Matera e la pasta. Storia di un grande amore. E nel giorno di San Valentino l’imprenditore Nicola Benedetto ha promosso un incontro pubblico presso la sala conferenze della mediateca provinciale per presentare il progetto di recupero del Mulino Alvino e della nuova produzione di pasta con il marchio “Alvino storico pastificio Matera 1884 con un investimento tra i 7 e gli 8 mlioni di euro”. Un grande progetto presentato purtroppo in una sala troppo piccola per contenere tutto il pubblico che ha risposto all’appello. Benedetto ha chiesto scusa ai cittadini con una precisazione: “Avevo chiesto all’Amministrazione comunale di poter utilizzare l’auditorium di piazza Sedile, non mi è stata concessa”. Pazienza. La bella notizia è che a distanza di 130 anni l’imprenditore Nicola Benedetto ridà vita alla rinomata produzione di pasta materana, al suo storico marchio e all’antico opificio. Il progetto prevede inoltre che nella struttura, sarà realizzato un museo delle “arti bianche”, delle tecniche di produzione e ospiterà una scuola di Cucina. Un luogo di promozione, valorizzazione e tutela della tipicità lucana a Tavola. Il Mulino diventerà il punto di riferimento per la filiera agroalimentare lucana in una città come Matera, promossa capitale europea della cultura e meta avanzata del turismo lucano nel mondo.
Ad illustrare con l’ausilio di alcune slide la storia del Mulino Alvino è stato l’architetto Tonio Acito. La storia del Mulino Alvino comincia nel 1884 con l’arrivo da Gragnano, centro campano già affermato per la produzione di pasta, di Vincenzo Alvino. Nonostante i gli ostacoli posti dalla comunità locale, Alvino si attivò subito per favorire la fondazione della Banca Popolare del Materano assieme ad altri soci e poi decise di avviare lo stabilimento per la produzione della pasta affidando a Leonardo Ridola, fratello del medico Domenico al quale è intitolato il Museo che si trova nell’omonima strada del centro storico cittadino, il progetto per la costruzione del Mulino Alvino. Dal 1936 al 1946 lo stabilmento viene gestito da un’altra storica famiglia materana, quella dei Padula mentre dal 12 febbraio 1946 sarà Vincenzo Quinto a portare avanti la tradizione della pasta nella città di Matera. In proposito è stata Antonella Padula, discendente della famiglia Quinto di quarta generazione a raccontare quella che ha definito una la favola vissuta da bambina, con gli investimenti che hanno portato la sua famiglia a rilevare il Mulino Alvino e a diversificare gli investimenti nel campo televisivo e cinematrafico, prima con l’Arena Italia ospitata nel giardino all’interno del palazzo di residenza, che il giovedì faceva registrare il pienone per Lascia o raddoppia” e poi con la realizzazione del cinema Quinto in via Stigliani, nella struttura che oggi ospita l’Archivio di Stato. Antonella Padula ha ricordato anche il proficuo sodalizio tra Quinto e Manfredi e l’esportazione negli anni Sessanta delle orecchiette fatte a mano in America dopo aver assunto cinquanta donne nello stabilimento. Mauro Bitondo ha ripercorso le tappe che hanno determinato il passaggio di proprietà del Mulino Alvino dalla società Cogem a Benedetto, che è stato definito lo scorso 10 gennaio 2015 mentre l’architetto Ettore Mocchetti, direttore di AD (architectural digest) e di Cucina Italiana, già coinvolto da Benedetto il restauro di Palazzo Gattini, ha illustrato il progetto che porterà nel giro di 24 mesi ad avviare la produzione di pasta all’interno del ristrutturato Mulino Alvino.
Tonio Acito ha precisato che il Mulino Alvino non sarà solamente un luogo di produzione della pasta, un pastificio che impiegherà almeno ottanta dipendenti ma anche un luogo di produzione culturale legato all’agroalimentare. Il modello è quello di creare anche a Matera una Eataly del territorio lucano e Mulino Alvino dovrà rappresentare il biglietto da visita della città dei Sassi, per via del punto in cui è collocato, a poche centinaia di metri da un ingresso della città, quello della salita di San Vito”. In attesa che il progetto possa decollare ai cittadini presenti all’incontro è stato offerto un pacco da 500 grammi di spaghetti confezionati con il packaging “Alvino storico pastificio Matera 1884″. Un segno di buon auspicio per l’imminente ritorno della pasta di Matera sulla tavola.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione del progetto di recupero del Mulino Alvino e della nuova produzione di pasta con il marchio “Alvino storico pastificio Matera 1884” (fotow ww.SassiLive.it)