Si è spento all’età di 83 anni in mattinata a Potenza l’ex governatore lucano Raffaele Dinardo.
Venerdì 27 febbraio 2015, dalle 10 alle 20, nell’atrio antistante l’aula del Consiglio regionale nel Palazzo della Giunta sarà allestita la Camera ardente per rendere omaggio ad Angelo Raffaele Dinardo, presidente della Regione Basilicata dal 1995 al 2000, scomparso in mattinata. Sabato i funerali. Il feretro partirà dal Palazzo della Regione alle 10, la funzione religiosa sarà celebrata alle 10,30 nella Chiesa di Santa Maria a Potenza.
Nato a Irsina il 7 gennaio 1932 in occasione delle elezioni regionali lucane del 1995 Di Nardo è stato eletto presidente della regione Basilicata a capo di una coalizione di centro-sinistra.
IL PRESIDENTE PITTELLA RICORDA RAFFAELE DINARDO
Interpretando il sentimento di cordoglio dei lucani per una perdita che ci addolora, affido alla famiglia, alla moglie, alle figlie un sentimento forte di riconoscenza per un uomo che con la sua umiltà, ma al tempo stesso con la passione che ne ha caratterizzato l’impegno istituzionale, ci ha ricordato quanto grande sia la missione pubblica. Quanto alto sia l’onore di veder coincidere il proprio lavoro con il bene comune di una intera Regione. Quanto faticoso sia – per dirla con le sue parole – coniugare la ricerca politica con scelte etiche che assumano l’uomo-persona come misura di valore per il cambiamento.
Raffaele Dinardo è stato un grande uomo delle Istituzioni, come lo è stato del mondo della scuola e del sindacato, tra le fila della Cisl, ed infine come vice presidente del Formez, dove si è segnalato per la sua vasta cultura, la sua esperienza di amministratore limpido e capace. Ma soprattutto per la sua sensibilità umana.
Alla Provincia di Potenza nei primi anni ’70 del secolo scorso nelle vesti di consigliere prima ed assessore poi, come successivamente alla guida della Regione Basilicata, in quella sesta legislatura, cominciata nel 1995, che ha rappresentato una sorta di spartiacque nella storia del nostro Paese, Raffaele Dinardo ha posto sempre l’uomo al centro della propria azione politica e istituzionale.
Diceva che occorreva cambiare le metodologie di governo, per tutelare meglio il cittadino da quello che, nel suo discorso di insediamento, definì lo “strapotere amministrativo pubblico”, per avviare finalmente uno scambio virtuoso tra amministrazione e società regionale.
Ho conosciuto Raffaele Dinardo nel suo ruolo di presidente della Regione negli anni in cui da semplice consigliere provinciale di Potenza mi avvicinavo al mondo della politica e delle Istituzioni.
Mi ha sempre colpito, sin dal primo incontro, quel suo modo pacato, cordiale, quasi familiare di rapportarsi con chi gli stava di fronte, sia che si trattasse di un amico di vecchia data, sia che fosse, come nel mio caso, un giovane alle prime armi, che timorosamente si confrontava con l’uomo che in quel momento rappresentava la più alta Istituzione democratica della Basilicata.
Raffaele Dinardo aveva la capacità di mettere subito tutti a proprio agio. Ti infondeva una grande fiducia, da buon padre di famiglia. E ricordo che rimasi affascinato da quest’uomo di grande cultura, che faceva ricorso ad una fine e leggera ironia per stemperare le tensioni, quando il confronto si faceva animato. Ma che soprattutto non usava il sapere come arma per intimorire gli interlocutori, ma al contrario come strumento pedagogico di crescita sociale.
Io credo che in fondo Raffaele Dinardo, non abbia mai rinunciato, anche da presidente della Regione, a svolgere il mestiere che più gli piaceva. Che era quello di insegnare. Insegnare a essere cittadini consapevoli dei propri diritti, ma anche dei propri doveri.
