo agro-alimentare e l’occupazione. Per tornare all’Egrib non è casuale nel ddl della Giunta il richiamo al fatto che con il trasferimento di grandi quantità di risorse idriche fra regioni limitrofe nato per l’uso “plurimo” ed “interregionale” delle acque vi è la necessità di un’impostazione distributiva basata sulla definizione di un bilancio idrico condiviso fra le regioni, pur riconoscendo il valore di rapporto mutualistici e solidali fra territori e comunità. Ciò sempre in attesa del superamento definitivo dell’Ente Irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia e di altri enti inutili come Acqaua spa. E dunque se il Governatore Vendola ricorda che l’acquedotto pugliese dieci anni fa era il simbolo di tutto ciò che non bisogna fare, si diceva, ‘dà più da mangiare che non da bere’, non può ulteriormente tergiversare nell’onorare accordi solidaristici e mutualistici”.