E’ passato un anno da quel terribile 6 febbraio 2014, quando Renato Carpentieri è volato in cielo partendo dalla sua seconda casa, lo stadio XXI Settembre-Franco Salerno. Per ricordare il compianto giornalista del Quotidiano della Basilicata ad un anno dalla sua prematura scomparsa amici e colleghi giornalisti hanno dato vita al primo Memorial Renato Carpentieri. La famiglia di Renato, composta dai figli Annalisa, Daniele e Carmine, hanno condiviso un momento di preghiera nella Chiesa San Vincenzo de Paoli del Borgo La Martella con la Santa Messa celebrata da don Egidio Casarola. Il ricordo di Renato Carpentieri prima della benedizione finale è stato affidato a due colleghi che hanno condiviso per diversi anni un’esperienza in redazione, Antonella Ciervo e Carlo Abbatino.
Quindi il trasferimento allo stadio XXI Settembre-Franco Salerno per il primo Memorial Renato Carpentieri. Il ricordo del giornalista originario di Salerno e materano d’adozione è stato affidato a tre giornalisti materani che sono cresciuti giornalisticamente con lui: Antonio Mutasci, Francesco Calia e Roberto Chito. L’inno del Matera “Cuore biancoazzurro”, scritto da Roberto Chito e interpretato da Emanuele Schiavone con il supporto musicale di Antonio Esposito alla tastiera, ha preceduto un altro momento di grande commozione. Un mazzo di rose bianche è stato consegnato alla moglie di Renato Carpentieri, la signora Fulvia, che si è diretta proprio sul punto in cui il cuore di Renato ha smesso di battere un anno fa. Quindi è cominciata la gara calcio a 5 tra il Quotidiano Team e una Selezione Giornalisti. La sfida, molto combattuta e ricca di emozioni, è terminata sul 5 pari. In parità anche la sequenza dei rigori, terminata ad oltranza con sette tiri per parte. Da lassù Renato Carpentieri avrà apprezzato, ma questa volta non potrà commentare l’esito del match affidandosi a quel motto che aveva coniato per le partite del Matera: chi vince gode, chi perde spiega.
Quotidiano Team-Selezione Giornalisti 5-5
Quotidiano Team: Roberto Chito, Francesco Calia, Vincenzo Bochicchio, Pietro Scognamiglio, Alfonso Pecoraro, Daniele Carpentieri, Tonio Festa. All. Antonio Mutasci.
Selezione Giornalisti: Carmine Carpentieri, Michele Capolupo, Andrea Rospi, Nino Vitelli, Annibale Sacco, Francesco Iacovone, Pietro Loschiavo, Franco Longo. All. Nino Vitelli.
Reti: Festa (Q), Carpentieri D. (Q), Capoluupo (G), Pecoraro (Q, rigore), Rospi (G), Longo (G), Festa (Q), Capolupo (G), Loschiavo (G), Scognamiglio (Q).
Arbitro: Franco Danuzzo.
Ammoniti Capolupo e Longo nella Selezione Giornalisti, Bochicchio nel Quotidiano Team.
Espulso Bochicchio per doppia ammonizione
Riportiamo di seguito l’intervento letto da Carlo Abbatino nella chiesa di San Vincenzo de Paoli per ricordare il compianto amico e collega giornalista Renato Carpentieri.
Puoi sempre dire non è vero, non ci credo ma la realtà ti tocca con mano e con gli occhi e allora prendi coscienza che Renato Carpentieri, amico e collega giornalista non c’è più. Un infarto improvviso e fortemente letale lo fa volare in alto nel Regno dei Cieli e tu perdi la possibilità di dare continuità al riso, al sorriso.
Ecco, Renato aveva la frenesia di essere sopra ogni notizia perché potesse essere sempre il primo ad informare i suoi lettori, i suoi amici e soprattutto quando era convinto che avesse la sua “prima”, la riportava sulla pagina relativa al Matera affermando quella che poi è diventata una classica per eccellenza sino a farla passare quasi come un aforisma: “Come anticipato dal Quotidiano…” e questo suo modo di dire, di scrivere, lo rendeva gioioso e soprattutto gratificato.