Anzi, da questo punto di vista, nella sua veste di Presidente di Regione, era intransigente. La via maestra, dalla quale egli non si discostava, e dalla quale pretendeva che anche gli altri (a partire da chi gli stava vicino) non si discostassero, era quella della legalità. Del rispetto delle regole. Di una moralità e onestà elevate a ragione di vita. Era un cattolico autentico. Un uomo di fede. Che sapeva infondere speranza, in una visione ottimistica dell’impegno sociale.
La Basilicata gli deve molto.
Raffaele Dinardo è stato l’uomo della “pacificazione” in uno dei momenti storici più drammatici della vita politica nazionale e regionale.
In Basilicata, anche per merito di chi lo aveva preceduto nella guida della Regione e di una classe dirigente nel complesso sana, non c’erano stati gli episodi traumatici che hanno segnato la storia del nostro Paese all’inizio degli anni Novanta.
Però, proprio nel 1995, alla fine della cosiddetta Prima Repubblica, anche in Basilicata si avvertì la necessità di superare la stagione dello scontro tra le grandi forze popolari che per quasi mezzo secolo avevano segnato la vita politica italiana. E Dinardo, a 63 anni, quando probabilmente già cominciava ad accarezzare il desiderio di dedicarsi un po’ di più a se stesso, ai suoi studi e alla propria famiglia, fu richiamato ad un ruolo attivo di servizio, tra i più alti e impegnativi che la politica lucana in quel momento potesse offrirgli. Quello di guidare la Regione, facendo da collante tra la cultura del popolarismo e del cattolicesimo democratico, da un lato, e del movimento operaio e della sinistra laica e riformista, dall’altro.
Non era facile, in quegli anni, far convivere due partiti, la Dc e il Pci, che per quasi mezzo secolo si erano combattuti senza esclusione di colpi, sia pure con le armi della democrazia parlamentare.
Quello di Dinardo fu un compito difficile. Ma egli ebbe il merito di accompagnare una nuova classe dirigente, per la quale svolse il ruolo di “garante”, accreditandola con generosità e passione civile, forte della sua cultura di “maestro”.
A chi gli chiedeva come facesse a evitare crisi di governo e a tenere insieme partiti della coalizione sempre piuttosto inquieti, egli rispondeva con quella semplicità di linguaggio e la mitezza che tutti in queste ore hanno ricordato, spiegando come fosse necessario tenere vivo il rapporto con la comunità lucana e volgere lo sguardo agli impegnativi appuntamenti che attendevano la classe politica e che avrebbero segnato positivamente il futuro della regione. Riusciva ad omologare i vari punti di vista, spingendoli su grandi obiettivi, come quelli dello sviluppo, dell’occupazione, della gestione produttiva delle risorse naturali, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute umana. Fu lui a firmare con l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi il protocollo di intesa sullo sfruttamento delle risorse petrolifere, cui seguì a distanza di un mese la firma dell’accordo Regione-Eni. Quando si presentò a Palazzo Chigi, da buon cattolico, tirò fuori dalla tasca l’immagine sacra della Madonna di Viggiano che portava sempre con sé e l’offrì, quasi come un segno di benedizione divina sull’intesa che si stava per firmare, all’allora Capo del Governo nazionale.
Raffaele Dinardo era un uomo capace di ascoltare e di tener conto delle ragioni degli altri. L’esperienza vissuta da giovane come lavoratore prima, studente poi e uomo di scuola in diverse vesti, gli hanno sempre consentito di leggere e interpretare con onestà di intenti i sogni, le aspirazioni, i bisogni e le grandi aspettative della nostra comunità.
Egli amava dire che il territorio pedagogico, esplorato per molti anni, alla fine si era confuso con il territorio politico, in un illimitato amore per la nostra regione.
In fondo, si sentiva un uomo costantemente al servizio della propria Regione. E ai giovani politici che, come me, a lui si rivolgevano per avere suggerimenti e indicazioni ripeteva quasi in modo ossessivo un pensiero forte. Quello di servire la Basilicata e giammai di servirsi della Basilicata.
