Purtroppo i dieci anni che hanno dovuto attendere le aziende agricole danneggiate dalle nevicate del primo marzo del 2005 in provincia di Matera e dal nubifragio del 24 maggio dello stesso anno in provincia di Potenza non è un caso limite. I piccoli agricoltori, specie delle aree interne e più svantaggiate, per i bandi relativi al PSR 2007-2014 sono costretti ad aspettare tra i 1.100 e i 1.200 giorni per l’aiuto comunitario dovuto e in tanti casi anche oltre questi che sono tempi cosiddetti medi ma insopportabili ed ingiustificati.
A sottolinearlo è il Csail-Indignati Lucani, in una nota a firma del presidente Filippo Massaro. La motivazione è da ricercare nei gravissimi ritardi dell’Arbea-Agea nell’erogazione dei contributi comunitari dovuti agli agricoltori della val d’agri –sauro (e non solo) che avrebbero il sicuro effetto positivo almeno di tamponare la situazione di forte indebitamento con le banche. Malgrado i controlli sul campo dei terreni a riposo, forestazione, biologico ed altre misure effettuati, le verifiche svolte in alcuni casi anche due-tre volte, i pagamenti non arrivano. La gia’ precaria situazione economica per gli agricoltori – dice Massaro – è diventata insostenibile, al punto che c’è già chi è costretto far ricorso agli usurai e successivamente non reggendo l’onere delle rate da pagare, a“svendere” le aziende. Non è un caso che la DIA abbia di recente riacceso l’attenzione sul grave fenomeno dell’usura nelle nostre campagne.
Paghiamo le conseguenze di una burocrazia smodata che circonda oggi il mondo dell’agricoltura e che penalizza soprattutto le aree interne.L’indignazione è sempre più insopportabile e riguarda un sistema, quello che circonda l’agricoltura, in grado di passare al vaglio centimetro per centimetro tutti i terreni; basta pensare che per ogni 10 addetti al settore, 1 è pronto, dietro la scrivania, a redigere documenti. Da questo sistema perverso, che gioca sulla pelle di chi produce, due sono le figure che ne traggono benefici: l’Ente , che creando più cavilli possibili, cerca di trattenere nelle sue mani i contributi provenienti dall’UE destinati al settore primario e gli “Uffici Commerciali” che, oltre a percepire compensi e contributi comunitari, non aspettano altro che compilare moduli per poi rifilare fatture onerose all’ultimo anello della catena.
Così, ci troviamo di fronte a mutamenti continui dei nostri terreni, anche se in realtà loro non si muovono mai, ma – afferma Massaro – nel SIAN (sistema informativo agricolo nazionale) sì ! Quest’ultimo controlla minuziosamente ogni minima mutazione della superfice aziendale o ogni variazione culturale, foglio catastale per foglio, particella per particella, probabilmente, vista la puntigliosità, aggiungerei zolla per zolla. Ad ogni particella del terreno, corrisponde una casellina, se questa diventa rossa, iniziano i guai. Subentrano immediatamente delle anomalie che bloccano immediatamente ogni tipo di aiuto comunitario, diretto e non. Il bello è che a causa delle numerose foto rivelazioni dei terreni non si può mai stare tranquilli perché risolta un’anomalia, dopo poco tempo eccone di nuovo un’altra, magari su un altro appezzamento.
Questo è uno dei tanti motivi per cui molte domande di aiuto vengono liquidate con molti anni di ritardo. Molto spesso gli Enti si avvalgono di astuzie come quella di problemi telematici, assenza di documenti che, dopo consegnati vengono puntualmente smarriti dalla P.A. stessa.
Il CSAIL, nell’interesse degli agricoltori delle aree interne, non si stancherà mai di richiedere l’accertamento dei responsabili e delle cause tecniche, politiche, amministrative che hanno determinato questa situazione con l’auspicio che il riordino del sistema dell’ente pagatore degli aiuti comunitari possa realmente funzionare con il nuovo PSR 2014-2020 e almeno dimezzare gli attuali tempi biblici di erogazione degli aiuti comunitari.