Con Renato ho vissuto l’esperienza radiofonica con la rubrica sportiva della domenica su Radio Anch’io, quella dell’anticipazione del sabato sera nel corso della quale si intervistavano i protagonisti della domenica quali gli allenatori, i giocatori, i presidenti. Abitudine che in questi ultimi periodi sta venendo un po’ meno considerando i divieti che vengono imposti prima di approdare ad una conversazione naturale con chi la domenica produce gioie e amarezze a seguito delle performance.
Renato è stata la voce che ha riempito i pomeriggi della domenica con le radiocronache da ogni parte d’Italia che vedesse partecipare il Matera, quel cuore biancazzurro che lo ha sempre preso per intero e non lo ha mai lasciato. Purtroppo i vuoti si avvertono quando qualcuno viene a mancare e Renato, se è vero che è nell’alto dei cieli, nel cuore della moglie, dei figli e in quello degli amici, rimane sempre vivo e con memoria perenne.
Renato, tu sai che scrivo poesie e devo dirti che non mi è difficile dedicartene una che sia ricca del tuo modo di essere, del tuo modo di guardare lo sport, il calcio, il Matera con una tuo ottica propria e ti dico:
Renato uomo d’azione
per l’azione del Matera
ti svirgoli tra moduli
dal 4-4-2 al 4-3-3
e via dicendo
perché conosci di ciascun
giocatore anima e corpo
ma soprattutto le performance
che fai tue per descriverle
con gioiosa e pertinente
conoscenza e rendi briosa
e insidiosa l’azione.
Continua ad urlare
all’arbitro che non vede
come dovrebbe il rigore negato
e fagli sentire
la tua voce che continuerà
ad essere sempre viva
e presente tra noi
perché tu possa
essere nella tribuna Stampa
la voce
che accende i cuori sportivi
e li porta a gioire
dei risultati che gratificano l’anima
e rendono l’animo
più sereno come vogliamo
che tu possa essere sereno nella serenità
di questo cielo immenso
e dipinto di blu
perché come Modugno
Devi continuare a volare
stando tra i tuoi cari
e tra gli amici che ora più
che mai ti tributano
applausi d’amore
e di straordinaria gioia.
Tutto questo nel momento della sua dipartita dalla vita terrena.
Ed ora un ricordo nel giorno del suo anniversario della dipartita:
Renato il tempo passa inesorabilmente
Lasciando nella memoria di ciascuno
Il quotidiano vivere
Fatto di lotta continua con il tempo
E verso il tempo
E nei momenti di stanca e di riflessione
Allora passano nella mente i ricordi
E tu ormai, nella mente e nel cuore
Dei tuoi e dei tuoi amici sei
Un viso dal sorriso Illuminante
Incoraggiante e simpaticamente
Molto allegro e fortemente empatico
Ne fai compagnia perché
La tua è una compagnia speciale
Essendo nell’alto dei cieli
E nella casa del Signore
E per questo tuo grande privilegio
Noi da questa vita terrena
Ti dimostriamo grande affetto, grande amicizia
Che insieme ai tuoi cari
Tua moglie Fulvia e i tuoi figli Carmine, Daniele e Annalisa,
si espandono il più alto possibile fino
a farli giungere al tuo caro sorriso
con un forte abbraccio
perché tu possa alimentarne sempre il
ricordo nei nostri cuori.
Ti vogliamo sempre bene.
Carlo abbatino
Riportiamo di seguito il messaggio inviato alla nostra redazione da Giuseppe Formato, team manager del Matera calcio 2013-2014, per ricordare Renato Carpentieri.
Mi unisco anche io, Giuseppe Formato, al saluto che la città di Matera sta dando a Renato Carpentieri. Lo faccio da collega giornalista e, soprattutto, da ex team manager del club della splendida Città dei Sassi. Mi sarebbe piaciuto essere là con voi e non escludo di venire a onorare la memoria di Renato nelle prossime edizioni del memorial.
