I dipendenti ALSIA hanno inviato alla nostra redazione una nota relativa alla vertenza dell’Ente sub regionale. La riportiamo integralmente.
Che l’Alsia sia commissariata dal 2006 ormai lo sanno anche le pietre della Basilicata, e prendiamo atto che questa “non notizia” cade nel cinico disinteresse di tutti i nostri consiglieri regionali, che avrebbero il compito di decidere cosa fare di questo ente strumentale.
Un Commissariamento “straordinario”, perché non determinato dalla cattiva gestione dell’Alsia, ma dalla inspiegabile e sciagurata decisione di sciogliere gli organismi in attesa della legge di riordino. In attesa di una legge che, dopo ….. anni di discussioni, commissioni consiliari, audizioni, assessori e legislature che si susseguono, ancora non vede la luce per puro disinteresse. Un disinteresse che ha fatto “dimenticare” anche di inserire una norma di proroga del commissariamento nella legge finanziaria regionale, con la conseguenza che dal 31 dicembre 2014 l’Alsia non ha neanche un Rappresentante Legale che possa – ad esempio – costituirsi in giudizio se citato in Tribunale, firmare atti di vendita dei beni della riforma fondiaria, firmare proposte di bilancio.
Non è la prima volta che l’Agenzia si trova in condizione di non poter operare nemmeno nell’ordinaria gestione: nel 2012 si sono succeduti ben 3 diversi Commissari, nel 2013 non ne hanno nominato nessuno per 8 mesi, o lo hanno nominato per 12 giorni (!). Ogni volta gli uffici preparano quello che ormai è definito “il kit del Commissario”: un dossier per illustrare i contratti in corso, gli incarichi, i dipendenti, la struttura, ecc.
La gestione ordinaria dell’attività è comunque in condizioni di difficoltà indescrivibili: quando il Bilancio dell’Alsia viene approvato le risorse non vengono trasferite come sarebbe ragionevole pensare. Così, ogni mese bisogna fare la questua in Regione, rincorrendo Assessori, Consiglieri, Direttori Generali per avere almeno lo stretto necessario per garantire i pagamenti delle forniture più vecchie e gli stipendi dei dipendenti. Sempre che la gestione Regionale (non quella dell’Alsia) sia corretta e non sia a rischio di mancato rispetto del patto di stabilità, nel qual caso tutti i dipendenti del sistema regionale vengono pagati, ad eccezione dell’Alsia, che da qualche anno – inspiegabilmente – gode di questa condizione di privilegio.
Il problema della produttività della spesa sostenuta per l’Alsia è trattato come un problema di filosofia: ogni volta che i lavoratori Alsia hanno posto il problema della utilità del loro lavoro, del rendimento degli 8 milioni di euro assegnati all’Alsia con il Bilancio, sono stati sbeffeggiati da Assessori e politici (possiamo indicare nomi e date), che comunque ci trattano come parassiti, senza peraltro decidere né fare nulla per modificare la situazione.
Gli stessi dipendenti stanchi di trovarsi fra l’incudine dell’opinione pubblica che li assimila ai “fannulloni” di una PA sempre più screditata, ed il martello dei politici regionali, attenti solo ai giusti equilibri interni ai partiti guardando all’Alsia solo come “postazione retribuita di vertice”, hanno sottoscritto, più del 90%, una richiesta per entrare a far parte del ruolo unico regionale trasmessa in data 29 gennaio ai Presidenti di Giunta e Consiglio Regionale, nonché a tutti i consiglieri della massima assise lucana.
Intanto l’organizzazione interna si sfalda, i rapporti fra colleghi si esasperano, i Commissari, nominati per periodi brevissimi, sono sempre più disincentivati a decidere qualunque cosa.
In sintesi, la situazione a febbraio 2015 è la seguente: niente legge di proroga del Commissariamento da parte del Consiglio Regionale, niente nomina del Commissario da parte della Giunta, niente legge di riordino, niente stipendio per i dipendenti, niente pagamenti dei fornitori. Di che cosa si occuperà mai il Consiglio Regionale, se non “ricorda” di governare neanche un suo ente strumentale? Come elettori, come dipendenti dell’Alsia, come cittadini lucani ci piacerebbe saperlo.