Il Consigliere Comunale Adriano Pedicini torna ad occuparsi dei cronici ritardi nell’erogazione dell’assegno Copes.
Si è in silenzio sulle questioni che oramai sono la piaga della nostra regione: l’assenza di opportunità lavorative per i senza reddito. Sono poco più di 2000 le famiglie esposte al rischio di esclusione sociale, inserite nell’elenco del bando che circa 5 anni orsono, ha contabilizzato il numero di quanti in Basilicata non ce la fanno a campare. Oggi questa platea si è, senza alcun dubbio, notevolmente allargata e trovare le risorse economiche per far fronte alle nuove emergenze è impresa difficile, intanto giungono solo palliativi assistiti con la continuità dell’integrazione al reddito per gli attuali nuclei famigliari beneficiari della COPES (contrasto della povertà e della Esclusione Sociale). Di proroga in proroga si attendono le nuove e rivoluzionarie soluzioni prospettate dal governo regionale che si offrono per annullare la povertà. Intanto si continua con un programma in proroga da due anni che, la regione Basilicata raschiando il barile di tanto in tanto allunga, mentre alla porta della casa della povertà una nutrita schiera bussa senza trovare accoglienza. In tutto questo le inadempienze sono gravi e ripetitive, nonostante il bilancio regionale approvato lo scorso gennaio, si vien meno all’impegno della puntualità della riscossione dell’assegno mensile, quello che doveva permettere maggiore dignità ed inserimento sociale. Si parla di nuovo piano che tenga conto delle nuove povertà quando non si riescono a gestire quelle accertate, nonostante le risorse economiche siano state messe a disposizione, risulta difficile comprende le cause dei ritardati pagamenti che puntualmente alla scadenza di ogni mese si verificano, ed è mortificante osservare quanti, in sosta sotto i palazzi di città attendino quegli assegni di mantenimento; di come la politica consideri i ritardi come una “banalità”. Si annunciano interventi strutturali al contrasto della grave crisi che colpisce i più poveri, mentre quello che doveva essere varato nel 2015 ed annunciato dalla regione come il più grande piano di lotta all’esclusione sociale e per il reinserimento lavorativo, non è neanche abbozzato. Ma come può pretendersi di avviare programmi ambiziosi che debbano interessare 10.000 beneficiari quando sulle problematiche attuali vi è assoluta e conclamata incapacità? Si devono riscrivere le politiche sociali; si parta dalle cose concrete, dai più deboli, dai disoccupati, dai tanti giovani senza speranze e soprattutto creare occupazione.
Adriano Pedicini Consigliere Comunale