In Basilicata, come prova il dossier carburanti diffuso da “Staffetta quotidiana” riferito a tutti i prezzi d’Italia rilevati il 24 Febbraio su dati dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, un litro di benzina costa quattro volte il costo di un litro di latte pagato agli allevatori direttamente in stalla. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione Italia Agricoltori lucani, sottolineando che “anche i produttori agricoli, al pari dei consumatori, continuano a subire le negative conseguenze del caro carburante che vede la Basilicata ai primi posti. Le imprese agricole che più hanno risentito dell’aumento del carburante – evidenzia la Cia – sono quelle serricole che fanno uso del gasolio per riscaldare gli ambienti dove si coltivano, in particolare, ortaggi, fiori e piante. Ma anche nella zootecnia i consumi di carburante hanno fatto sentire i loro effetti, soprattutto per quello che concerne il riscaldamento delle stalle e gli impianti di mungitura. Stesso discorso per le macchine agricole, il cui utilizzo ha fatto crescere gli oneri per le aziende nella voce energetica.
“Per energia e carburanti, una “voce di spesa” che messa insieme incide sui bilanci delle imprese agricole tra il 14 e il 22 per cento, c’è la concreta possibilità – afferma Luciano Sileo dirigente della Cia– di creare condizioni di vantaggio a partire dall’individuazione di forme di compensazione. Inoltre, è necessario predisporre un piano regionale agro-energetico. Per questo gli agricoltori da tempo rivendicano la possibilità di diventare “produttori di energia alternativa” attraverso la realizzazione di mini-impianti innanzitutto per l’autoapprovvigionamento delle aziende agricole. Ma i tempi imposti dall’Enel ed avallati dall’Autorità Energia Elettrica e Gas sono troppo lunghi e scoraggiano gli imprenditori agricoli: il tempo necessario per la realizzazione delle opere per la connessione alla rete elettrica è stimato dall’Enel in 16 mesi per la realizzazione del nuovo impianto di trasformazione (CP) 150/20 Kv; 20 mesi per la realizzazione della Stazione RTN 380/150 Kv; 16 mesi per la nuova S.E. RTN fino a 150 Kv; 8 mesi più un mese al Km per i raccordi alle linee RTN. Se a tutto ciò si aggiungono i tempi relativi all’iter autorizzativo si deve calcolare – secondo la Cia – in media non meno di sei anni prima che un’azienda agricola possa allacciare il proprio mini-impianto energetico alla rete Enel. In sintesi – continua Sileo – sia consentito alle aziende agricole lucane, che non avranno benefici diretti da petrolio e gas almeno di raggiungere l’auto-approvvigionamento energetico. A tal proposito la Cia chiede che, per ridurre il costo energetico, all’agricoltura vada riconosciuto un contributo sotto forma di credito d’imposta (una sorta di “bonus fiscale” come quello praticato per gli autotrasportatori) sulla base dei consumi di carburante. E’ da tempo – conclude il dirigente della Cia – che si propone la riduzione dell’accise sui prodotti petroliferi, o comunque, l’individuazione di misure fiscali di vantaggio per le nostre comunità e i nostri imprenditori”.