Un concentramento di trattori presso la frazione Serramarina per far partire una sfilata che raggiungerà Metaponto per poi ritornare sull’area maggiormente colpita dall’alluvione del 1° marzo scorso. E’ quanto è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa promossa dal Comitato Terre Joniche a Matera. Il presidente Gianni Fabbris, accompagnato da Domenico Prencipe, Agostino Di Chio e Michele Ferrante. Prencipe e Di Chio sono due dei tre cittadini di Serramarina che per sette giorni hanno rinunciato al cibo mentre a Ginosa continua lo sciopero della fame avviato da Patrizia, Ernesto ed Adele.
Fabbris ha sollecitato la firma del decreto da parte del Consiglio dei Ministri del Governo Berluscuni per dare risposte alle aziende e ai cittadini dannegiati dall’alluvione del 1° marzo scorso. “Dopo aver rilevato disparità di trattamento rispetto ad altre regioni del Nord colpite da calamità naturali siamo qui per annunciare nuove forme di lotta per difendere non solo gli interessi delle aziende ma di un intero territorio agricolo. Questo comitato si è costituito per raggiungere due obiettivi: il risarcimento dei danni subiti da aziende e cittadini e la messa in sicurezza di tutte le attività economiche danneggiate. Purtroppo tre giorni prima dell’alluvione che ha devastato il nostro territorio il Governo Berlusconi ha inserito nel decreto milleproroghe una norma che assegna alle Regioni il compito di recuperare i fondi necessari per soddisfare le richieste di cittadini e aziende in caso di calamità naturali. Per farlo saranno obbligate ad introdurre una tassa di scopo, visto che in precedenza lo stesso Governo nazionale ha approvato un’altra legge che impedisce alle Regioni di aumentare le tasse. Le distorsioni di un Federalismo tutto da costruire sono purtroppo il prezzo che devono pagare le regioni meridionali ma visto che non ci sono state risposte sino al 29 luglio, l’assemblea del Comitato ha deciso di scendere in campo con i trattori. La prima manifestazione è in programma a partire dalle ore 18 di sabato 30 luglio ma naturalmente ne seguiranno altre e non è escluso che si possa fermare il traffico anche domenica 31 luglio, creando quindi disagi al traffico veicolare diretto verso le spiagge joniche. Il presidente del comitato Terre Joniche ha precisato che i parlamentari di centro-destra stanno lavorando moltissimo in questi giorni ma l’auspicio è che si possano presto raggiungere risultati concreti. “Da parte nostra speriamo che i sindaci, i presidenti delle province pugliesi e lucane e i presidenti delle regioni Puglia e Basilicata possano alzare il tono del livello istituzionale nei confronti del governo centrale. Il commissario straordinario potrebbe per esempio chiedere la sospensione dei pagamenti alle imprese agricole presenti sul territorio. Con le dovute proporzioni, i numeri sono quelli di un piccolo tzunami che ha travolto l’arco jonico che va dal Metapontino alla zona di Ginosa. I danni dell’alluvione, secondo la stima fornita da Terre Joniche ammontano a 250-300 milioni di euro, 750 sono le richieste di risarcimenti da parte dei cittadini per danni arrecati a case e aziende, 200 circa le aziende agricole in produzione, tutte tecnologicamente avanzate, che reclamano un pronto intervento per non scongiurare la perdita di circa quattro mila posti di lavoro, considerata la media dei braccianti impiegati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli. I danni a frutteti e vigneti sono ingenti. Un ettaro di vigneto, per esempio, costa circa 40 mila euro, per cui considerando che i frutti arrivano dopo tre anni, la perdita secca è di circa 100 mila euro. I danni riguardano anche le aziende del settore turistico: un imprenditore che gestiva un lido e un campeggio ha rinunciato a dodici dei quindici dipendenti impiegati nella scorsa stagione estiva. Michele Ferrante, titolare di un’impresa agricola che dava lavoro a quindici persone ha dovuto licenziare tutti i lavoratori e attribuisce le responsabilità di questo disastro in parte al ponte presente sulla statale 106 e in parte al Consorzio di Bonifica, che per anni non si è preoccupato di garantire la manutenzione dei canali.
“Non c’è più tempo da perdere – precisa Fabbris – e da questa sera concentreremo i trattori per avviare la nostra prima manifestazione di protesta. Il modello sarà quello di Scanzano, non nei numeri ma certamente nelle forme”.
Michele Capolupo