E per questa ragione non smetteremo mai di ricordarlo, facendone un esempio da additare alle nuove generazioni.
Grazie Presidente Dinardo. Ti ricorderemo sempre come un uomo dolce, eppure deciso. Come un uomo determinato. Capace di indignarsi per le cause che riguardavano gli altri.
Grazie per quello che hai fatto per noi. Per la tua gente. Per la comunità lucana.
Sarà difficile dimenticarti.
Marcello Pittella
Scomparsa Di Nardo, il cordoglio del senatore Filippo Margiotta: “Di Nardo, un galantuomo della politica. Bello il viaggio in Canada”.
“Un galantuomo della politica, un uomo prestato alla politica così amava definirsi il nostro caro Angelo Raffaele Di Nardo”. Così Filippo Margiotta, vice presidente dell’Associazione Ex Parlamentari e Consiglieri della Regione Basilicata ricorda Angelo Raffaele Di Nardo, scomparso giovedì. “Di Nardo è stato un personaggio di grande statura umana, politica e sociale. Amo ricordare con commozione e intensa passione il viaggio in Canada e l’incontro con i lucani. La sua passione e il suo impegno politico restano forti e indelebili. Abbiamo fatto conoscere la Basilicata dappertutto. Le istituzioni lucane perdono un grande punto di riferimento, una persona che ha dato tanto alla politica regionale e una guida sicura e attenta. In questo momento doloroso-conclude Filippo Margiotta-sono vicino ai suoi familiari e a quanti hanno collaborato con l’ex Governatore”.
Scomparsa di Raffaele Dinardo, il cordoglio di Adduce
“Con il Presidente Raffaele Dinardo ho condiviso la stagione straordinaria e appassionante dei grandi cambiamenti che a partire dal 1995 hanno caratterizzato la vita della Regione Basilicata per un lungo periodo”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
“Furono anni intensi – aggiunge Adduce – che lo videro protagonista di una fase politica importante con il difficile compito di recuperare il rapporto con i cittadini compromesso dalle vicende di “tangentopoli” che pure non toccarono la Basilicata. Fu possibile grazie a Dinardo tenere vivo il rapporto con la comunità lucana e volgere lo sguardo agli impegnativi appuntamenti che ci attendevano e che avrebbero segnato positivamente il futuro della nostra regione. Fu un compito difficile quello di Dinardo. Ebbe innanzitutto il merito di accompagnare la nuova classe dirigente per la quale svolse il ruolo di “garante” e che seppe accreditare con generosità e passione civile forte della sua cultura di maestro. Lo ricordo seduto al suo scranno di Presidente quando tante volte ci suggerivamo accelerazioni o rallentamenti nel corso delle spesso infuocate sedute del Consiglio Regionale sempre intenzionati a far valere le ragioni dell’interesse collettivo. Tutti gli dobbiamo molto sul piano politico e umano. Negli anni abbiamo mantenuto costante il nostro rapporto di amicizia. Spesso mi telefonava per incoraggiarmi soprattutto in questi anni di mandato di Sindaco. Dinardo era incuriosito e al tempo stesso entusiasta del lavoro che stavamo facendo a Matera. Lui, uomo di cultura umanistica, maestro e professore, non ha mai mancato di sostenerci con convinzione. Quando Matera ha vinto la sua è stata tra le prime telefonate di congratulazioni. Era felice e lo aspettavo a Matera per una visita. Purtroppo non ha fatto in tempo. Desidero salutarlo con grande commozione e affetto ed esprimere anche a nome della Capitale Europea della Cultura la vicinanza a tutta la sua famiglia”.
