Nl mese di gennaio 2015 è stato pubblicato il libro di Giuseppe Mastromarino “Giovanni Semeria Giovanni Minozzi, due grandi cappellani nella grane guerra”. Pacifismo Nazionalismo Patriottismo Neutralismo Interventismo: la guerra della penna e delle parole.
L’autore, storico dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, ha già pubblicato diversi testi sulla biografia umana, spirituale, intellettuale di questi due significativi protagonisti della storia religiosa e culturale tra fine ‘800 e prima metà del ‘900.
Con questo intenso lavoro, frutto di accurate ricerche, Giuseppe Mastromarino ha voluto far emergere una storia, per lo più sconosciuta, relativa all’opera di bene esercitata da questi due grandi uomini di Chiesa e della Patria, durante il conflitto della Prima Guerra Mondiale del 1915-1918.
Il libro di Mastromarino non contiene e non descrive la storia della guerra guerreggiata che pur filtra attraverso la narrazione dell’opera di bene realizzata da Minozzi e Semeria tra i soldati, soprattutto attraverso l’istituzione delle circa 500 Case del Soldato, di cui Minozzi fu l’ideatore e il fondatore.
Nel testo viene evidenziato il ruolo delle ideologie, soprattutto del nazionalismo, e il ruolo delle avanguardie culturali (Marinetti, Russolo ecc), di D’Annnunzio e delle riviste letterarie “La Voce”, “Lacerba” con Papini, Prezzolini ed altri, nel diffondere un clima favorevole alla guerra, nonostante la sostanziale estraneità del popolo ai proclami di violenza e di guerra.
Attraverso la rilettura delle opere di Semeria (Memorie di guerra e Nuove Memorie di Guerra) vengono delineate non solo le cause prossime e remote che determinarono lo scoppio della guerra, ma vengono descritti alcuni dei protagonisti della Grande Guerra come il Generale Luigi Cadorna, il gen. Porro, il re Vittorio Emanuele III, Gabriele D’Annunzio, ecc. Di particolare rilevanza storica è il riferimento al disastro di Caporetto, su cui anche Minozzi si sofferma nei Ricordi di guerra nel primo capitolo del secondo volume con il titolo emblematico “La tormenta scura”, per descriverne le cause e gli effetti.
Nel libro di Mastromarino viene delineata la funzione di sostegno morale, materiale, educativo, di assistenza, di promozione dell’alfabetizzazione strumentale, realizzata nelle Case del Soldato.
L’autore vaglia anche le fonti storiche e fa emergere anche il giudizio di valenti e accreditati storici della Prima Guerra Mondiale, come Isnenghi, Rochat, Gibelli, Silvestri, Franzina, Procacci, Fabi, Minniti, Labanca, Mazzini, ecc. In questo contesto in cui finalmente gli storici hanno riconosciuto la valenza delle Case del Soldato, l’autore non manca di evidenziare alcune carenze e pregiudizi, proponendo una lettura diversa e più obiettivamente aderente alla verità storica, sgombrando il campo da ideologismi preconcetti.
Mastromarino analizza i due volumi dei Ricordi di Guerra di Giovanni Minozzi, in rapporto ai romanzi, alla memorialistica, ai diari di autori come Lussu, Gadda, De Roberto, Salsa, Frescura, Gatti, Malaparte, Palazzeschi, ecc. per una comparazione sugli avvenimenti vissuti.
I libri citati di Minozzi e di Semeria rappresentano, a parere di Giuseppe Mastromarino, che li ha esaminati attentamente, un prezioso documento storico che raggiunge delle vette letterarie descrittive nella narrazione realistica degli eventi convulsi che portarono alla disfatta di Caporetto e, poi, nella descrizione degli effetti del disastro a livello militare, civile ed economico.
Nell’excursus cronologico della narrazione delle vicende belliche emergono, soprattutto, due fatti essenziali: 1- la narrazione dell’anima del soldato, dei suoi incredibili sacrifici con la concreta risposta di Minozzi con le Case del Soldato, divenute oasi di serenità, di riposo, di svago, di famigliarità; 2- La storia dei cappellani militari (circa 2.200) e dei preti-soldati (circa 22.000) che si dedicarono sia nella Case del Soldato, sia in prima linea e in trincea a portare un po’ di bene ai soldati. Interessante è il rapporto dapprima quasi conflittuale e di indifferenza dei cappellani nei confronti dei preti-soldati e poi il senso di una rinnovata fratellanza, soprattutto favorita dagli incontri organizzati da Minozzi nelle Case del Soldato.
Si tratta di una storia inedita, ricca di testimonianze storiche, un grande affresco di opere di pace in un periodo di assopimento del senso dell’umanità e nel clima terribile della violenza.
Questa memoria storica è degna di essere conosciuta e non dimenticata.
Essa costituisce un utile supporto alla ricerca storica da parte di storici, studiosi, studenti e per chi voglia approfondire quell’importante periodo storico che rappresentò una cesura con un passato superato.