Tra le migliaia di libri dell’Archivio Biblioteca Museale di Altamura, quanto mai preziosa cassa di risonanza a parole , immagini, sogni, l’ incontro di sabato scorso, “Gutta cavat lapidem”, è stato intenso e emozionante. Un racconto di storie più o meno lontane nel tempo, dai sessantacinque anni di CARS ai pochi di “Siamo tutti tufi”; storie che sembravano aver camminato parallele per incontrarsi adesso, ognuna coi propri bagagli , esperienze, traguardi e sconfitte ma con l’ unica , grande, anima comune dell’amore per la propria terra , potente, inesorabile, proprio come la goccia capace di scavare la pietra, immersa nel silenzio.
Anche ai “giovani vecchi” del circolo “La Scaletta” di Matera – instancabili paladini capaci di aver trasformato una vergogna nazionale in patrimonio dell’Umanità – ai quali quasi come in un omaggio che si deve ai sovrani si sono presentati i volti, i metodi e le intenzioni delle associazioni presenti, quell’amore è apparso sorprendentemente forte, maturo, deciso, come era stato quello che aveva animato loro sessant’anni prima.
Quasi alchemica la sintonia dei pochi minuti a ognuno: la consapevolezza di avere in comune una mappa non delimitata da confini amministrativi ma disegnata su un territorio pieno di ricchezze, troppe delle quali in stato di abbandono, sia quelle sotto il cielo che quelle sotto la terra; e che solo attraverso la conoscenza, lo studio, la mappatura , le esplorazioni , la ricerca , i monitoraggi e le osservazioni siano possibili azioni che non solo tutelino e recuperino ma soprattutto valorizzino e esaltino questi luoghi.
“Abbiamo la sensazione che qualcosa di straordinario stia per accadere” – ha dichiarato un emozionatissimo Ivan Focaccia, Presidente della Scaletta; e tutto a onor del vero lo lascia credere. Tutto.
Rocco Mazzarone, uno dei “giganti” sulle cui spalle i ragazzi della Scaletta raccontano orgogliosi di essersi poggiati per guardare più lontano, diceva che il circolo deve rimanere chiuso per sua natura, non può avere intrusioni che ne tradiscano la specificità . Ma un obiettivo comune può rendere quella circonferenza più grande e il raggio d‘azione più potente e efficace. L ‘avvocato De Ruggieri aveva percepito sin dai primi incontri che l’ampiezza del “circolo” La scaletta aveva possibilità di ingrandirsi. E sabato, ancora una volta con le lacrime agli occhi e l’umiltà dei grandi uomini nel raccontare la potenza e la magnificenza dell’essere stati vittime di sogni esigenti -perché “ chi sogna e spera cammina; chi non sogna sta fermo”- ha riempito di nuovo vigore e motivazione altri giovani e meno giovani operai di laboratori dei sogni incitandoli ancora una volta a “pensare per fare”.
Insieme, certamente, già pronti a un manifesto comune e all’ individuazione delle prime azioni da intraprendere perché questa terra , da millenni abitata dall’uomo, diventi sempre più un luogo del futuro.
“Cercateci ovunque – ci dice Donato Laborante, straordinario poeta della murgia spietrata e delle ferule ferite- cercateci su facebook, su internet, anzi, cercateci là dove soffia il vento. Lì stiamo lavorando.”
C’è da crederci, che anche le ferule possano riprendere a fiorire risanate e a scandire il tempo delle stagioni lì dove l’ acqua ha forgiato la nostra terra .
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