Franco Vespe traccia un bilancio dei i lavori sul “Laboratorio 2019: un’altra Matera…”. Di seguito la nota integrale.
Ormai il Laboratorio 2019: Un’altra Matera!” ha preso quota! Sono contento che questa idea maturata insieme a Don Basilio stia trovando il gradimento della cittadinanza. Volevamo con don Basilio (impressionante la nostra identità di vedute pur non avendo parlato molto fra di noi) delicatamente riprendere in mano il dossier completandolo storicamente, ed arricchirlo di ulteriori idee e progetti che derivano da una riflessione storica, sociale e culturale sull’ ”essenza” di Matera. Non volevamo creare uno sfogatoio dove la gente veniva a riversare la sua rabbia, la delusione, il suo crepuscolare pessimismo, ma una sorta di salotto del “filosofare” in stile antica Grecia, dove la gente potesse contribuire alla discussione facendo emergere le cose migliori che spesso si serbano nascoste e dimenticate nel proprio cuore quando si dà troppo spazio alla rabbia! Un luogo dove praticare la cultura come arte per estrarre dal cuore di ognuno di noi il meglio e rafforzare la volontà di essere migliori nei suoi cittadini. Un luogo dove, grazie al trafficare vorticoso dei più bei gioielli che il nostro cuore serba, applicare la strategia della proposta ad oltranza per rendere ancora più bella la nostra città. L’ultimo contributo fornito da Nino Vinciguerra, uno dei tanti geni nascosti che la nostra provincia pur esprime, ha centrato in pieno questo stile e questa cifra che il Laboratorio si è dato. Ha presentato un “reportage” che ha fatto la storia di Matera a partire dal 1902; ovvero dalla visita di Zanardelli. Un reportage che ha reso giustizia delle smemoratezze storiche di cui si è reso colpevole il dossier (lo abbiamo preso in mano con delicatezza; ma questo non vuol dire astenersi dal correggerlo fraternamente!). In questa carrellata storica è stato dato il giusto peso alle persone che hanno fatto grande la nostra città. Il primo è stato il Deputato D’Alessio che si battè strenuamente perché Matera tornasse provincia nel 1927. Il secondo il ruolo assolutamente determinante che il governo De Gasperi ha avuto nell’avviare quel processo di risanamento dei Sassi che ha elevato Matera da vergogna nazionale a Capitale Europea della Cultura. Mi si permetta di dire che è stata un’azione criminale dal punto di vista storico aver totalmente ignorato questa era Colombo/De Gasperiana che poi ha portato a Matera gente come Quaroni, Piccinato, Olivetti, Friedman, Musatti, Mazzarone, De Rita e chi più ne ha più ne metta…Sappiamo pure a chi si deve questa dimenticanza…Molto probabilmente lo stesso (i)che ha(nno) innalzato quella cortina fumogena sulla quale hanno proiettato la figura di Pasolini facendolo apparire un gigante di Matera, quando invece è stato solo un fugace frequentatore “minore” della nostra città!! Ho le prove di questo! Basta leggersi l’ intervista di Irazoqui rilasciata alcuni mesi fa alla Civiltà Cattolica. Ma grazie a Nino giustizia è fatta! Avrebbe Meritato di essere citato anche il ruolo avuto in quegli anni da Michele Bianco per sottolineare che, quando si trattava di portare a casa il risultato, si facevano accordi bi-partizan. Basti pensare all’altro tendem bi-partizan Cardinale-Viti che nell’86 portarono a casa la legge 771/86 sui Sassi. Ma non vorrei che qualcuno pensasse che stiamo facendo un’opera nostalgica che guarda alle spalle ignorando la visionarietà del dossier che fa della “ Tecnologia dell’informazione e della Comunicazione “ICT” la sua cifra tanto apprezzata dalla commissione. Quello che generalmente non si comprende nell’era ICT, e non lo si comprende anche nel Dossier e negli stessi giudizi della commissione, è che le piazze virtuali non devono sostituire quelle reali ma moltiplicarle! Così I-DEA è una costruzione virtuale che deve suscitare la fame di vedere il reale parco Demo Etno Antropologico che deve essere realizzato. I-DEA non può surrogare il luogo vero che va realizzato e fatto fruire dal vivo! Il documento di Vinciguerra può far parte pertanto di quella piazza virtuale che deve creare l’appetito giusto per visitare le piazze reali della nostra città. Una riflessione finale va fatta sul cosiddetto contributo dato dagli “stranieri”. Su di essi si è puntato il dito molto a sproposito (anche se il rischio di una colonizzazione è concreto) in questi mesi. Chi vi scrive pensa che sono cittadini della mia città non solo coloro che ci sono nati ma anche quelli che l’hanno eletta a propria dimora e si sono fatti stregare da essa. Ben vengano nuove professionalità, competenze, cervelli! Quello che mi preoccupa non è la fuga dei nostri cervelli ma che il bilancio di quelli che arrivano rispetto a quelli che partono sia in perdita! Se Matera 2019 saprà invertire questa tendenza; ovvero attirerà più “cervelli” di quelli che partono, vuol dire che si sta lavorando bene! Noi del Laboratorio 2019 con la strategia del “progetto ad oltranza” questa tendenza abbiamo l’intenzione e l’ambizione di invertirla. Proprio per questo riteniamo che sia importante rafforzare la qualità e la quantità delle proposte a “standard europei”. Questo lo auspichiamo noi come (speriamo) i giovani che hanno redatto il dossier, come quelli che vedono in Matera 2019 una opportunità per costruirsi un futuro. Peccato che tutto questo sia perturbato dai soliti inevitabili minuetti vergognosi, deprimenti e sub-culturali che si stanno danzando in vista delle prossime elezioni comunali. Ma torneremo sull’argomento elezioni, separandolo nettamente dall’azione del Laboratorio che è meta-politico, quando il quadro sarà più chiaro e completo!