Renato era un giornalista con la G maiuscola. Un cronista che aveva il senso della professione di gran lunga superiore a tanti colleghi che hanno l’opportunità di lavorare nelle grandi realtà.
Ho avuto modo di conoscere Renato nella mia avventura da team manager del Matera, un’esperienza fantastica che porterò sempre con me, nei miei ricordi. Una città bella ed accogliente, così come sono ospitali i suoi cittadini. E Renato incarnava il cittadino materano per eccellenza.
Renato stava sempre sulla notizia, ci arrivava prima di tutti, perché nel suo sangue scorreva il senso del giornalismo. Quello moderno: di arrivare sulla notizia prima di tutti, anticipando anche i siti web, senza lasciare nulla al caso. E proprio il suo alto senso del dovere mi ha portato a conoscerlo e lui a conoscere me.
Era una calda mattina d’estate: 7 luglio 2013. Renato aveva scritto, prima di tutti, sul ‘suo’ giornale’, “Il Quotidiano della Basilicata”, che ad Altamura erano arrivati il nuovo allenatore, Vincenzo Cosco, e il nuovo team manager, Giuseppe Formato. Sapeva che il 7 luglio io mi sarei recato a Matera, per prendere contatto con la città e, soprattutto, con lo stadio ‘Franco Salerno-XXI Settembre’, la sua seconda casa e anche la mia per sei mesi.
Arrivo allo stadio, davanti al cancello principale, e chi trovo ad attendere il mio arrivo? Renato Carpentieri. Aveva saputo che avrei fatto tappa in città e non aveva resistito alla voglia di accogliermi, da solo, prima di tutti. Lui era col suo inseparabile scooterone, io con la mia auto. Nemmeno il tempo di parcheggiare ed ecco che Renato si presenta, mi accoglie, mi fa salire sul suo mezzo e in un niente mi ritrovo in giro, per la prima volta, per Matera. Renato mi fa da ‘Cicerone’, facendomi avere il primo approccio con la città. Mi spiega in pochi minuti, mentre siamo in viaggio sulla moto, la storia di Matera e del Matera Calcio. Mi porta in un bar, mi presenta agli amici di tutti i giorni e, venendo a conoscenza che siamo anche colleghi giornalisti, mi mostra orgoglioso i suoi articoli e mi porge il bigliettino da visita di Radio Radiosa, della quale era direttore editoriale, nonché uno dei fondatori, raccontandomi le sue trasmissioni sulla squadra del cuore, il Matera.
Durante quella mattinata, che ricordo sempre con molto piacere, Renato ebbe anche il tempo di farmi visitare qualche appartamento da poter affittare per andare a vivere.
Inizialmente scettico per essermi ritrovato da solo in una città che non conoscevo, Renato Carpentieri mi fece capire che avrei avuto a che fare, nei mesi successivi, con persone garbate e pulite, quali poi si sono rivelati i materani, con i quali ho avuto un grande rapporto. Renato e Pasquale Smaldone, suo grande amico, mi hanno aperto le porte della Città e, anche grazie a loro, per me Matera resterà la mia seconda città.
Ciao Renato, sei stato un grande professionista e, prima ancora, un grande uomo. A dimostrazione di ciò, il mio racconto. Capì al volo che per muovermi in città mi sarebbe servito un aiuto e lui, senza nemmeno avvisarmi ma, soprattutto, senza nemmeno conoscermi, ha aspettato davanti allo stadio il mio arrivo, per mettersi a disposizione e sacrificando la famiglia nel suo giorno libero dagli impegni di lavoro. Il tutto per il bene di Matera, del Matera Calcio e di una giovane persona, perché per Renato prima di ogni cosa veniva l’Uomo, da rispettare.
La fotogallery del primo Memorial Renato Carpentieri (Foto www.SassiLive.it)