La UIL da sempre sostiene che una Amministrazione Pubblica efficiente con i suoi strumenti e le sue potenzialità deve avere un ruolo primario nel percorso di uscita dalla crisi, per consentire uno sviluppo del Paese comparabile con quello degli altri paesi europei. Un ruolo importante quindi che punta proprio alla possibilità di una “riorganizzazione della pubblica amministrazione”: questo è quello che vuole il sindacato, la Uil, ma è anche quello che cerca la cittadinanza. In sintesi è il significato della manifestazione intitolata #ORGOGLIOPUBBLICO, organizzata ieri a Potenza dalla UIL di Basilicata, dalla UIL FPL, la UIL SCUOLA, la UILPA. Nel corso dell’iniziativa, introdotta da una relazione del Presidente del Centro Studi UIL, Giancarlo Vainieri, si è discusso della nuova governance regionale che stenta a prendere forma, frenata dalle ambiguità del Governo Renzi e dalle sue contraddizioni e dalle resistenze di chi pensa ancora di lucrare su rendite di posizione e sulla mala gestione delle risorse pubbliche.
Ci troviamo a combattere una battaglia – ha evidenziato Carmine Vaccaro, segretario regionale Uil rilanciando un patto con i cittadini per lottare, insieme, contro l’inefficienza della burocrazia politica di questo Paese – per respingere l’attacco ai fondamentali diritti costituzionali, che non trova precedenti nella storia della Repubblica. E’ nostro dovere erigere un baluardo forte e rappresentativo. In questo frangente non si tratta di arginare gli effetti devastanti delle scelte politiche dell’attuale Governo ma di far sì che tali effetti non abbiamo il tempo di prodursi. Non dobbiamo per forza distinguerci dagli altri, ma in base a cosa metterà in campo il nostro governo, dovremmo essere capaci di sentirci ancora orgogliosi del pubblico impiego, fatto non solo di fannulloni, ma di lavoratori capaci di rilanciare un settore pubblico capace di gestire al meglio quello che il governo metterà in campo, consapevoli che oggi il peggior datore di lavoro è il governo”.
Queste elezioni delle Rsu nel pubblico impiego – ha affermato il segretario generale Giovanni Torluccio – sono un appuntamento molto importante per tutti i lavoratori del Pubblico Impiego i cui diritti sono sempre più compressi, per non dire cancellati, da questo Governo grazie ad una riforma della Pubblica Amministrazione che tale non è. Con questo voto, i lavoratori esercitano un diritto democratico fondamentale che nessun Jobs Act, nessuna riforma dovrà o potrà mai minare. Designare nell’urna il proprio rappresentante sindacale significa non solo difendere i propri diritti, ma anche quelli dei propri figli, dei compagni e dei colleghi. È necessario restituire potere d’acquisto ai lavoratori, rinnovando i contratti, e realizzare investimenti pubblici e privati: queste sono le due strade da seguire. Il 2015 deve essere l’anno dei contratti, a cominciare da quelli del pubblico impiego. E noi, in questo anno, siamo pronti a fare i rinnovi sia nel pubblico sia nel privato anche con un nuovo modello contrattuale, che possiamo definire in corso d’opera, legato all’incremento del PIL. Peraltro, gli incrementi salariali servono per far riprendere l’economia in un Paese in cui il problema è rappresentato proprio dalla debolezza della domanda interna. Perché i contratti si facciano, noi siamo pronti a lotte crescenti. ll peggior datore di lavoro – ha detto il leader della Uil – è lo Stato che, da sei anni, non rinnova i contratti dei suoi dipendenti e che, per anni, li ha ingiustamente demotivati. Spesso – prosegue Torluccio – ci sentiamo accusare di difendere la Casta del Pubblico impiego. Dei lavoratori che non hanno il rinnovo del contratto da oltre 4 anni, che stanno subendo una decurtazione del salario accessorio su una busta paga di poco superiore a 1.200 euro, possono definirsi casta? Vorremmo far capire – prosegue Torluccio – che mettere in discussione un posto di lavoro di un infermiere, di un dipendente comunale, provinciale, regionale, e cosi via, significa mettere in discussione un pezzo di servizio che viene offerto ai cittadini. “E’vero, ci sono gli sprechi nel pubblico impiego, ma di chi è la colpa se esistono ad oggi ancora 30.000 stazioni appaltanti? Dei lavoratori o di chi ha deciso di mantenere in piedi questo carrozzone per i propri interessi. Noi, -conclude Torluccio – quale sindacato laico e riformista continuiamo nella nostra strada, per tutelare i lavoratori e dare risposte ai cittadini attraverso la lotta volta a migliorare i servizi.
La particolare sensibilità e la grande vicinanza espresse della Confederazione nei confronti delle Rsu e delle categorie del pubblico impiego, dunque, devono fungere da ulteriore sprone e sostegno nella profusione del massimo sforzo per questo fondamentale appuntamento che, com’è noto, avrà luogo nei giorni 3, 4 e 5 marzo 2015. Così come ben si comprende dallo slogan: “Siamo dipendenti pubblici. Non siamo fannulloni. Saremo protagonisti del cambiamento”.