Primo bilancio per il progetto di Conservazione Sostitutiva promosso e avviato dalla Regione Basilicata in collaborazione col Dipartimento dei Servizi Diagnostici e Terapeutici dell’Ospedale San Carlo, riguardante la dematerializzazione dei dati clinici in diagnostica per Immagini delle aziende del servizio sanitario regionale.
“L’innovativo sistema di IT per Imaging Diagnostic, il cosiddetto RIS PACS (Radiology Information System – Pictures Archiving and Communication System), arricchito del task di “archiviazione”, implementato dalla Regione Basilicata in collaborazione con i partner tecnologici, Aruba spa e GMed srl – afferma Nicola A. Coluzzi, dirigente della Società dell’Informazione, ufficio responsabile del progetto – consente non solo di snellire i flussi informativi ma anche di rispondere alla crescente domanda di prestazioni in modo rapido ed economico. Il tutto sostituendo la produzione di pellicole con l’archiviazione digitale”.
Ma entriamo nel merito dei costi di gestione.
In precedenza, le immagini radiologiche dei pazienti ricoverati venivano archiviate sui server ospedalieri, mentre quelle relative ai pazienti esterni stampate su pellicola e consegnate. Nel primo caso si trattava di un tipo di conservazione non legale e che quindi andava completata con la conservazione delle pellicole.
Considerando che il costo medio di una pellicola è di circa 2,20 euro e che per ogni esame si producono circa 4/5 pellicole, ne ricaviamo che il costo medio di un esame si aggira attorno ai 8,78 euro.
Oggi con le possibilità offerte dal RIS PACS, i documenti radiologici dei pazienti ricoverati vengono archiviati digitalmente. Si tratta di un tipo di archiviazione legale, che garantisce la salvaguardia dei principi di integrità e opponibilità verso terzi e che si attiene alle norme dettate dal Garante della Privacy.
Ma a quanto ammonta il risparmio garantito dall’archiviazione digitale del RIS PACS?
A rispondere è Domenico Maroscia, direttore del Dipartimento dei Servizi Diagnostici e Terapeutici: “Nel 2014 le aziende ospedaliere lucane hanno prodotto 378.891 esami. Posto che il costo medio di ciascun esame è di circa 8,78 euro, ne deriva che la cifra che la sanità lucana avrebbe dovuto spendere per la stampa dei documenti radiologici è pari a 3.326.662 euro”.
Aggiungendo il costo dell’investimento sull’infrastruttura, pari a 200mila euro l’anno, è possibile tirare le somme: la sanità lucana ha risparmiato in un anno 3.126.662 euro.