A Matera terza tappa del ciclo di incontri promossi dal Consiglio regionale. Santarsiero: “Avvicinare le istituzioni ai cittadini, un nuovo modo di essere per rispondere alla crisi del regionalismo”. Lacorazza: “Equilibrio fra Regione e territorio”.
Riconoscimento e promozione della tutela dei diritti fondamentali della persona, valorizzazione del ruolo del Consiglio regionale, con la previsione di efficaci strumenti di partecipazione, introduzione di originali strumenti di programmazione, nuovo rapporto con i territori cui viene riconosciuto un grande protagonismo e ruolo istituzionale, nuovo rapporto con l’Europa, lo Stato e le altre Regioni italiane: sono questi, in estrema sintesi, gli elementi caratterizzanti della bozza del nuovo Statuto della Regione, elaborata dalla prima Commissione con il supporto tecnico dell’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle autonomie locali (Issifra) del Cnr, che è stata presentata oggi a Matera in un incontro pubblico con i cittadini che si è svolto nella sala del Consiglio comunale di via Sallustio.
“Quello che viene proposto – ha detto il presidente della prima Commissione, Vito Santarsiero, nella relazione – rappresenta un modello di Statuto innovativo, elaborato tenendo conto dei contributi della società civile e delle Istituzioni che hanno contribuito al dibattito avviato dal Consiglio. Le linee guida fondamentali seguite nella redazione del testo, ruotano intorno alla centralità della partecipazione e della programmazione delle politiche regionali, con l’obiettivo fondamentale di avvicinare le istituzioni al cittadino e di potenziare l’efficacia del processo decisionale”.
La Basilicata è l’unica Regione italiana che non si è ancora dotata di uno Statuto di cosiddetta “seconda generazione”, come quelli adottati dopo le riforme del Titolo V, modificato con le leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001, che hanno riconosciuto un nuovo ruolo per le Regioni e le autonomie locali. E si trova a farlo proprio mentre una nuova riforma del Titolo V, approvata al Senato e in discussione alla Camera dei Deputati, ne ridefinisce ancora una volta le funzioni prevedendo tra l’altro l’abolizione delle materie concorrenti.
“Lo Statuto – ha aggiunto Santarsiero – è uno strumento con il quale possiamo collocarci con una posizione moderna e valida nel dibattito in corso sulle modifiche costituzionali e sul nuovo ruolo che dovranno avere le Regioni. Abbiamo bisogno di una nuova rappresentazione e di un nuovo modo di essere Regione rispetto alla profonda crisi del regionalismo, al nuovo protagonismo che l’Europa chiede ai territori, alle modifiche in atto dell’assetto istituzionale del Paese e, soprattutto, rispetto alle nuove sfide poste dalle profonde trasformazioni del tessuto sociale ed economico della nostra Regione che richiedono una nuova idea di sviluppo e un rinnovato rapporto con i territori e le varie forme di rappresentanza”.
Per il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza “la discussione sul nuovo Statuto si inserisce in un contesto molto delicato per la contemporanea riforma del titolo V della Costituzione che configura nuovi poteri, cambia il rapporto fra Stato e Regioni, e a maggior ragione impone che il Consiglio regionale riesca a dotarsi di nuove regole per una democrazia regionale più forte. In questo contesto il nuovo Statuto, dovrà vivere nei prossimi anni una necessaria fase di assestamento e di valutazione. Per questo oggi è necessario non tanto e non solo soffermarsi sui singoli commi, ma sui principio e sull’equilibrio del rapporto tra Regione e territorio, tra Giunta e Consiglio, tra partecipazione e responsabilità di governo e legislativa”.