Per chi come noi si batte dagli anni ottanta per l’istituzione di una “vera” Zona Franca in Val d’Agri (non quella dell’assessore Berlinguer) la richiesta non può che essere una sola: gas per tutti i nuclei familiari residenti nel comprensorio petrolifero Va d’Agri. Lo sostiene il presidente del Csail, Filippo Massaro, che aggiunge: i sindaci, almeno questa volta, devono tenere testa ai burocrati della Regione che vorrebbero introdurre l’ISEE per tagliare fuori dal beneficio una buona fetta di cittadini. Tavolo di concertazione e linee guida del disciplinare con Eni e Shell devono perciò puntare ad un solo obiettivo: ogni metro cubo di gas al servizio della zona. A parte che il nuovo ISEE sta creando non pochi problemi ai ceti medi perchè contiene indicatori economici “più restrittivi” del precedente, la questione – a parere del Csail – è di principio e di sostanza, di principio in quanto la comunità dell’area petrolifera deve essere messa in condizione di beneficiare del provvedimento senza distinzione di reddito. Non si dimentichi che già la card carburante è estesa a tutti gli automobilisti lucani e che quindi i valligiani già hanno “dato” in termini di cooperazione solidale. Quanto alla sostanza, in attesa di un calcolo preciso su quanto ammonterà il “bonus gas” rilanciamo la proposta della costituzione di una public company controllata direttamente dalla Regione per occuparsi di gas e petrolio. Questo per collegarci alla Zona Franca perché la gratuità del gas sia garantita a piccoli-medi imprenditori e titolari di aziende agricole e zootecniche, quest’ultime in gravissima crisi come è stato denunciato in occasione dei sit-in della Cia con il dato allarmante che in 5 anni sono scomparse dalla Val d’Agri oltre il 40% di aziende agricole-zootecniche.
Per Massaro il fallimento della SEL (Società Energertica Lucana) che pure avrebbe dovuto assolvere, sulla carta, a funzioni e compiti di garanzia degli interessi delle nostre comunità ed invece si è rivelata come l’ennesimo “carrozzone di sottopotere politico”, è sotto gli occhi di tutti. Siamo convinti – conclude Massaro – da tempo che né il Memorandum né qualche punto percentuale di royalties in più potranno migliorare la situazione dei cittadini del comprensorio petrolifero tra i più poveri del Paese. E non a caso abbiamo trasferto al Parlamento Europeo, tramite Gianni Pittella, la proposta di “Zona Franca” perché si attraggano investimenti e posti di lavoro.