Scomparsa di Raffaele Dinardo, il cordoglio di Pittella. Il presidente Marcello Pittella si è fatto interprete del cordoglio della Regione Basilicata per l’improvvisa scomparsa (avvenuta qualche ora fa, a Potenza) dell’ex governatore lucano Raffaele Dinardo. Nel dirsi addolorato per una notizia che ha colto tutti di sorpresa, Pittella ha tenuto a sottolineare il carattere schivo, sobrio, di una persona perbene che con la pazienza e la dedizione che gli erano propri per la sua esperienza di maestro e di educatore, ha traghettato la Basilicata nella cosiddetta Seconda Repubblica, all’indomani di una delle stagioni più cupe della storia politica italiana, dopo gli scandali nazionali di “mani pulite”. Raffaele Dinardo ha guidato la Regione nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso con la saggezza e l’esempio del buon padre di famiglia, consentendo alla politica, in quella particolare fase storica, di rimettersi in sintonia con la società lucana. La sua grande moralità e l’attaccamento ai valori del cattolicesimo democratico – ha sottolineato Pittella – ne hanno fatto per tutti noi un punto di riferimento anche negli anni in cui, finita l’esperienza regionale, Raffaele Dinardo ha continuato a rappresentare una risorsa preziosa per la nostra terra quale vice presidente del Formez. Alla famiglia, alla moglie, alle figlie le condoglianze della comunità lucana e di quanti, avendolo conosciuto e stimato, ne hanno apprezzato le doti di grande umanità poste a servizio del bene comune.
Scomparsa Dinardo, il cordoglio di Latronico “Al presidente Raffaele Dinardo debbo una sentita testimonianza di stima e di affetto, nel giorno del suo ritorno alla casa del Padre. Uomo mite e colto, capace di valorizzare e di non perdere mai il filo di un dialogo costruttivo. La nostra amicizia e’ nata nei banchi del Consiglio Regionale della Basilicata mentre svolgevo l’opera di opposizione e lui quella di Presidente della Regione. Conservo una sua lettera scritta nel giugno del 1997 nel giorno della nascita di uno dei miei figli per documentare il tratto di una umanità attenta alle persone oltre i ruoli ed compiti transitori. Un dialogo che poi è proseguito sul filo di una stima reciproca ed incondizionata. La Basilicata lo deve ricordare per la sua dedizione e la sua testimonianza di affetto per la nostra terra e per il destino dell’intera comunità. Alla famiglia i sentimenti di cordoglio cristiano e di immensa riconoscenza”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), appena appresa la notizia della improvvisa morte dell’ex governatore lucano Raffaele Dinardo.
Scomparsa Dinardo, il cordoglio dell’Ugl “Nel tentativo di poter vivere una vita nell’assoluta disponibilità ad ogni funzione sociale, non ha soltanto fornito a chi gli è stato accanto, direttamente e indirettamente, l’immagine di un cittadino efficiente, instancabile, modello e pienamente attinente ad ogni funzione concerne alla sua attività politica, ma l’immagine di un uomo meritevole di ogni gratitudine da parte di ogni cittadino lucano e nazionale”. E’ quanto si legge in una nota diramata dall’ufficio stampa UGL Basilicata per la perdita del N.H. Raffaele Dinardo, già presidente della Regione Basilicata. “Alla famiglia – prosegue il cordoglio UGL – tutta la segreteria regionale dell’o.s. esprime le più sentite condoglianze nel tentativo di poter disporre, nel pieno del nostro animo, tutto il rispetto per il nucleo familiare del caro ‘defuncti’, Raffaele”.
Scomparsa Di Nardo, il il cordoglio del capogruppo del PD in Consiglio Regionale Roberto Cifarelli: grave perdita per la Basilicata
La improvvisa scomparsa di Angelo Raffaele Di Nardo priva la Basilicata di una delle sue personalità più autorevoli.
Presidente della Regione dal 1995 al 2000, uomo di grande cultura e di profondo rigore morale, ha saputo guidare la nostra Regione con equilibrio e competenza, in anni particolarmente difficili per la regione e per la politica. Persona profondamente ancorata ai valori del cattolicesimo democratico ha basato la sua attività politica sulla moderazione, la grande capacità di ascolto e di mediazione consentendo così l’avvio in Basilicata della nuova stagione del centrosinistra e delle riforme.
Sono certo che i cittadini lucani non dimenticheranno la sua mitezza e la sua passione, rivolta in particolar modo ai giovani ed ai ceti meno abbienti.
Per i giovani rappresenta un esempio di impegno civile e politico di dedizione assoluta agli interessi della nostra comunità.
In questo momento difficile rivolgo il mio pensiero ed il mio cordoglio alla famiglia, nel ricordo di un lucano per bene.
Scomparsa Di Nardo, il il cordoglio di Michele Somma, Presidente di Confindustria Basilicata
“Una persona dall’alto profilo morale, capace di vivere la responsabilità della res publica con rigore, impegno, dedizione, saggezza, lungimiranza. Raffaele Dinardo ha rappresentato per la Basilicata un prezioso riferimento istituzionale e ha avuto sempre a cuore le sorti della Basilicata, dei suoi cittadini, delle sue bellezze storiche ed artistiche, delle imprese e dei lavoratori”.
È quanto ha dichiarato Michele Somma, Presidente di Confindustria Basilicata, dopo aver appreso della scomparsa di Raffaele Dinardo, già presidente della Regione Basilicata negli anni Novanta.
“L’intera Basilicata sarà sempre grata a Raffaele Dinardo – ha concluso Somma – per la sua capacità di interpretare la politica come “servizio” e ciò rappresenta l’eredità preziosa che egli lascia alla nostra regione”.
Scomparsa Di Nardo, il il cordoglio di Carlo Churazzi, Amministratore Csi Matera
Chiurazzi: con Dinardo grande esperienza di vita. E’ stato un uomo leale e generoso.
Sono profondamente commosso per la perdita del presidente Dinardo, uomo leale e generoso, rispettoso delle istituzioni pubbliche e del bene comune e soprattutto della persona. Con lui, nei cinque anni da assessore, ebbi non solo un’ esperienza straordinariamente attiva e propositiva, attenta delle istanze della gente e del territorio, ma soprattutto un’ esperienza umana profonda puntata alle relazioni umane vere e durature . Con lui fu e sempre sarà’ una grande esperienza di vita.
Scomparsa Di Nardo, il il cordoglio di Michele Napoli e Paolo Castelluccio (Gruppo Forza Italia): Dinardo uomo di istituzione e di dialogo
“Del presidente Raffaele Dinardo ricordiamo l’attaccamento istituzionale e l’impegno culturale e civile intriso da amore profondo per la Basilicata. Nella stagione di crisi della politica Dinardo inoltre ha saputo tessere una rete di dialogo tra maggioranza ed opposizione che dovrebbe continuare ad essere punto di riferimento anche nell’attuale convulsa fase politica per affermare i diritti dell’opposizione a svolgere il proprio compito di controllo e di proposta. Esprimiamo il nostro cordoglio alla sua famiglia.
Scomparsa Di Nardo, il cordoglio del consigliere regionale PD Achille Spada
“Mi accingo a porgere un ultimo saluto a Raffaele Dinardo, politico di grande umanità, persona dotata di un senso alto delle istituzioni che seppe rappresentare. A lui rivolgo quindi il mio pensiero, io che ho avuto la fortuna di incrociare l’uomo, durante il suo impegno politico; a lui dobbiamo la tenuta delle nostre istituzioni regionali, la rappresentanza del territorio regionale che seppe condensare durante avvenimenti che hanno messo a dura prova la tempra stessa del Paese.
Oggi, quel suo garbo, l’eloquio fluente che emanò dai banchi della massima assise regionale, la passione civile ed al contempo la sua profonda umanità mancheranno ad ognuno. Con lui viene a mancare un pezzo importante di quella umanità che Dinardo conferì alle istituzioni che fu chiamato a rappresentare. Alla sua profondo fede uniformò l’impegno in politica, conferendo alla sua azione una attenzione costante alle istanze cristiane e del sociale. Quella vivida intelligenza e quel rigore profondamente umano resteranno il lascito più alto del Presidente Dinardo all’intera comunità”.
Il miglior presidente della Basilicata. Un uomo onesto intellettualmente e di grande valore gestionale. Una grave perdita per i lucani.